{"id":53881,"date":"2019-12-06T12:30:39","date_gmt":"2019-12-06T11:30:39","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=53881"},"modified":"2019-12-06T12:39:02","modified_gmt":"2019-12-06T11:39:02","slug":"il-restauratore","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-restauratore\/","title":{"rendered":"Il Restauratore"},"content":{"rendered":"
L\u2019uomo avr\u00e0 quarant\u2019anni, forse qualcuno in pi\u00f9. Il mio sguardo si ferma subito sulle sue mani segnate dagli acidi, dalla colla, dal lavoro pratico, concreto.
\nAl centro della stanza, sopra ad un grosso bancone, tra il disordine di barattoli, trapani da dentista e pennelli, incorniciato da una grande luce artificiale, c\u2019\u00e8 uno strano oggetto, evidentemente rinvenuto in una delle tombe qui intorno. Il restauratore non gli toglie gli occhi di dosso e anche quando siamo entrati nel laboratorio, ha cominciato a parlare senza nemmeno guardarci. E\u2019 evidente che non \u00e8 interessato a sapere chi siamo, da dove veniamo. Lui \u00e8 l\u00ec per lavorare e visto che ci siamo anche noi, per raccontarci la SUA Storia.
\nPer prima cosa indica una data presunta del manufatto: VI secolo a.C.. Duemila-cinquecento-anni-fa, ripete pi\u00f9 volte sillabando come per sottolineare l\u2019importanza della collocazione storica.
\nPoi abbozza a narrare del suo lavoro, di come il reperto sia giunto fino ai giorni nostri e delle condizioni pessime in cui versava.
\nComprendiamo che soltanto grazie ad un sapiente lavoro di recupero una testimonianza del genere pu\u00f2 continuare il suo viaggio attraverso i secoli.
\nCi tiene subito a precisare la differenza tra un restauratore e un archeologo: \u201cnon \u00e8 certo l\u2019architetto che mette in bolla i muri\u201d, sentenzia secco.
\nDopo aver illustrato molti dettagli della sepoltura in cui \u00e8 stato rinvenuto, finalmente svela la funzione dell\u2019oggetto.
\n\u201cProbabilmente si tratta di un morso per cavalli, da cerimonia, non certamente da battaglia, \u00e8 evidente dalla raffinatezza della fattura.
\nForse era una sonagliera, ma sarebbe necessaria un\u2019indagine ai raggi x per verificare se le sfere decorative di metallo contengono qualcosa che le avrebbe fatte tintinnare con il movimento del cavallo. E\u2019 per\u00f2 un\u2019analisi molto costosa e la sovraintendenza non ha i soldi per queste cose.\u201d Spiega sconsolato. Mi viene voglia di chiedere il costo dell’operazione e di organizzare una delle mie proverbiali feste per raccogliere, almeno in parte, i fondi necessari. Ma mi trattengo: forse meglio lasciare al misterioso arnese il suo silente segreto.
\nInvece comincio a tempestarlo con una serie di domande incalzanti. Sono interessato soprattutto alle sostanze utilizzate e alle prove su frammenti microscopici che si devono eseguire prima di agire direttamente sul reperto. Lui risponde con il sommo piacere, che ben conosco, di chi fa il proprio mestiere con passione infinita ed insondabile. E\u2019 una professione di tempi lentissimi, gesti rituali, pazienza e metodicit\u00e0 davvero ineguagliabili, quasi una vocazione. Confesso che lavoro in un laboratorio chimico, per giustificare almeno qualcuno dei miei insoliti quesiti.
\nSono passati pi\u00f9 di 40 minuti da quando noi, sparuti visitatori del museo Archeologico di Piombino, in un piovoso gioved\u00ec di agosto, siamo capitati nella sua stanza. E\u2019 incredibile come lui non abbia mai interrotto la sua attivit\u00e0, continuando a far andare le mani mentre raccontava fluente.
\nConfida di essersi accorto che era quasi mezzogiorno dal fatto che aveva sentito il bisogno del secondo caff\u00e8. Mi offro io di portaglielo, pur di non lasciare che interrompa la sua preziosa attivit\u00e0.
\nNon sapeva che fuori stava piovendo, quindi non aveva nemmeno guardato dalla finestra da stamattina. E a pensare che, a pochi metri dal suo laboratorio, c\u2019\u00e8 il mare.
\n\u201cEcco perch\u00e9 c\u2019\u00e8 qualcuno nel museo, oggi.\u201d Esclama senza scomporsi. \u201cQuando \u00e8 brutto tempo non si pu\u00f2 andare in spiaggia e alcuni turisti si avventurano fin qui\u2026\u201d
\nIl nostro patrimonio archeologico \u00e8 tenuto in vita a fatica da persone di questa qualit\u00e0. Centinaia di manutentori dell\u2019arte, manovali dell’incanto che lucidano, puliscono, tolgono impurit\u00e0 e fanno risplendere al mondo le testimonianze della Nostra Storia. Gente che non guarda nemmeno fuori dalla finestra. A loro dobbiamo la conservazione della pi\u00f9 grande ricchezza artistica del mondo, della quale l\u2019Italia va tanto fiera, e su cui basa una parte consistente della propria economia.
\nPoi scopriamo un mistero nel mistero: la sonagliera \u00e8 decorata da una strana figura umana, sembra quasi un bambino oppure un extraterrestre. “In genere questi paramenti venivano ornati da immagini di animali” ci spiega il nostro esperto. “E’ l’unico esempio del genere. Ancora non si ha un’interpretazione di a questo dettaglio”.
\nAlla fine il restauratore mi fa un\u2019unica, inaspettata domanda: mi chiede se voglio toccare il reperto. Cos\u00ec, per sentire la porosit\u00e0 del metallo restaurato, la nuova esistenza che ha saputo donargli, levando gli appesantimenti del tempo. E aggiunge, sottovoce, come si fa con i bimbi: \u201cnel museo non si pu\u00f2 nemmeno sfiorare gli oggetti esposti, ma qui facciamo un\u2019eccezione\u2026\u201d Il materiale sembra veramente leggero al tatto. La parte gi\u00e0 restaurata, priva delle incrostazioni, ha davvero un diverso respiro. Si vedono persino i fori sui quali era cucita la parte in cuoio, che doveva stare a contatto con la criniera dell\u2019animale. Forse, un\u2019analisi attenta, restituir\u00e0 qualche frammento organico, il che vorrebbe dire, mezzi economici permettendo, una datazione certa. Continuiamo ad osservare con la lente d\u2019ingrandimento e riusciamo a scorgere delle tracce di pigmenti. \u201cQuindi era dipinto!\u201d Esclamo sorpreso. \u201cTutto, nel mondo etrusco, era a colori vivaci!\u201d rivela con saggezza il ricercatore.
\n\u201cProva a chiudere gli occhi tenendolo in mano e potrai sentire il frastuono delle parate di un tempo, i nitriti dei cavalli, il tintinnio delle loro variopinte bardature da cerimonia: potrai udire il Fragore della Storia.\u201d
\nIl restauratore non si era nemmeno presentato. Quindi non sapremo mai il suo nome. Forse non potremo mai neppure conoscere il suono emesso da quello strano oggetto ma grazie alla sua passione, per un istante, ne abbiamo sognato e compreso la bellezza.<\/p>\n
Il Viaggiator Curioso<\/strong> L\u2019uomo avr\u00e0 quarant\u2019anni, forse qualcuno in pi\u00f9. Il mio sguardo si ferma subito sulle sue mani segnate dagli acidi, dalla colla, dal lavoro pratico, concreto. Al centro della stanza, sopra ad un grosso bancone, tra il disordine di barattoli, trapani da dentista e pennelli, incorniciato da una grande luce artificiale, c\u2019\u00e8 uno strano oggetto, evidentemente […]<\/p>\n","protected":false},"author":6,"featured_media":53888,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[778],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nAntica citt\u00e0 di Populonia,Toscana
\nGioved\u00ec 8 agosto 2019<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"