{"id":54600,"date":"2020-02-21T09:20:26","date_gmt":"2020-02-21T08:20:26","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=54600"},"modified":"2020-02-21T09:27:04","modified_gmt":"2020-02-21T08:27:04","slug":"le-tre-battaglie","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/le-tre-battaglie\/","title":{"rendered":"Le Tre Battaglie"},"content":{"rendered":"
La \u201cBattaglia di Isso\u201d \u00e8 un mosaico romano di notevoli dimensioni, quasi sei metri per tre, composto da circa un milione e mezzo di tessere, conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L\u2019opera fu rinvenuta nel 1831 durante gli scavi di Pompei, nella pavimentazione della famosissima casa del Fauno. La scena ritratta rappresenta lo scontro vinto da Alessandro Magno, a sinistra della composizione, contro Dario III di Persia, raffigurato a destra. Si tratta probabilmente una copia del dipinto greco del pittore Filosseno di Eretria.<\/p>\n
L’immagine di Alessandro \u00e8 una delle sue iconografie pi\u00f9 note. Nella corazza del condottiero \u00e8 rappresentata una Medusa con i capelli ondulati, con il tipico aspetto ritratto nell’arte greca del IV secolo a.C..
\nDario invece \u00e8 rappresentato su di un carro. Dall’espressione sembra essere preoccupato, quasi spaventato: d\u00e0 l\u2019idea di voler fuggire dalla situazione.<\/p>\n
L’opera \u00e8 di un realismo sconcertante. Nel cavallo centrale, visto da dietro, si nota addirittura l’uso dell’ombreggiatura per trasmettere un senso di massa e volume, che contribuisce ad aumentare l’effetto naturalistico della raffigurazione, tecnica non indifferente considerata l\u2019epoca e il fatto che si tratta di un mosaico.<\/p>\n
Nella scena, evidentemente concitata, spiccano dettagli di incredibile posa cinematografica, come il cavallo caduto morente e il soldato persiano in primo piano che guarda la sua immagine in agonia, riflessa da uno scudo.
\nLance che s’intersecano, affollamento di corpi, zoccoli scalpitanti, tensione, rapidit\u00e0: tutto evoca il frastuono, l’angoscia e lo smarrimento tipico della guerra.<\/p>\n
All\u2019interno della grotta di Mahishamardini, sulla collina sacra di Mamallapuram \u00e8 conservato uno stupefacente bassorilievo raffigurante la dea Durga, Madre Divina, armata di arco e frecce, accompagnata da una schiera di Gana e Yogin\u012b, nell\u2019attimo prima di uccidere Mahisha, l\u2019enorme demone con la testa di bufalo, che indietreggia dal centro della scena ormai senza speranza.<\/p>\n
La dea Durga, una delle 108 manifestazioni della divinit\u00e0 Parvati, assume in s\u00e9 i poteri di Brahma, Vishnu e Maheswara [una forma di Shiva] per combattere 9 giorni ininterrottamente. Il decimo giorno arriva la vittoria definitiva sulle forze del male.
\nI devoti spesso si rivolgono alla dea compiendo cerimonie e sacrifici per avere buona sorte, successo e speranza.
\nAnche quest’immagine racconta con innumerevoli particolari il caos insensato della guerra, nonostante si tratti di un combattimento che ha lo scopo di sconfiggere il maligno.
\nNella composizione si pu\u00f2 scorgere addirittura un corpo calpestato dal pesante piede del demone, oltre a volti, lame, braccia, nell\u2019intreccio scomposto e concitato tipico della battaglia. Forse un monito che ha il significato di indurre gli uomini a vivere in pace, lasciando alle forze soprannaturali atrocit\u00e0 e scontri.<\/p>\n
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Ora veniamo alla modernit\u00e0. Pablo Picasso dipinge la sua tela pi\u00f9 famosa nel 1937, raffigurando, come \u00e8 noto, il bombardamento della cittadina basca di Guernica, ad opera dell’armata aerea tedesca ma pi\u00f9 in generale la descrizione \u00e8 incentrata proprio sull’orrore della guerra.
\nCome spesso accade agli artisti, essi hanno la capacit\u00e0, grazie alla loro particolare sensibilit\u00e0, di anticipare gli avvenimenti storici. La Seconda Guerra Mondiale infatti, gi\u00e0 nell’aria, scoppier\u00e0 soltanto due anni pi\u00f9 tardi.
\nViolenza, sofferenza e angoscia sono leggibili esplicitamente osservando, ad esempio, sulla sinistra del dipinto, la madre che grida al cielo disperata, con il figlio in grembo ormai senza vita. Quest’immagine viene controbilanciata graficamente da un’altra figura apparentemente femminile a destra, che alza le braccia al cielo. In basso nel dipinto c’\u00e8 un cadavere che ha una stigma sulla mano sinistra come simbolo di innocenza, in contrasto con la crudelt\u00e0 nazi-fascista e stringe nella mano destra una spada spezzata, da cui spunta un pallido fiore, quasi a voler reclamare la speranza di un futuro. La gamma dei colori \u00e8 limitata; vengono, infatti, utilizzati esclusivamente toni grigi, neri e bianchi, in modo da rappresentare l’assenza di vita. L’alto senso tragico scaturisce anche dalla deformazione dei corpi e dalle linee che si tagliano vicendevolmente, dalle lingue aguzze che fanno pensare ad urli dolorosi, disperati, laceranti.
\nSolo una lampadina, in alto, rappresenta, forse, una flebile speranza.
\nTre opere di artisti vissuti in contesti talmente differenti che di certo non possono essere paragonati. Li accomuna per\u00f2 il disprezzo per le conseguenze delle atrocit\u00e0 umane, il pensiero che soltanto una distorsione dell\u2019anima pu\u00f2 portare ad uccidere i propri simili, non importa se la causa sia ritenuta o meno lecita e se siano rappresentanti del divino, grandi condottieri o uomini comuni a distruggere vite umane. Non si tratta di condannare il nemico di turno o di celebrare la potenza e la supremazia di un popolo su di un altro, come spesso questo genere pittorico \u00e8 portato a rappresentare, ma il tema che accosta queste tre opere sembra essere davvero lo stupore per l’insensatezza della guerra.
\nAdesso riseco a fare un passo indietro: guardo l’umanit\u00e0 da un\u2019altra angolazione. Nella mia mappa immaginaria l\u2019india ora sta vicino all\u2019Italia e alla Spagna, insieme a tutte le altre terre frammentate da secoli di conflitti. L\u2019arte, in effetti, non serve a gran ch\u00e9. I quadri stano l\u00ec, in silenzio a guardarti ma il loro compito \u00e8 di aiutare a scrutare le anime, scandagliare le epoche storiche, ricordare il passato per interpretare il presente.<\/p>\n
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Il Viaggiator Curioso,<\/em> Luoghi delle immagini: Museo Archeologico Napoli, India del Sud, Territori Palestinesi, Isfah\u0101n (Iran), Museo Nacional de Arte Reina Sof\u00eda (Madrid).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" POMPEI – Napoli – 100 a.C. La \u201cBattaglia di Isso\u201d \u00e8 un mosaico romano di notevoli dimensioni, quasi sei metri per tre, composto da circa un milione e mezzo di tessere, conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L\u2019opera fu rinvenuta nel 1831 durante gli scavi di Pompei, nella pavimentazione della famosissima casa del […]<\/p>\n","protected":false},"author":6,"featured_media":54605,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[778],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nMamallapuram, 24 aprile 2018.<\/em><\/p>\n