{"id":53675,"date":"2019-11-20T12:42:40","date_gmt":"2019-11-20T11:42:40","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=53675"},"modified":"2021-01-25T11:09:27","modified_gmt":"2021-01-25T10:09:27","slug":"la-sinagoga-centrale-di-milano-e-i-giardini-della-guastalla","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-sinagoga-centrale-di-milano-e-i-giardini-della-guastalla\/","title":{"rendered":"La sinagoga centrale di Milano e i giardini della Guastalla"},"content":{"rendered":"
Milano<\/strong>, Giardini della Guastalla<\/em>. Nel cuore di Milano, affacciato su Via Francesco Sforza, c\u2019\u00e8 uno dei pi\u00f9 antichi giardini pubblici di Milano. Risalente al 1555<\/strong> la sua fondazione si deve alla Contessa Paola Ludovica Torelli della Guastalla<\/a>. Non esistendo una tradizione ebraica cui fare riferimento per il progetto, l’architetto segu\u00ec il filone eclettico<\/strong>, caratterizzando l’edificio con elementi bizantini e arabeggianti. Lo testimonia l\u2019unico elemento originale tuttora esistente: la facciata monumentale, impreziosita da mosaici azzurro e oro<\/strong>, leggermente rientrata e separata dalla strada da una lunga cancellata. Punto di incontro di una Comunit\u00e0 sempre pi\u00f9 numerosa, la sinagoga fu ristrutturata nel 1997<\/strong>. Pur conservando i volumi, Piero Pinto e Giancarlo Alhadeff trasformarono l’interno. Furono aperti nuovi finestroni sui due lati principali e il soffitto fu rialzato nella parte centrale del matroneo, ma l’elemento pi\u00f9 caratterizzante di quest’ultimo intervento\u00a0sono\u00a0le vetrate multicolori delle 23 finestre<\/strong>, opera dell’artista newyorkese Roger Selden<\/a>. Eleonora Manzo<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Milano, Giardini della Guastalla. Nel cuore di Milano, affacciato su Via Francesco Sforza, c\u2019\u00e8 uno dei pi\u00f9 antichi giardini pubblici di Milano. Risalente al 1555 la sua fondazione si deve alla Contessa Paola Ludovica Torelli della Guastalla. Nata nel\u00a01499\u00a0e rimasta vedova a soli 29 anni, la contessa si trasfer\u00ec a Milano dopo aver venduto il […]<\/p>\n","protected":false},"author":6,"featured_media":53676,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[11,45,17],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nNata nel\u00a01499\u00a0e rimasta vedova a soli 29 anni, la contessa si trasfer\u00ec a Milano dopo aver venduto il suo feudo ai\u00a0Gonzaga. Fond\u00f2 quindi un monastero, dedicandosi all’educazione di “fanciulle nobili ma decadute” che, senza dote o altri mezzi, sarebbero finite altrimenti in convento o su una cattiva strada. La sede originaria del collegio<\/strong> si trova dietro l’Ospedale Maggiore di\u00a0Milano\u00a0in un grande palazzo con giardino, attuale sede del\u00a0giudice di pace<\/strong>. Nel\u00a01937\u00a0il Comune di\u00a0Milano\u00a0decise di espropriare il palazzo, e il collegio venne trasferito a\u00a0Monza. Quando il parco fu aperto al pubblico, il 10 agosto\u00a01939, era unito al parco di\u00a0palazzo Sormani.
\nOggi i Giardini della Guastalla ospitano al loro interno la splendida peschiera barocca<\/strong> \u2013 che ha sostituito l\u2019originale laghetto cinquecentesco \u2013, l\u2019edicola seicentesca che ospita una\u00a0Madonna assistita dagli Angeli<\/strong>\u00a0e il tempietto neoclassico di\u00a0Luigi Cagnola<\/a>.
\nLa grande vasca barocca ha quattro accessi, un camminamento che permette di avvicinarsi all\u2019acqua<\/strong> ed \u00e8 e arricchita da balaustre in\u00a0granito\u00a0bianco. La peschiera, una volta, veniva utilizzata proprio come allevamento di pesci che potevano servire ai cittadini come riserva di cibo in periodi dove magari sarebbe stato difficile sostentarsi.
\nTra gli alberi dei Giardini della Guastalla, tra i meno estesi di Milano, con soli\u00a012.000 mq\u00a0di superficie, il pi\u00f9 spettacolare \u00e8 senz\u2019altro l\u2019albero dei sigari<\/a> (la catalpa bignonioides \u2018Walt\u2019) dal tronco molto contorto e monumentale e dalla chioma asimmetrica, quasi una scultura vegetale.
\nDopo aver attraversato i Giardini della Guastalla, svoltando a sinistra in via della Guastalla ci si trova di fronte alla splendida facciata in stile eclettico<\/strong> della Sinagoga Centrale di Milano<\/strong>. Sede del rabbinato centrale, fu edificata nel 1892, su progetto di\u00a0Luca Beltrami<\/a>, l\u2019architetto autore dei restauri del\u00a0Castello Sforzesco\u00a0e della sistemazione di\u00a0piazza della Scala.
\nLa comunit\u00e0 ebraica di Milano<\/strong>\u00a0contava all\u2019epoca mezzo secolo di vita, dato che gli ebrei, da quando erano stati cacciati da Milano (1597), in citt\u00e0 venivano soltanto a sbrigare i loro commerci. Fu con l’Unit\u00e0 d’Italia che iniziarono a stabilirsi in quello che stava diventando il centro economico e industriale pi\u00f9 importante della Lombardia, tanto che nel 1890 la Comunit\u00e0 israelitica contava pi\u00f9 di 2000 iscritti<\/strong>. Il modesto oratorio di via Stampa 4 risultava\u00a0ormai inadeguato. Per la costruzione del nuovo tempio la Comunit\u00e0 acquist\u00f2\u00a0un terreno nel cuore della citt\u00e0<\/strong> e, come accennato in precedenza, affid\u00f2\u00a0l’incarico della costruzione al\u00a0Beltrami. L\u2019architetto di grido della Milano di fine Ottocento aveva a sua disposizione un\u2019area di 1150 mq<\/strong> che si affacciava sulla via Guastalla. La Comunit\u00e0 gli impose per\u00f2 una serie di vincoli: mantenere il fronte arretrato rispetto alla strada, orientare la sinagoga lungo l’asse est-ovest per ragioni liturgiche, prevedere un ingresso principale che introducesse a un vestibolo con lavabi rituali e due ingressi secondari laterali per raggiungere il matroneo riservato alle donne.<\/p>\n
\nIl Tempio di via Guastalla fu inaugurato il 28 settembre 1892<\/strong>,\u00a0dopo solo un anno di lavori, e divenne subito parte integrante del paesaggio cittadino. L\u2019originale impianto del Beltrami rimase tuttavia distrutto durante i bombardamenti del 13 agosto 1943<\/strong>, ma, nonostante le difficolt\u00e0 che la Comunit\u00e0 si trovo a fronteggiare alla fine della guerra, gi\u00e0 nel 1947 fu deciso di far rinascere la grande sinagoga<\/strong>. Fu indetto un concorso per soli architetti ebrei, vinto ex equo da Manfredo D’Urbino ed Eugenio Gentili Tedeschi. I due\u00a0architetti rinnovarono completamente l’impianto del tempio.<\/p>\n
\nIn tempi bui come questi, in cui \u00e8 stata assegnata la scorta alla senatrice Liliana Segre<\/strong>, una visita alla sinagoga di Milano \u00e8 un\u2019occasione di incontro, di scambio. Perch\u00e9 l\u2019altro \u00e8 una ricchezza. Sempre. L\u2019altro siamo noi.<\/p>\n