{"id":52448,"date":"2019-09-13T12:00:09","date_gmt":"2019-09-13T10:00:09","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=52448"},"modified":"2019-09-10T10:00:56","modified_gmt":"2019-09-10T08:00:56","slug":"dal-nulla","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/dal-nulla\/","title":{"rendered":"\u2026dal Nulla"},"content":{"rendered":"
“La Dancalia, per chi attraversava il Corno d\u2019Africa alla fine del \u2018900, era ancora un mito. Non vi erano strade. Le mappe, approssimative. Circolavano storie terribili. Certo, conoscevi qualcuno che diceva di esserci stato ai tempi di una giovent\u00f9 avventurosa. Sapevi che era un deserto, che c\u2019erano i vulcani e le carovane del sale. E loro, gli Afar. […] Ma la Dancalia era la frontiera, l\u2019ultima terra inesplorata. Il vuoto. Laggi\u00f9 bisognava andare. [Andrea Semplici, Gli ultimi viaggiatori della Dancalia, APR&B Editore, 2012]<\/p>\n
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Spunta cos\u00ec, dal nulla, il bambino. Corre pi\u00f9 veloce che pu\u00f2, inciampa a piedi nudi con le sue gambette secche, salta i sassi, ride, s\u2019arrabbia, s\u2019affanna per arrivare in tempo.
\nMa quando alla fine raggiunge il ciglio della strada sterrata, la carovana delle nostre auto \u00a0se n\u2019\u00e8 gi\u00e0 andata.<\/p>\n
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Non lo sentir\u00f2 mai domandarmi a ripetizione qualcosa che non capisco<\/em>, n\u00e9 pronunciare orgoglioso suo nome battendosi il petto gonfio. Lo posso soltanto scorgere dallo specchietto retrovisore mentre saluta all\u2019infinito con la mano, grigio<\/em>, nella polvere incolore del suo spazio spoglio, si confonde ormai con lo sfondo. Una manciata di istanti e si intravvede solo una macchiolina nell\u2019immenso cocente della piana desertica del Dallol. Corre incessante a perdifiato ma arriva sempre troppo tardi: la sua casupola infatti, dista qualche centinaio di metri dalla strada e gli uomini bianchi a bordo delle jeep, lui, \u00a0non li ha mai visti.<\/p>\n <\/p>\n Ivo Stelluti \u2013 Il Viaggiator Curioso<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" “La Dancalia, per chi attraversava il Corno d\u2019Africa alla fine del \u2018900, era ancora un mito. Non vi erano strade. Le mappe, approssimative. Circolavano storie terribili. Certo, conoscevi qualcuno che diceva di esserci stato ai tempi di una giovent\u00f9 avventurosa. Sapevi che era un deserto, che c\u2019erano i vulcani e le carovane del sale. E […]<\/p>\n","protected":false},"author":9,"featured_media":52449,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[778],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nImmagino sia il suo gioco preferito: forse lo ripete tutte le volte che qualche fuori-strada s\u2019avventura fin qui sfiorando quei bruscolini di capanne smarriti, al confine tra Etiopia ed Eritrea.<\/p>\n