{"id":53554,"date":"2019-11-11T12:00:52","date_gmt":"2019-11-11T11:00:52","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=53554"},"modified":"2019-11-15T12:59:36","modified_gmt":"2019-11-15T11:59:36","slug":"la-madonna-litta-e-tornata-a-milano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-madonna-litta-e-tornata-a-milano\/","title":{"rendered":"La Madonna Litta \u00e8 tornata a Milano"},"content":{"rendered":"
Milano – E cos\u00ec la \u201cVergine col Bambino che allatta\u201d, una tempera su tavola trasportata su tela di centimetri 42×33 ascritta a Leonardo, \u00e8 tornata un\u2019altra volta in citt\u00e0 dove era stata dipinta intorno al 1490 e dove, se non si vuole dar retta a talune ipotesi che la volevano a Venezia in casa Contarini o a Piacenza in Santa Maria di Campagna, rimase a lungo.
\nAnche in palazzi davvero prestigiosi come quello in via del Morone di Alberico XII Barbiano di Belgioioso d\u2019Este, e poi, alla scomparsa di questo principe, in quello del suo esecutore testamentario Alberto Litta Visconti Arese. In questo palazzo a porta Vercellina la tavola fu vista e ammirata finch\u00e9 nel 1865 un rampollo della nobilissima famiglia decise di venderla al Museo Imperiale di San Pietroburgo. Da dove il quadro torn\u00f2 nell\u2019estate del 1990 a Milano, in Palazzo Reale, accompagnato da altri capolavori italiani di propriet\u00e0 dell\u2019Ermitage ed ora \u00e8 esposto, fino al 10 febbraio 2020, nella dimora che fu di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, ora museo, e che museo! Dimora per\u00f2, senza gli spazi sterminati e fastosi del Palazzo d\u2019Inverno affacciato sulla Neva cos\u00ec che la mostra \u201cLeonardo e la Madonna Litta\u201d, a cura di Andrea Di Lorenzo e Pietro C. Marani (catalogo di Skira), evitando saggiamente di diventare una parata d\u2019opere del maestro, s\u2019impernia tutta intorno a questo quadro approfondendo i problemi non lievi che esso ha sollevato e solleva ancora e documentando con tavole, disegni, incisioni, la ragguardevole fortuna incontrata negli ultimissimi anni del Quattrocento e nei primi del successivo entro l\u2019ambiente artistico milanese dove essa dovette essere ben conosciuta e ammirata.
\nChi abbia commissionato a Leonardo questa \u201cVergine col Bambino in seno\u201d non \u00e8 dato di sapere, ma certo non era persona dappoco considerando il sapiente e complesso studio compositivo, la cura esecutiva prestata e la preziosit\u00e0 delle essenze e dei pigmenti impiegati. Logico, di conseguenza, che quest\u2019opera, pur se di dimensioni contenute, proprio da stanza, non abbia lasciato indifferente chi lavorava, fianco a fianco, nella trafficata e operosa bottega di Leonardo o chi con essa era in contatto nella Milano magnifica dei tempi di Ludovico il Moro. Ecco dunque, convogliata al Poldi Pezzoli, una scelta e non folta sfilata di tele e tavole aventi a soggetto – caro del resto alla devozione privata – la Vergine, talvolta in atto di allattare, e il Bambino, tutte opere di pi\u00f9 o meno fedeli collaboratori o seguaci del Maestro, che trassero ispirazione dal prototipo leonardesco o variarono su di esso senza tuttavia mai raggiungere il suo alto esito. Perch\u00e9? Perch\u00e9 nella \u201cMadonna Litta\u201d Leonardo mise \u201cil pensiero, il cervello e l\u2019animo\u201d, come di lui scrisse Vasari, l\u2019invenzione insomma; su questa venne a porsi l\u2019esecuzione ad opera di un valido e fidato assistente (Giovanni Antonio Boltraffio? Pi\u00f9 lui di Marco d\u2019Oggiono) specializzato nel genere e sempre seguito con occhio attento e critico da Leonardo.
\nOggi nessuno pi\u00f9 crede che alla \u201cMadonna Litta\u201d, come del resto ad altre opere, Leonardo abbia lavorato da solo, dall\u2019inizio alla fine. Eppure basta guardare il palpitante paesaggio di l\u00e0 dalle finestre ad arco e il Bambino dai ricci vibranti alla luce, intento a succhiare ingordo il latte materno, lo sguardo consapevole gi\u00e0 volto altrove, per intendere che anche quest\u2019opera nasceva dall\u2019esigenza di Leonardo di imitare la natura, di cercare di reinventarla e di renderla nelle sue opere. L\u2019abilit\u00e0 dei collaboratori, ben scelti e addestrati anche con assidua vicinanza, dava poi compimento ad esse in modo egregio. Come appunto accade per la Madonna Litta.<\/p>\n
Giuseppe Pacciarotti<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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