{"id":57633,"date":"2020-10-16T10:44:14","date_gmt":"2020-10-16T08:44:14","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=57633"},"modified":"2020-10-16T10:44:14","modified_gmt":"2020-10-16T08:44:14","slug":"trilogia-indiana-quinta-parte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/trilogia-indiana-quinta-parte\/","title":{"rendered":"Trilogia indiana – quinta parte"},"content":{"rendered":"
Una delle pi\u00f9 celebri versioni del \u201cMilione\u201d, il Libro delle Meraviglie di Marco Polo \u00e8 conservata in Vaticano. Nel manoscritto si legge: \u201cSe soltanto avessi saputo che sarei tornato indietro, chiss\u00e0 quante altre cose io ricorderei!<\/em>\u201d Tra le tante innumerevoli raffigurazioni sacre scolpite ad onorare il meraviglioso Brihadishvara Temple, nel distretto di Tanjore, si distingue chiaramente l\u2019immagine di un occidentale. I tratti somatici, il cappello, la casacca, la posa: tutto ci porta a pensare che si tratti di uno dei nostri. I devoti che si aggirano per il cortile, ci confermano che si tratta proprio dell\u2019effige di Marco Polo. Verifichiamo per\u00f2 con la guida che la costruzione del tempio \u00e8 posteriore ad una probabile visita del mercante veneziano, quindi, in un restauro successivo, qualcuno ha voluto inserire un ricordo del passaggio dell\u2019esploratore. Ma per quale motivo?<\/p>\n Si sa di certo che, nel viaggio di ritorno, Marco Polo ha seguito una rotta via mare, che pare lo abbia portato proprio in India, sulle coste del Golfo del Bengala. Quindi \u00e8 davvero possibile che, durante una sosta della navigazione, egli abbia visitato questo tempio. I Polo scelsero per la missione la via del mare, ritenuta pi\u00f9 sicura rispetto a quella terrestre e costeggiano la penisola indiana giungendo al porto di Hormuz. Portarono la principessa fino a Tabriz, per scoprire che il promesso sposo nel frattempo era deceduto. La principessa spos\u00f2 quindi il figlio del re persiano, il giovane Ghazan, dichiarando compiuta la missione e i Polo furono quindi liberi di tornare a Venezia, giungendovi soltanto nel 1295, dopo ben 24 anni di assenza da casa.<\/p>\n Marco Polo rappresenta l\u2019archetipo del viaggiatore moderno, le sue rotte sono tracciate di certo da ragioni commerciali, ma egli si mostra aperto verso tutto ci\u00f2 che \u00e8 bellezza, novit\u00e0, cultura nel senso pi\u00f9 ampio del termine. Lo anima una simpatia istintiva per le societ\u00e0 nuove che incontra, per i paesi remoti che percorre, verso i quali prova un profondo rispetto che sconfina nell’amore. Con il suo viaggio si \u00e8 arricchito, oltre che di diamanti1<\/sup>, di conoscenza e di umanit\u00e0. Questo viandante per vocazione ci insegna che la proattivit\u00e0, la capacit\u00e0 di anticipare necessit\u00e0 e cambiamenti della propria epoca, non \u00e8 mera conquista e arroganza, ma interesse per quello che ci si presenta davanti, e per ci\u00f2 che potrebbe esserci oltre al nostro orizzonte presente. Il suo spirito di avventura lo porta a sconfinare di gran lunga dal semplice obiettivo di percorrere la Via della Seta, gi\u00e0 tracciata e sapientemente descritta da altri pionieri del suo tempo, come il Vescovo Giovanni da Pian del Carpine, inviato dal Papa alla corte del Khan nel 1245, quindi quasi 50 anni prima dei Polo, per cercare un accordo con il popolo mongolo, temendone l\u2019invasione. A tal proposito, un altro interessante esempio \u00e8 fornito da Guglielmo di Rubruck, il missionario fiammingo inviato nel 1253 dal re di Francia Luigi IX in Mongolia con lo scopo di evangelizzare l\u2019Oriente. Nonostante il fallimento della sua missione il frate francescano si mostra aperto e curioso, nei confronti del diverso: mette da parte la presunzione di superiorit\u00e0 tipicamente occidentale, caso piuttosto raro tra i viaggiatori del suo periodo. Almeno questo si deduce dall\u2019Itinerarium, il suo brillante racconto di viaggio. Marco in questo trov\u00f2 terreno fertile perch\u00e9 il Kublai Khan stesso volle costruire un impero tollerante e si affid\u00f2 spesso a vassalli stranieri, che fra l\u2019altro, a differenza dei propri parenti, non avevano interesse a mettere a rischio il suo potere. I regnanti mongoli per lungo tempo apprezzarono il valore di una via di comunicazione sicura e fonte di ricchezza sia per l\u2019occidente che per l\u2019oriente. Verso la seconda met\u00e0 del XIV secolo il secondo impero pi\u00f9 grande della storia cominci\u00f2 per\u00f2 a disgregarsi e viaggiare lungo la via della Seta divent\u00f2 sempre pi\u00f9 difficoltoso. Grazie all\u2019intuizione di Rustichello da Pisa, rimane la testimonianza di questo illuminato esploratore che ispir\u00f2 addirittura, due secoli pi\u00f9 tardi, un altro viaggiatore italiano: Cristoforo Colombo2<\/sup>.<\/p>\n 1<\/sup> Marco torner\u00e0 a Venezia travestito da viandante coperto di una tunica logora in cui aveva cucito diamanti e pietre preziose acquistate lungo il cammino, che permisero alla sua famiglia di comprare un grande palazzo in Contrada San Giovanni Crisostomo.<\/em><\/p>\n 2<\/sup> Marco Polo parla di una \u201cTerra oltre il mare\u201d, sicuramente descritta sulla mappa di Paolo dal Pozzo Toscanelli, usata da Colombo nel suo viaggio e a noi purtroppo non pervenuta.<\/em><\/p>\n Ivo Stelluti, Il Viaggiator Curioso,<\/em> Una delle pi\u00f9 celebri versioni del \u201cMilione\u201d, il Libro delle Meraviglie di Marco Polo \u00e8 conservata in Vaticano. Nel manoscritto si legge: \u201cSe soltanto avessi saputo che sarei tornato indietro, chiss\u00e0 quante altre cose io ricorderei!\u201d Ecco cosa poteva significare viaggiare per un mercante del medioevo: il ritorno non era previsto. Tra le tante innumerevoli […]<\/p>\n","protected":false},"author":6,"featured_media":57637,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[778],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nEcco cosa poteva significare viaggiare per un mercante del medioevo: il ritorno non era previsto.<\/p>\n
\nMi viene in mente un solo europeo che potrebbe essere finito da queste parti in epoche remote.<\/p>\n
\nL\u2018itinerario di andata dei Polo dur\u00f2 circa 3 anni e mezzo; Marco, il padre e lo zio rimasero presso la corte del Khan per 17 anni, fino al 1292 quando si present\u00f2 per loro l\u2019occasione per rientrare in patria.
\nLo scopo del viaggio di ritorno era quello di scortare una principessa mongola di nome K\u00f6k\u00f6tchin, che era stata promessa sposa al re persiano Arghun, fino alla corte del futuro marito.<\/p>\n
\nIl nostro Marco Polo per\u00f2 si spinger\u00e0 oltre poich\u00e9 il suo intuito che lo condurr\u00e0 non a imporre la propria cultura, bens\u00ec a imparare dal diverso, intrecciare relazioni fra genti, mescolarsi con loro, in una visione di scambi pacifici che anticipa la nostra tanto amata (e poco praticata) globalizzazione.<\/p>\n
\nRameshwaram, Tamil Nadu, India<\/em>
\n28 Aprile 2018.<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"