{"id":53238,"date":"2019-10-25T12:00:48","date_gmt":"2019-10-25T10:00:48","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=53238"},"modified":"2019-10-25T15:03:32","modified_gmt":"2019-10-25T13:03:32","slug":"sottocasa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/sottocasa\/","title":{"rendered":"A pochi passi da casa, la Meraviglia"},"content":{"rendered":"
Sono nato in un paese dal nome altisonante<\/em>: Busto Arsizio. Ho sempre abitato qui: un vero \u201cbustocco\u201d, come si dice, ma questa citt\u00e0 non mi ha mai appartenuto realmente. L\u2019ho sempre sfiorata, sorvolata, attraversata impaziente, senza snocciolarla, ne ho utilizzato i servizi, certo, lamentandomene come fan tutti, ma non ne avevo mai apprezzato la bellezza. <\/p>\n Gi\u00e0, \u00e8 vero. Andiamo fino in Indonesia, in Sudamerica o in Senegal, inseguendo tramonti attraenti da fotografare e non alziamo neppure lo sguardo dal marciapiede di casa<\/em>.<\/p>\n Alcuni fedeli, di differenti et\u00e0, uscivano dalla porta laterale della basilica, quasi in fila, in silenzio, come rasserenati, squarciando con la loro presenza il rumore del traffico e il vociare disordinato, mixato al tintinnio dei bicchieri da aperitivo.<\/p>\n DIRE UNA PREGHIERA AL TRAMONTO DI UN GIORNO QUALUNQUE<\/em> <\/p>\n Ivo Stelluti, il Viaggiator Curioso<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Sono nato in un paese dal nome altisonante: Busto Arsizio. Ho sempre abitato qui: un vero \u201cbustocco\u201d, come si dice, ma questa citt\u00e0 non mi ha mai appartenuto realmente. L\u2019ho sempre sfiorata, sorvolata, attraversata impaziente, senza snocciolarla, ne ho utilizzato i servizi, certo, lamentandomene come fan tutti, ma non ne avevo mai apprezzato la bellezza. […]<\/p>\n","protected":false},"author":9,"featured_media":53240,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[778],"tags":[],"yoast_head":"\n
\n<\/em>Poi, l\u2019altro giorno, uscendo dal portone di una vecchia corte del centro storico, mi sono girato verso quella\u00a0<\/em>strada, di cui non conosco nemmeno il nome, che prima accenna leggermente a sinistra, poi punta dritto verso la piazza principale.
\nEra l\u2019ora del tramonto, che d\u2019autunno ti coglie sempre troppo presto, ancora con le borse della spesa in mano e qualche pensiero incrostato addosso. Ho alzato lo sguardo verso il Santuario di S. Maria, un raffinato gioiello dei primi del \u2018500. Scuola bramantesca, indubbiamente. Quella costruzione mi \u00e8 apparsa inattesa, con la sua eleganza lineare e le guglie stagliate contro un cielo d\u2019un rosso pompeiano che nemmeno in Africa si fa cos\u00ec penetrante.<\/p>\n
\n<\/em>Mi \u00e8 parsa un\u2019immagine di un tempo antico, in bianco e nero, un gesto di devozione sincera, spontanea, viva. Potevo quasi essere davanti a un tempio birmano, dove tutti vanno a pregare perch\u00e9 la vita continui a scorrere o a ringraziare per la giornata conclusa bene.
\nSar\u00e0 banale, ma non l\u2019avevo mai fatto.
\nNon qui, a poche centinaia di metri da casa.
\nFermarmi un istante a guardare la meraviglia.<\/em><\/p>\n