{"id":55820,"date":"2020-06-05T12:15:32","date_gmt":"2020-06-05T10:15:32","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=55820"},"modified":"2020-06-05T11:52:41","modified_gmt":"2020-06-05T09:52:41","slug":"qual-buon-vento","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/qual-buon-vento\/","title":{"rendered":"Qual buon vento!"},"content":{"rendered":"
Trieste – La bora \u00e8 una delle caratteristiche pi\u00f9 famose della citt\u00e0 tanto da meritare un museo. In via Belpoggio \u00e8 possibile entrare in un piccolo spazio che racchiude un mondo: \u00e8 il magazzino dei venti. Impossibile crederci ma qui sono raccolte delle vere e proprie collezioni, immagini di cronaca del passato, creazioni del presente, oggetti curiosi, strumenti scientifici e differenti, originali e sorprendenti racconti su questa straordinaria forza invisibile.
\nLasciamoci dunque trasportare nella visita all’ importante archivio, intitolato a Silvio Polli, che raccoglie fotografie, pubblicazioni, giornali, strumenti scientifici di uno dei pi\u00f9 grandi studiosi del fenomeno. Seguendo le correnti d’aria si raggiunge poi la Collezione artistica del Museo: \u201cuna piccola galleria del vento\u201d che presenta opere di artisti come Pascutto, Pastrovicchio, Pezzolato, Spigai che hanno realizzato opere ispirate al tema. E per finire caliamoci in un’aria frizzantina scoprendo la bizzarra raccolta che vede inscatotati i venti di tutto il globo. Una sorta di gioco al quale partecipano i visitatori che dopo avere scoperto il Magazzino spediscono al museo il vento della propria citt\u00e0, o raccolto in vacanza, diventando cos\u00ec \u201cambasciatori eolici\u201d. Si contato oltre 130 pezzi tra bottiglie, scatole e pacchetti che cotengono “preziosi” venti imbottigliati, inscatolati, impacchettati provenienti da quasi tutto il mondo.
\nNel magico Magazzino di Trieste non mancano sezioni dedicate alle curiosit\u00e0 sulla Bora e sui venti con reperti originali oppure creati ad hoc, come la \u201cFinestra di Stendhal\u201d, una tipica apertura triestina reinterpretata con inciso un testo del celebre scrittore.
\nIl vento supera i confini geografici e i pensieri, \u00e8 una forza che taglia e si staglia nei cieli tempestosi o nei blu accecanti portando via con s\u00e8 tutto ci\u00f2 che incontra. Gli alberi si inchinano, le acque si agitano mentre vortici di polvere si alzano in danze ritmate. Lo sanno bene i pittori che da sempre vengono sedotti da questa forza della natura capace di trasformare in pochi minuti luci, ombre e colori. Pensiamo ai paesaggi inquieti di Giovanni Fattori come nella “Libecciata”, o ai tetri scenari di Constable con le emozioni della tempesta sul mare dove soffia il vento pi\u00f9 impetuoso. O ancora alle dame degli impressionisti dagli abiti svolazzanti, intente a trattenere l’elegante cappello. Solo gli artisti si possono permettere di fermare il vento, catturarlo e farlo soffiare in quella magica forza che si sprigiona nei loro capolavori.<\/p>\n
E.Farioli<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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