{"id":55646,"date":"2020-05-19T10:00:14","date_gmt":"2020-05-19T08:00:14","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=55646"},"modified":"2020-05-27T11:57:18","modified_gmt":"2020-05-27T09:57:18","slug":"citta-felici","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/citta-felici\/","title":{"rendered":"Citt\u00e0 felici"},"content":{"rendered":"
Cerro Maggiore – L\u2019arte, in questi mesi segnati dalla pandemia, sembra avere avuto un ruolo di sfogo, un rifugio dove trovare momenti di serenit\u00e0 scappando da quella paura, dall’ansia o peggio dalla disperazione, che hanno segnato e segnano ancora la quotidianit\u00e0 sebbene, come dimostrato dagli aggiornamenti, sembra che il peggio sia passato. Almeno per il momento. Gli artisti, in particolare, hanno avuto modo di trasformare questo inquietante “sentire” cristallizzandolo nelle proprie opere, ora rappresentandone l’aspetto pi\u00f9 drammatico, ora reagendo al “male” incanalando le emozioni nella speranza con uno sguardo positivo al futuro. Come l’artista Gaetano D’auria che, fin da giovane affrontava situazioni difficili ritagliandosi pause riflessive per concentrarsi nella sua pittura. Cos\u00ec ha fatto anche durante gli infiniti giorni dell’emergenza Covid , immergendosi nel lavoro e producendo nuove opere.
\n“Una pittura da paura – dice l’artista – contaminata dalle notizie che giugevano attraverso i telegiornali. Ho pensato alle persone che lavoravano negli ospedali, a chi ha incontrato il virus e, a chi non ce l’ha fatta, al valore della libert\u00e0, alla quale abbiamo dovuto rinunciare e che si dava per scontata, quella riferita ad esempio alle piccole cose, quelle pi\u00f9 scontate e semplici, come l’incontro con gli amici, la pizza del sabato sera,… le risate”.
\nQuando a febbraio \u00e8 scoppiata l’emergenza, D’Auria aveva inaugurato da un giorno, allo Spazio Arte Carlo Farioli di Busto, la personale intitolata “Ricordi dal futuro”. Un titolo che oggi suona quasi come una profezia. Ci aspettavano infatti giori che avrebbero lasciato alla memoria ferite profonde da rimarginare solo con idee positive e la voglia di ricominciare. Ma non come prima… meglio di prima, con la consapevolezza dei limiti umani perch\u00e8, come diceva qualcuno “Del doman non v’\u00e8 certezza”.
\nCosa far\u00e0 appena sar\u00e0 possibile intrevvedere una ripresa?
\n“Come dicevo in questo periodo ho lavorato molto. Ho realizzato una serie di opere che ho intitolato “Le citt\u00e0 felici”. Vorrei invitare tutti a progettatare qualcosa di bello. Quando tutto sar\u00e0 finito andr\u00f2 allo spazio Farioli e proporr\u00f2 una mostra proprio intitolata come il ciclo dei miei nuovi lavori che, oltre a riprendere il discorso interrotto, vorr\u00e0 essere un auspicio per un futuro pi\u00f9 sereno e consapevole”.<\/p>\n
Gaetano D\u2019Auria nasce in provincia di Agrigento il 29 dicembre 1948 e n el 1950 con la famiglia si trasferisce nella provincia Milanese. Inizia il suo percorso artistico nei primi anni \u201970. In quel periodo si esprime con un linguaggio pittorico figurativo dal forte accento sociale riconducibile nella corrente del \u201cRealismo Esistenziale\u201d. Successivamente la sua ricerca andr\u00e0 concentrandosi sulle \u201cemozioni\u201d che i colori gli trasmettono e negli anni \u201980 nella sua ricerca prender\u00e0 il sopravvento un approccio poetico con opere dedicate alle natura, alle sue meraviglie e al \u201cricordo\u201d come filtro per osservare il mondo. Negli anni \u201990 inizia un nuovo processo di sintesi con rinnovate ricerche estetiche. D\u2019Auria approda alla formulazione di una pittura astratto-materica che si muove dentro spazi mentali \u201cmultidimensionali” dalla cifra stilistica inconfondibile.
\nAnita Venegoni<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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