{"id":56147,"date":"2020-07-02T17:30:11","date_gmt":"2020-07-02T15:30:11","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=56147"},"modified":"2020-07-02T16:49:08","modified_gmt":"2020-07-02T14:49:08","slug":"gli-abbracci-mancanti-scolpiti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/gli-abbracci-mancanti-scolpiti\/","title":{"rendered":"Gli “Abbracci mancanti” scolpiti"},"content":{"rendered":"
Busto Arsizio – “I doni della quarantena”, iniziativa organizzata da Spazio Arte Carlo Farioli, continua proponendo il terzo appuntamento che vede protagonista la scultrice Irene Cornacchia. Nella vetrina dell’Associazione Culturale di Via Silvio Pellico \u00e8 possibile ammirare, sino all’11 luglio, “Abbracci mancanti” opera realizzata, come vuole il progetto dell’evento, durante il lockdown.
\nLa vetrina si \u00e8 dunque trasformata in una sorta di Micro Museo aperto sulla Citt\u00e0 e destinato a chi cerca un incontro con l\u2019arte e a chi passa casualmente per strada. Ogni quindici giorni si alternano installazioni di artisti e opere a cura di Filobus, il laboratorio permanente di Arti tessili dell\u2019Associazione Culturale e co-ideatore dell’iniziativa. Ogni artista racconta dunque le proprie emozioni, esprime i sentimenti vissuti nel particolare momento di cambiamento imposto dall’emergenza.<\/p>\n
L\u2019opera \u201cAbbracci mancanti\u201d, un’installazione composta da quattro pannelli sui quali l’artista ha scolpito corpi dalle differenti posture ed espressioni, \u00e8 carica di tensione. Come sottolinea il titolo richiama quel desiderio di vicinanza e di contatto, quel gesto al quale ci eravamo tutti abituati senza pensare a quanto fosse importante e ora, che ci viene vietato, ci manca terribilente. Cornacchia scolpisce dunque nella materia quel “desiderio” di calore, carezze,\u00a0 amicizia, rifugio, salute, spiritualit\u00e0 … L’abbraccio che d\u00e0 amore, energia, carica e vita. Stretti tra le braccia ci si sente sicuri, fin dalla nascita. Un gesto scoperto e riscoperto nel momento in cui \u00e8 stato negato, del quale si ha un forte bisogno non solo nei momenti di debolezza e di fragilit\u00e0 ma anche in quelli di gioia.
\n\u201cIn Irene Cornacchia \u2013 spiega Sonia Catena critica d\u2019arte \u2013 convivono due anime: la forza della materia e la leggerezza dell\u2019immaginazione. La durezza dei materiali fra le mani dell\u2019artista diventa materia plasmabile e morbida, quasi tremante, si dispiega fra una lavorazione intima e appassionata, classicista e moderna, capace di donare alla scultura una vivida consistenza. Corpi plastici dalle differenti posture ed espressioni, riflettono il tumulto dell\u2019animo che la scultrice sollecita attraverso la manipolazione fisica, un dialogo invisibile tra la fermezza della materia e il movimento della forma. L\u2019artista lombarda studia la trasformazione del corpo attraverso le alterazioni volontarie o inconsapevoli della carne e dei muscoli, contenuti nella pelle. Una ricerca sull\u2019anatomia umana che guarda all\u2019intensit\u00e0 di Michelangelo, ai corpi non finiti di Rodin o a quelli fotografati da Mapplethorpe. Come nella scultura, nei disegni e nelle bozze preparatorie, il tratto a carboncino dell\u2019artista si fa schietto e deciso, espressione di istintivit\u00e0 ed energia, non riesce a contenersi bens\u00ec trasmette forme nervose e irregolari. In alcuni lavori la dimensione spaziale si annulla, i corpi schiacciati sulla superficie danno la sensazione di una sospensione in un luogo imprecisato. Il corpo diventa paesaggio, ove i muscoli sembrano promontori su cui l\u2019occhio scivola, le pieghe della pelle ricordano versanti rocciosi ripidi e scoscesi in cui lo sguardo si tuffa. Ogni elemento scultoreo diviene natura sconfinata che si spinge verso il cielo della pittura, orizzonte etereo e impalpabile che aiuta a placare la materia, struttura greve del corpo. Opere cariche di tensione vitale, esprimono un ideale di bellezza dal sapore classico e dall\u2019aspetto tormentato, incoraggiando ombre intense ed espressive. Superfici porose, scavate, abbozzate su cui la luce si staglia o guizza, si diffonde o tace, sottolineando le linee forti e nette, dai volumi plastici e dai chiaroscuri marcati\u201d.<\/p>\n
Dal 12 al 24 luglio la vetrina di Spazio Arte sar\u00e0 dedicata a un\u2019installazione a cura di Filobus.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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