{"id":48979,"date":"2019-01-27T10:30:48","date_gmt":"2019-01-27T09:30:48","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=48979"},"modified":"2019-02-01T09:16:31","modified_gmt":"2019-02-01T08:16:31","slug":"rinascimenti-in-provincia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/rinascimenti-in-provincia\/","title":{"rendered":"Rinascimenti in provincia"},"content":{"rendered":"
Busto Arsizio – Lasciamo pur perdere, almeno per ora, le celebrazioni di Leonardo che s\u2019avvieranno fra poco per celebrare il quinto centenario della morte, ma sar\u00e0 senz\u2019altro un piacere a chi \u00e8 interessato all\u2019arte del Rinascimento, non solo ai suoi protagonisti, ma anche ai maestri che lavorarono in centri cosiddetti \u201cminori\u201d o periferici, visitare due raffinate mostre che bene documentano come allora le novit\u00e0 delle \u201ccapitali\u201d dell\u2019arte giungessero qui, magari solo untantino in ritardo.
\nPer incominciare converr\u00e0 andare ad Alessandria per l\u2019esposizione che riunisce al
\nsecondo piano del Palazzo del Monferrato una cinquantina fra sculture lignee, dipinti
\ne oggetti di oreficeria creati, salvo un caso, in un periodo che va dal 1450 al 1535. Erano
\ngli anni in cui il dominio degli Sforza s\u2019era allungato fino alla citt\u00e0 allora fortificata in riva
\nal Tanaro, rendendola trafficata nei commerci, importante strategicamente e viva e attiva
\ncome snodo artistico-culturale fra Milano e Genova e Savona. La mostra, a cura di Fulvio
\nCervini, appare gi\u00e0 nella prima sala emozionante per la sfilata di umanissimi Crocifissi,
\nalcuni proprio fortemente espressivi nel patimento fisico della passione. Subito dopo ci si
\ncommuove davanti ai due gruppi policromi, provenienti uno dall\u2019oratorio della Piet\u00e0 di
\nCastellazzo Bormida e l\u2019altro dall\u2019oratorio dei Bianchi di Serravalle Scrivia, che inscenano
\nil momento toccante e desolante del compianto sul Cristo morto (ill. 1). Momento che doveva coinvolgere confratelli e fedeli, per questo reso in forte drammaturgia dai maestri
\ndelle terre \u201cpadane\u201d, fin su in Valsesia dove il potente gruppo della \u201cPietra dell\u2019Unzione\u201d sembra gi\u00e0 avviare la storia e il pathos del Sacro Monte di Varallo. Tornando alla mostra di
\nAlessandria, accanto a poche opere di oreficeria, tuttavia di rilevante qualit\u00e0, e a tavole e polittici (davvero molto bello quello di Gandolfino da Roreto proveniente da
\nQuargnento), non si possono non ammirare, sempre lavorate nel legno, Madonne imponenti o dai modi raffinati che hanno in braccio Bambini regali o fin troppo vivaci e pure un San Sebastiano martire ed eroe\u00a0 (ill. 2) di prestante giovinezza. A concludere la
\nrassegna s\u2019impone un pannello di noce che era parte della monumentale macchinaprogettata da Giorgio Vasari nel 1567 (ecco l\u2019eccezione cronologica) per l\u2019altare maggiore della chiesa di Santa Croce a Bosco Marengo.<\/p>\n
Gi\u00e0 che si \u00e8 ad Alessandria occorre fare una visita a questo poco distante complessodomenicano offerto magnificamente da Pio V, \u201cpapa di Bosco Marengo, oriundo della famiglia dei Ghislieri\u201d,come si legge nella lapide sotto al suo cenotafio nel transetto di Santa Croce. Sempre in tema di Rinascimento, \u201cen attendant\u201d l\u2019arrivo in primavera, al Palazzo Reale di
\nMilano, della mostra dedicata ad Antonello da Messina, si pu\u00f2 tornare, o finalmente
\nandare, alla Pinacoteca Z\u00fcst di Rancate dove si squaderna fino al 17 febbraio il secondo
\ncapitolo del \u201cRinascimento nelle terre ticinesi\u201d, una mostra curata da Giovanni Agosti e
\nJacopo Stoppa. Suo merito, oltre a quello, primario, di far tornare qui opere realizzate per le chiese del posto ma ora disperse in musei o raccolte private, \u00e8 anche di aver riservato un affondo a Francesco De Tatti, artista varesino di cultura pi\u00f9 che buona, anche se di resa artistica non eccelsa.<\/p>\n
Da pochi giorni si \u00e8 aggiunta alle altre pregevoli testimonianze la pala raffigurante la \u201cMadonna con il Bambino fra i santi Giovanni Battista e Giuseppe e un membro della famiglia Quadri\u201d che l\u2019opera aveva voluto, commissionandola a
\nBernardino Luini (ill. 3). Concluso finalmente il restauro, questa tela \u00e8 tornata dunque a
\nrivedere il lago e la chiesa di Santa Maria degli Angeli di Lugano, giungendo da Orford, nel verdeggiante Suffolk, dove ora \u00e8 custodita. Se sia o no autografa lo lasciamo discutere agli agguerriti studiosi del Luini. A noi, comunque scettici circa la paternit\u00e0, basta aver\u00a0segnalato la sua presenza e ricordato, come \u00e8 giusto che sia, una mostra che \u201cfunziona bene\u201d perch\u00e9 fa scoprire, come del resto quella di Alessandria, occasioni d\u2019arte colte e preziose, in grado di far intendere che il Rinascimento non \u00e8 stato solo a Firenze, Urbino o Mantova, ma anche in quelle terre l\u00ec.<\/p>\n
Giuseppe Pacciarotti<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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