{"id":59514,"date":"2021-02-17T14:00:46","date_gmt":"2021-02-17T13:00:46","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=59514"},"modified":"2021-02-19T09:27:53","modified_gmt":"2021-02-19T08:27:53","slug":"via-dante-la-strada-nuova-di-milano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/via-dante-la-strada-nuova-di-milano\/","title":{"rendered":"Via Dante, la strada nuova di Milano"},"content":{"rendered":"
Milano – \u201cMilano nel 1906\u201d, una guida della citt\u00e0 pregevole per ricchezza di informazioni, destinata a chi veniva in visita all\u2019Esposizione Internazionale del Sempione, riservava spazio ragguardevole a via Dante e ai suoi palazzi. \u201cA prima vista \u2013 cos\u00ec si poteva leggere a pagina 99 \u2013 nessuno degli edifici di questa contrada assume speciale rilievo ma ci\u00f2 \u00e8 dovuto al fatto di essere la via perfettamente rettilinea, colle gronde dei singoli fabbricati ricorrenti allo stesso livello, coll\u2019identico numero di piani per tutti gli edifici: ci\u00f2 in omaggio a speciali prescrizioni imposte coll\u2019intento di ottenere un buon risultato nei riguardi architettonici. Eliminata per\u00f2 la prima impressione di uniformit\u00e0 nel complesso, l\u2019attenzione \u00e8 richiamata dalle fronti di alcuni edifici, la cui decorazione raggiunge un effetto notevole, vuoi per la genialit\u00e0 a cui \u00e8 improntata, vuoi per l\u2019armonia e la correttezza delle linee ornamentali\u201d. Seguiva poi la descrizione dei palazzi, ma per essa \u00e8 pi\u00f9 vantaggioso fare riferimento a quanto – ed \u00e8 veramente tanto \u2013 si legge e si vede su un ponderoso volume (Roma, Gangemi 2020) dal titolo Via Dante a Milano, Una strada e la sua architettura nella citt\u00e0 europea del XIX secolo.<\/em> Ne \u00e8 autore Pierfrancesco Sacerdoti, uno studioso particolarmente attento all\u2019architettura del tardo Ottocento e del primo Novecento come anche ha dimostrato, e nel migliore dei modi, trattando dei rapporti e delle influenze fra Silvio Gambini e il liberty milanese nel convegno Busto in liberty svoltosi nel 2019 a Palazzo Marliani, Cicogna. Con meticolosit\u00e0 e competenza davvero esemplari, riservate non solo ai decori delle fronti, ma anche alle strutture e alla disposizione degli spazi interni, Pierfrancesco Sacerdoti ha indagato sulle ragioni e sulle scelte del rinnovamento radicale, anche a costo di demolizioni di palazzi nobiliari, dell\u2019area tra il Castello Sforzesco e il Duomo comprendente anche lo slargo ellittico del Cordusio. Tutto incominci\u00f2 a seguito del piano regolatore dell\u2019ingegnere Cesare Beruto del 1884: si incominci\u00f2 nel 1887 con la presentazione dei primi progetti degli edifici; nel 1892, con incredibile celerit\u00e0 dei cantieri, l\u2019ultimo palazzo della via, dal 1891 intitolata a Dante Alighieri, era ultimato. Giuseppe Pacciarotti<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Milano – \u201cMilano nel 1906\u201d, una guida della citt\u00e0 pregevole per ricchezza di informazioni, destinata a chi veniva in visita all\u2019Esposizione Internazionale del Sempione, riservava spazio ragguardevole a via Dante e ai suoi palazzi. \u201cA prima vista \u2013 cos\u00ec si poteva leggere a pagina 99 \u2013 nessuno degli edifici di questa contrada assume speciale rilievo […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":59517,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[11,56,417,13,45],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nPer accentuare la qualit\u00e0 delle proposte architettoniche, ma anche per accelerare i lavori, il consiglio comunale istitu\u00ec fin \u201cpremi da conferirsi alle migliori fabbriche\u201d destinati ai proprietari delle case, quasi sempre coincidenti con gli stessi progettisti. Il primo premio, di 25 mila lire, lo vinse l\u2019architetto Giuseppe Pirovano per il palazzo in angolo con via Giulini marcato al piano strada e nell\u2019ammezzato da un insistente bugnato e con qualche riferimento nei superiori alla fronte michelangiolesca di palazzo Farnese a Roma. Sapientemente indagati da Sacerdoti i vasti e vari riferimenti culturali di tutte le facciate ispirati, come era allora in auge, soprattutto ai modelli cinquecenteschi, solo talvolta alleggeriti dal color rosso alla lombarda o da bifore, tuttavia sempre a tutto sesto perch\u00e9 l\u00ec lo stile gotico proprio non si addiceva.
\nGli ingegneri e gli architetti attivi a Milano, allora tutta coinvolta da gran fermento edilizio, non mancarono la ghiotta opportunit\u00e0 di mettere in mostra in una zona cos\u00ec prestigiosa e di riferimento le aggiornate capacit\u00e0 tecniche e i colti linguaggi formali, forti, i pi\u00f9, di una preparazione forgiata nelle aule della Scuola speciale di architettura, alias Politecnico: tra loro primeggiarono Luigi Broggi, Antonio Citterio, Giovanni Giachi e appunto Pirovano, il vincitore del primo premio a cui si \u00e8 accennato.
\nNessuno manc\u00f2 l\u2019intento di offrire un volto \u201cmoderno\u201d ai palazzi di questa arteria destinata a diventare un centro pulsante, ospitando da subito negozi e uffici affacciati sulla strada mentre nei piani superiori erano disposti appartamenti grandiosi e sontuosi. In una Milano che era ormai la capitale dell\u2019industria e dei commerci, via Dante divent\u00f2 quindi non solo il luogo privilegiato per l\u2019esibizione degli orientamenti stilistici dei progettisti, ma anche lo specchio delle scelte estetiche della borghesia imprenditoriale: con il palco alla Scala e la villa in Brianza o sui laghi, venire ad abitare in un palazzo di via Dante diventava per essa un blasone. E il coronamento definitivo della ascesa sociale.<\/p>\n