{"id":57950,"date":"2020-11-13T15:00:58","date_gmt":"2020-11-13T14:00:58","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=57950"},"modified":"2020-11-13T15:54:38","modified_gmt":"2020-11-13T14:54:38","slug":"la-magia-del-mondo-fluttuante-seconda-parte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-magia-del-mondo-fluttuante-seconda-parte\/","title":{"rendered":"La magia del mondo fluttuante – seconda parte"},"content":{"rendered":"
In sanscrito \u201cdhyana\u201d, in cinese \u201cch\u2019an\u201d, in giapponese \u201czen\u201d: pensare, riflettere, meditare. Un millenario percorso linguistico, storico e culturale descrive come lo Zen non sia una religione n\u00e9 una filosofia, bens\u00ec una metodologia dello spirito, della coscienza e della mente, che pu\u00f2 essere adottata da chiunque, in qualunque luogo e tempo.
\nLo Zen \u00e8 una via semplice, diretta e concreta che riporta alla realt\u00e0, un \u201cqui e ora\u201d dove \u00e8 utile tornare appena si riesce.<\/p>\n
Percorrendo questo sentiero, chiunque pu\u00f2 superare i condizionamenti della vita quotidiana e abbandonarsi al presente, attimo dopo attimo, per cogliere la verit\u00e0 assoluta ed esistere liberamente, senza vincoli.
\nL\u2019 Okunoin, il cimitero di Koyasan, mi sembra proprio il posto pi\u00f9 appropriato per imparare lo zen.<\/p>\n
Un’antica leggenda della scuola buddista Shingon narra che non esistono morti nell\u2019Okunoin, ma solo degli spiriti in attesa. Secondo questa credenza Kobo Daishi, il fondatore della comunit\u00e0 religiosa di Koya, nato nel 774 d.C., starebbe ancora l\u00ec da qualche parte nel tempio a meditare senza dire una parola e uscir\u00e0 dal suo stato solo quando Miroku, il Buddha del futuro, scender\u00e0 sulla Terra. Solo allora, tutte le anime che riposano qui avranno il privilegio di potersi incamminare al suo seguito.
\nPer un giapponese \u00e8 un grande onore sapere che le proprie ceneri saranno conservate su questo monte. Per questo l\u2019estensione di sepolcri ha occupato, nel corso dei secoli, l\u2019intera collina.<\/p>\n
Un minuscolo ponte di legno separa i due mondi, quello terreno e quello spirituale. Un inchino, qualche passo scricchiolante e si entra nella zona pi\u00f9 sacra, un piccolo assaggio dell’aldil\u00e0.<\/p>\n
Qui l\u2019atmosfera cambia, l\u2019aria si carica di misticismo. I cedri svettanti rendono quasi buio il cielo mentre il sentiero ad ampie curve sale nel bosco sempre pi\u00f9 fitto e misterioso. La selva in molte culture \u00e8 il luogo adatto per incontrare il divino.<\/p>\n
Bisogna avere il coraggio di lasciare il percorso principale per osservare come le tombe pi\u00f9 antiche, che ad esempio nella cristianit\u00e0 vengono spesso lustrate a nuovo, qui sono lasciate in balia dei muschi e la natura, con il suo dolce abbraccio, ricopre tutto ci\u00f2 che l\u2019uomo ha costruito.
\nAlcune statue del Buddha portano al collo un bavaglino rosso: si tratta di simboli che le madri lasciano per proteggere i loro bambini.<\/p>\n
Ogni ponte sancisce il passaggio ad un pi\u00f9 alto livello di sacralit\u00e0 ed \u00e8 bene compiere un inchino a mani giunte tutte le volte che si attraversa un torrente.
\nIn mezzo alla foresta ad un certo punto compare il Toro-do, un padiglione con mille lanterne, alcune delle quali pare starebbero bruciando senza mai spegnersi da pi\u00f9 di novecento anni.<\/p>\n
Rimaniamo in piedi, in silenzio di fronte a questo spettacolo. Neppure meditando per ore potremmo arrivare a svelarne il segreto ma la sua quiete ha allietato per un po’ le nostre anime di passaggio.
\nUsciti dal cimitero, poco pi\u00f9 a valle ci concediamo un t\u00e8 al Sainan-in Temple.<\/p>\n
Entriamo invitati dall\u2019insegna dell\u2019ingresso ma ci accorgiamo subito che non si tratta di un bar, o almeno di quello che noi intendiamo con questo termine.<\/p>\n
Per i viaggiatori un posto di ristoro deve poter permettere di sedersi l\u2019uno di fronte all\u2019altro per riposarsi, chiacchierare e scambiarsi opinioni. Invece qui troviamo soltanto sgabelli disposti tutti in fila davanti ad una lunga vetrata.<\/p>\n
Al di l\u00e0 del il vetro un meraviglioso giardino zen fatto di ghiaia accuratamente rastrellata, alberi secolari cespugli verdissimi e acque zampillanti. Al cospetto di una visione del genere non viene spontaneo commentare, ma si sta muti a contemplare, sorseggiando il proprio t\u00e8. \u00c8 stato quindi naturale disporre le sedie l\u2019una di fianco all\u2019altra, come a teatro. La parola al silenzio.<\/p>\n
Ivo Stelluti, il Viaggiator Curioso,<\/em> In sanscrito \u201cdhyana\u201d, in cinese \u201cch\u2019an\u201d, in giapponese \u201czen\u201d: pensare, riflettere, meditare. Un millenario percorso linguistico, storico e culturale descrive come lo Zen non sia una religione n\u00e9 una filosofia, bens\u00ec una metodologia dello spirito, della coscienza e della mente, che pu\u00f2 essere adottata da chiunque, in qualunque luogo e tempo. Lo Zen \u00e8 una […]<\/p>\n","protected":false},"author":6,"featured_media":57952,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[778],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nKoyasan, Giappone,<\/em>
\n28 aprile 2019.<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"