{"id":49217,"date":"2019-02-15T09:15:48","date_gmt":"2019-02-15T08:15:48","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=49217"},"modified":"2019-02-15T10:06:41","modified_gmt":"2019-02-15T09:06:41","slug":"49217-2","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/49217-2\/","title":{"rendered":"Il libro di pietra"},"content":{"rendered":"
Ci inoltriamo lungo una mulattiera poco tracciata, in una zona non visitabile del Parco Archeologico. Alla ricerca della Rosa Camuna. Arrivati alla cima della Rupe ci guardiamo intorno: il paesaggio \u00e8 davvero incredibile. Parecchie centinaia di incisioni ci circondano, disseminate sulle lastre di arenaria levigate dai ghiacci pleistocenici. Sembra che vogliano parlare con noi. Striature, escavazioni, dorsi, arrotondamenti, ondulazioni della roccia, intarsiate con i segni della spiritualit\u00e0 di tremila anni fa. Da qui si sente veramente <\/span>vibrare<\/span><\/i> ci\u00f2 che Storia ancora non era. La scrittura non si era formata pienamente ma gi\u00e0 era evidente il grande bisogno di comunicare di questa gente.<\/span><\/p>\n <\/p>\n I Camuni erano un popolo dell’Italia antica fra i massimi produttori di arte rupestre in Europa. Il loro nome \u00e8 legato alle celebri Incisioni ritrovate in Val Camonica, che costituiscono la principale testimonianza culturale di questa civilt\u00e0.<\/span><\/p>\n Popolazione di origine oscura, insediata in una regione gi\u00e0 segnata da una millenaria tradizione culturale risalente fin al Neolitico, i Camuni sono ricordati dalle fonti storiografiche classiche soltanto a partire dal I secolo a.C., anche se le incisioni furono realizzate lungo un arco di tempo complessivo di ottomila anni. Intorno all\u2019anno 15 a.C., i Camuni vennero sottomessi a Roma e inseriti progressivamente nelle strutture politiche e sociali dell’Impero romano. Pur conservando margini di autogoverno, fin dalla seconda met\u00e0 del I secolo, ottennero la cittadinanza romana, subendo infine, come tutti i popoli della Gallia Cisalpina, un rapido processo di latinizzazione sia linguistica che culturale e religiosa.<\/span><\/i><\/p>\n La tradizione petroglifica per\u00f2 non si esaur\u00ec repentinamente: sono state identificate incisioni, anche se in numero assai ridotto, di epoca romana, medievale e perfino contemporanea, fino al XIX secolo.<\/span><\/i><\/p>\n <\/p>\n Le incisioni rupestri della Val Camonica costituiscono una delle pi\u00f9 ampie collezioni di petroglifi preistorici del mondo. Sono state il primo Patrimonio dell’Umanit\u00e0 riconosciuto dell’UNESCO in Italia, nel 1979. All\u2019epoca erano state censite oltre 140.000 figure, ma nuove ininterrotte scoperte hanno progressivamente aumentato il numero complessivo delle opere catalogate, fino a duecentomila. <\/span><\/p>\n Non si tratta in realt\u00e0 di grafiti poich\u00e9 la maggior parte delle incisioni \u00e8 stata realizzata con la tecnica della <\/span>martellina<\/span><\/i>. Le figure si presentano spesso in relazione logica tra loro, a illustrazione di un rito religioso, di una scena di caccia o di lotta. Tale impostazione spiega lo schematismo delle immagini, ognuna delle quali \u00e8, di fatto, un ideogramma che raffigura quindi non tanto l’oggetto reale, ma la sua “idea”. La loro funzione \u00e8 riconducibile perci\u00f2 a riti celebrativi, commemorativi, iniziatici e propiziatori, probabilmente in ambito religioso, o per occasioni particolari, quasi certamente ricorrenti. <\/span><\/p>\n Forse non potremo pi\u00f9 ascoltare il misterioso silenzio di questa vallata preistorica, non sapremo mai realmente cosa pensavano, quali emozioni provavano quegli uomini, quelle donne, i loro bambini. Il passato senza scrittura \u00e8 perduto ma rimane questa meraviglia: un universo simbolico, magico, famigliare, cos\u00ec vicino a noi, una specie di sogno diurno. Gli artisti qui hanno descritto cacce, riti, divinit\u00e0 proprio come ora li vediamo noi. Le immagini impresse nei solchi sono intense, profonde, potenti ma il significato di questa forma artistica, purtroppo, non sar\u00e0 mai compreso.<\/span><\/p>\n Seminarono qui, incise attraverso le ombre della pietra scavata, come solo un artista sa fare, le loro preghiere alla Natura, domande insaziabili e desideri quotidiani, emozioni imperiture, lasciandole a noi attraverso gli abissi del tempo, <\/span>prima di imparare a scrivere<\/span><\/i>.<\/span><\/p>\n Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, Capo di Ponte, Brescia, Domenica \u00a020 marzo 2016.<\/em><\/p>\n Il viaggiator curioso<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Ci inoltriamo lungo una mulattiera poco tracciata, in una zona non visitabile del Parco Archeologico. Alla ricerca della Rosa Camuna. Arrivati alla cima della Rupe ci guardiamo intorno: il paesaggio \u00e8 davvero incredibile. Parecchie centinaia di incisioni ci circondano, disseminate sulle lastre di arenaria levigate dai ghiacci pleistocenici. Sembra che vogliano parlare con noi. Striature, […]<\/p>\n","protected":false},"author":5,"featured_media":49219,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[778],"tags":[],"yoast_head":"\n