{"id":51884,"date":"2019-07-30T10:00:09","date_gmt":"2019-07-30T08:00:09","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=51884"},"modified":"2019-10-02T12:20:24","modified_gmt":"2019-10-02T10:20:24","slug":"come-la-luce-e-entrata-nelle-collezioni-varesine","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/come-la-luce-e-entrata-nelle-collezioni-varesine\/","title":{"rendered":"La luce che illumina le collezioni varesine"},"content":{"rendered":"
Si \u00e8 aperta al Castello di Masnago la mostra <\/span>Come la luce<\/b> con un grande successo di pubblico e<\/span> con<\/b> Banca Generali Private <\/b>e i suoi consulenti varesini che si affiancano al mondo dell\u2019arte con il loro sostegno a una mostra di grande prestigio per la citt\u00e0. L’esposizione e il libro nascono dalla catalogazione di due anni di collezioni private varesine da parte dei <\/span>curatori<\/b> Debora Ferrari e Luca Traini.<\/b> Le opere coprono un periodo tra XIX e XX secolo e tra queste il<\/b> trait d\u2019union<\/i><\/b> \u00e8 l\u2019evoluzione della materia \u2018luce\u2019<\/b> nelle opere pittoriche e nel gusto borghese per la piccola scultura a cavallo fra Otto e Novecento e comprendono anche eleganti suppellettili quotidiane come servizi di porcellana e vasi a firma di noti artisti e designer di un secolo fa.\u00a0<\/span><\/p>\n <\/span>Da Fattori a Fontana, nell\u2019arco di un secolo che ne contiene due, la luce nell\u2019arte segue la scienza che indaga le profondit\u00e0 del cosmo, dell\u2019invisibile, dell\u2019inconscio e si articola nelle nuove realt\u00e0 sociopolitiche scaturite dalla seconda rivoluzione industriale.<\/b><\/p>\n La curatrice Debora Ferrari ci guida nella visita della mostra: \u201c<\/span>Abbiamo pensato di valorizzare opere sconosciute o dimenticate di sei collezioni private varesine scegliendo il tema della luce ed elaborandolo all’interno del percorso delle sale espositive del Castello. Tutte le opere esposte sono lontane dalla visione del pubblico ma anche degli storici dell’arte da oltre cinquant’anni. Quindi <\/span>l’importanza del recupero di questa esposizione \u00e8 quello aver riscoperto opere private che, ricondivise col pubblico, possono tornare a essere vive sia nella storia dell’arte sia domani, volendo, nel mercato<\/b>.<\/span> Abbiamo poi scelto il tema della luce perch\u00e9 \u00e8 l’elemento portante che dai Macchiaioli porta ai Chiaristi e infine a Lucio Fontana.<\/b><\/p>\n Partendo dal salone, abbiamo creato un <\/span>fil rouge<\/span><\/i> che unisce i macchiaioli ad alcuni artisti del ‘900: un passaggio tematico quindi con i paesaggi dei Macchiaioli tra cui <\/span>Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Giovanni Boldini, Telemaco Signorini, Rubens Santoro,<\/b> alternati con le visioni del mondo del lavoro. Il quadro di Tommasi dei \u201cPini dell’ Ardenza \u00e8 diventato la copertina del catalogo: abbiamo rielaborato in forma spazialista un’immagine dei Macchiaioli. Qui sono esposti anche due dipinti che sono un po’ il <\/span>clou<\/span><\/i> della mostra ovvero <\/span>\u201cIl cavallo sulla spiaggia\u201d di Giorgio de Chirico<\/b> e \u201cla <\/span>Cleopatra\u201d di Achille Funi<\/b> che sul catalogo generale dell’artista figurava con collocazione ignota e noi l’abbiamo ricollocata. Per quanto riguarda le sculture, troviamo dei bronzetti con soggetti tipici della case borghesi del periodo: il Grandi di Cesare Beccaria, la Salom\u00e8, il Pescatorino napoletano e il Satiro. Le ceramiche testimoniano come il borghese, amasse circondarsi, anche nella vita domestica, di cose di qualit\u00e0 come il vaso della Societ\u00e0 Italiana Ceramica di Laveno ricevuto in premio per una gara nazionale di tiro a segno.\u00a0 Questo per dire che certe volte la ceramica valeva pi\u00f9 dell’oro!\u00a0<\/span><\/p>\n Poi abbiamo creato una sala con <\/span>Eugenio Pellini<\/b>, scultore di Marchirolo, che a Varese ha\u00a0 lasciato tantissimi monumenti e come figura di raccordo abbiamo pensato ad Adolfo Wildt per il padre Eugenio, il figlio Eros e per Lucio Fontana che studia con Wildt: in bacheca abbiamo esposto l’uovo che Wildt faceva scolpire a tutti i suoi studenti di scultura il primo giorno del corso e, proprio questo realizzato da Eros Pellini, al momento, \u00e8 l’unico superstite conosciuto. Sono esposte sculture inedite di Pellini , una \u201c<\/span>Testa<\/b>\u201d, il \u201c<\/span>Minatore<\/b>\u201d e \u201c<\/span>La signorina crocerossina<\/b>\u201d. Per quanto riguarda i dipinti abbiamo <\/span>Boldini, De Nittis<\/b> e una riscoperta di questo notturno di<\/span> Miti Zanetti<\/b> alla \u201cPunta della Dogana di Venezia\u201d che testimonia l’importanza della luce notturna che affascina i pittori tra ‘800 e ‘900.\u00a0<\/span><\/p>\n Nel corridoio troviamo i Chiaristi in cui il concetto della luce cambia poich\u00e9 non utilizzano una base scura ma bens\u00ec chiara<\/b>: <\/span>Mario<\/b> Sironi, Aligi Sassu, Ottone Rosai<\/b> ma anche un Ermanno Besozzi, una figura dimenticata, che insieme a Enrico Baj, Sergio Dangelo, Giancarlo Sangregorio organizzava dei raduni di poesia nei boschi de Vergiate. E poi troviamo <\/span>Gianni Dova, Antonio Ligabue, Lucio Fontana, Roberto Crippa<\/b>. E quindi <\/span>approfondiamo Fontana attraverso Riccardo Crippa, suo mecenate<\/b>, fondatore di caff\u00e8 Hag, pittore anch’egli e mecenate anche di Renato Guttuso, Marino Marini, Fausto Melotti: Lucio Fontana lo ha ritratto in vari momenti della sua quotidianit\u00e0. Poi troviamo il Manifesto Blanco, curato da Fontana e le fotografie di <\/span>Raffaella Grandi<\/b> e di <\/span>Roberto Molinari<\/b>, scattate nell’atelier di Fontana di Comabbio.<\/span><\/p>\n Quindi ci avviciniamo alla contemporaneit\u00e0 con il comodato dalla famiglia Crippa-Ranza ai Musei Civici di Varese dei disegni di Lucio Fontana che, in questo caso la nipote di Riccardo Crippa, <\/span>Stella Ranza<\/b>, ha voluto abbinare alla sue sculture che a essi si sono ispirati e che ha realizzato con la stessa tecnica di Fontana. Poi passiamo a <\/span>Samuele Arcangioli<\/b> che rielaborato delle immagini di Lucio Fontana, su pannelli di legno con tecnica mista, immortalando il \u201cgesto\u201d di Fontana. <\/span>Vittorio d’Ambros<\/b>, ultimo non per importanza ma per cosmogonia, apertura verso mondi infiniti, perch\u00e9<\/span> Lucio Fontana del 1966 ha voluto rifare il Manifesto Spazialista con una attenzione diversa all’era spaziale che avrebbe portato alla primo passo dell’uomo sulla Luna. Vittorio coi suoi acciai ossidati e con le sue colate di alluminio ci riporta in una materia spaziale aggettante che ci risucchia proprio nella profondit\u00e0 del cosmo. Quindi la dimensione temporale che parte dai Macchiaioli all’interno di una piccola macchia viene espansa come in una galassia stellare che con il telescopio noi possiamo osservare ma che di fatto \u00e8 piccola quanto la pennellata di un macchiaiolo!\u201d\u00a0<\/span><\/p>\n La nuova sede di Banca Generali Private in Piazzetta San Lorenzo inoltre ha aperto le sue porte al pubblico per ospitare quadri, sculture e fotografie legate alla mostra \u201cCome la luce\u201d<\/b> con un focus su Eugenio Pellini, presentando due importanti sculture come \u201cLa ragazza con le trecce\u201d, inedita, e il \u201cGaribaldi della Notte di Caprera\u201d, in bronzo, Riccardo Crippa e Lucio Fontana e fotografie di Roberto Molinari dell\u2019Atelier Pellini di Milano.<\/span><\/p>\n La mostra sar\u00e0 aperta al pubblico fino al prossimo 8 settembre 2019 e sar\u00e0 visitabile presso il Castello di Masnago dal marted\u00ec alla domenica ore 10-18 (biglietto cumulativo per la mostra di Guttuso) e nella sede di Banca Generali Private in Piazzetta San Lorenzo 1\/a in orario di ufficio, ingresso libero.<\/span><\/p>\n Cristina Pesaro<\/span><\/i><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Si \u00e8 aperta al Castello di Masnago la mostra Come la luce con un grande successo di pubblico e con Banca Generali Private e i suoi consulenti varesini che si affiancano al mondo dell\u2019arte con il loro sostegno a una mostra di grande prestigio per la citt\u00e0. 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