{"id":55702,"date":"2020-05-21T19:30:46","date_gmt":"2020-05-21T17:30:46","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=55702"},"modified":"2020-05-21T19:03:32","modified_gmt":"2020-05-21T17:03:32","slug":"aletheia-le-rivelazioni-di-berlinde-de-bruychere","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/aletheia-le-rivelazioni-di-berlinde-de-bruychere\/","title":{"rendered":"Aletheia: le rivelazioni di Berlinde De Bruychere"},"content":{"rendered":"
Torino – La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo riprende la programmazione espositiva con la mostra “Aletheia” personale di Berlinde De Bruyckere (Gand, 1964) gi\u00e0 inaugurata lo scorso novembre.<\/p>\n
Per gli spazi torinesi De Bruychere ha concepito uno specifico corpus di lavori, dispiegati attraverso le sale espositive come una narrazione organica che si sviluppa attraverso sculture monumentali per culminare in una grande installazione ambientale. L’artista presenta opere di forte impatto emotivo che invitano a riflettere sulla condizione umana toccando temi universali quali la sofferenza, il dolore, la memoria, la necessit\u00e0 di superamento e di trasformazione. Un lavoro scultoreo che risente delle influenze e dei rimadi alla storia dell’arte e alla mitologia contaminate dalla realt\u00e0 quotidiana di strutture sociali in collasso.<\/p>\n
La mostra trae ispirazione da un luogo che ha influenzato la ricerca dell’artista. Si tratta di un laboratorio per la lavorazione delle pelli degli animali (ad Anderlecht, in Belgio) dove, appena strappate, vengono impilate su larghi bancali e ricoperte di sale per preservarle in funzione dei trattamenti successivi.
\nImmagini potenti che danno forma a temi chiave della narrazione dell’artista come il rapporto complesso tra vita e morte, bellezza e angoscia e che evocano nello stesso tempo e in quelle azioni come rituali, un\u2019idea di sacralit\u00e0 in relazione ai resti mortali. La pelle allude al corpo tramite la sua assenza, in una rappresentazione ambivalente che parla di ferite e di contatto, di torti e di conforto.\u00a0 Come dei sudari accatastati, uno sopra l’altro ,diventano metafora della figura umana nella quale converge e si sviluppa il tema di un’atroce sofferenza.
\nSculture “scuoiate” che incarnano violenza e crudelt\u00e0 che scuotono, provocano, urlano, chiamano. L’artista mette in luce, come una “denuncia”, l’aridit\u00e0 dei sentimenti di compassione e solidariet\u00e0 di questi momenti che vede “assomigliare a quell’inquietudine che ha preceduto le mostruosit\u00e0 dell\u2019Olocausto”.<\/p>\n
La mostra, a cura di Irene Calderoni, rimarr\u00e0 in caledario negli spazi di via Modane a Torio, sino al 7 giugno nei giorni di sabato, domenica e festivi (2 giugno) dalle 12 alle 19. Il pubblico dovr\u00e0 necessariamente prenotare la visita, inviando una mail a biglietteria@fsrr.org e specificando il giorno e l\u2019orario.<\/p>\n
E.F.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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