{"id":55409,"date":"2020-04-24T09:23:50","date_gmt":"2020-04-24T07:23:50","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=55409"},"modified":"2020-04-24T10:55:37","modified_gmt":"2020-04-24T08:55:37","slug":"kaliste","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/kalliste\/","title":{"rendered":"Kallist\u0113: la bellissima Santorini"},"content":{"rendered":"
Kallist\u0113: \u201cLa Bellissima\u201d. Era questo il nome greco della pi\u00f9 bizzarra delle Cicladi poi\u00a0 ribattezzata \u201cSantorini\u201d dai Veneziani, in onore di Sant\u2019Irene.<\/p>\n
Mediterraneo: in mezzo alle terre, il mare delle prime Civilt\u00e0_ dell\u2019Umanit\u00e0. Scelgo il punto di osservazione migliore in questa meraviglia: il centro. Il nucleo geologico di quest\u2019isola si trova infatti tra la zolla europea e quella africana ed \u00e8 questa l\u2019origine del vivo vulcanesimo del territorio dove ci troviamo.
\nSantorini emerge come una dea dalle acque, colora ogni mia percezione di spazi liquidi, di roccia rugosa, antica.
\nDall\u2019alto, la caldera \u00e8 un cerchio vuoto, spezzato dalle forze della Natura e lasciato l\u00ec cos\u00ec, imperfetto. Pronto per essere abitato.<\/p>\n
Il crinale, infatti, \u00e8 tratteggiato da un paese generoso di luce raffinata. Uno spruzzo di case bianche appoggiate, in equilibrio armonico, al bordo del cratere. Gli elementi delle molecole di cui noi stessi siamo fatti qui si trovano allo stato libero.
\nPercorriamo tutta l\u2019isola rinvenendo indizi ad ogni passo: come un libro di Storia aperto su tracce di mondi perduti, si schiudono davanti a noi antichit\u00e0 ed enigmi.
\nAKROTIRI La citt\u00e0 pi\u00f9 vecchia d\u2019Europa. Lo sapevate? Un sistema complesso di case a due piani, strade, magazzini, gi\u00e0 vivo probabilmente intorno al 3000 a.C.
\nA testimonianza del livello di civilt\u00e0 di questa misteriosa popolazione una commovente vasca da bagno, con un design del tutto simile a quelle in ghisa dei primi del \u2018900.<\/p>\n
Non \u00e8 certo la Grecia degli spazi lasciati vuoti da un\u2019economia in crisi, \u00e8 un territorio lussureggiante di Storia & Civilt\u00e0. I reperti non sono solo memoria del passato, sono contenitori di indicazioni per il presente.<\/p>\n
Camminando lungo il sentiero verso il piccolo santuario di Panaghia Katefiani, scorgo un sassolino di colore strano. Mi chino a raccoglierlo: sembra un frammento di un vaso, in parte dipinto. Alzo lo sguardo e solo allora mi accorgo che, a qualche decina di metri dai miei piedi, si trova il cimitero degli Achei dell’Antica Thira.
\nLasciarsi sorprendere, provare ad immaginare le connessioni, perdersi nella scoperta, rinvenire le risposte… Credo che siano sensazioni che solo gli archeologi e pochi appassionati possano comprendere.<\/p>\n
Le Isole del Mar Egeo sono state abitate fin dai tempi preistorici, dapprima ospitando gli embrioni della futura Civilt\u00e0 Occidentale e poi divenendo il ponte naturale attraverso il quale i due Antichi Mondi, Europa e Asia, hanno commerciato, si sono combattuti e si sono studiati vicendevolmente.
\n1628 a.C. Eruzione minoica. quattro giorni di un cataclisma talmente potente da oscurare il cielo per una intera stagione. L\u2019esplosione fu cos\u00ec grande da generare una colonna eruttiva che raggiunse i 36 Km di altezza, disperdendo cenere vulcanica in tutto il Mediterraneo orientale, dal Mar Nero al delta del Nilo. Poi il terribile collasso della struttura vulcanica: un\u2019isola intera sprofond\u00f2 producendo onde che arrivarono fin sulle coste dell\u2019Africa. Il magma sottostante venne a contatto con l’acqua marina poco profonda dell’insenatura, provocando una violenta generazione di vapore. Una delle pi\u00f9 grandi catastrofi dell\u2019umanit\u00e0, i cui effetti sul clima si registrarono in tutto il continente europeo e non solo.
\nL\u2019evento \u00e8 in realt\u00e0 probabilmente ciclico: sappiamo che la caldera si riempie lentamente di magma e collassa su se stessa ogni due o tre migliaia di anni: pi\u00f9 o meno con la stessa dinamica studiata nel Krakatoa in Indonesia.<\/p>\n
Questa eruzione ha distrutto tutti i reperti organici quindi, per arrivare ad una datazione dell\u2019evento, sono stati utilizzati gli anelli di alcuni alberi fossili trovati in Germania, che riportano il segno evidente della mancanza dell\u2019estate in quell\u2019anno. Ad Akortiri invece, protetti dalle anfore, sono stati rinvenuti semi di ulivo, che possono essere datati al Carbonio 14. Incrociando i dati di questi ed altri reperti si \u00e8 giunti ad una data quasi certa.<\/p>\n
Purtroppo non sono rimaste molte testimonianze del misterioso popolo che ha abitato l’isola prima del disastro, ma dai ritrovamenti pare essere stato molto pi\u00f9 evoluto di ci\u00f2 che potrebbe far pensare il periodo in cui viene collocato, tanto da far supporre che si tratti del mitico Regno di Atlantide.<\/p>\n