Scontro tra guerrieri longobardi (a sinistra) e (franchi a destra)<\/figcaption><\/figure>\nLa seconda ragione della fine del potere longobardo in Italia, dicevamo, \u00e8 costituita dal Papato<\/strong>. Quando la Chiesa di Roma si vede erodere, castello dopo castello, citt\u00e0 dopo citt\u00e0, il proprio potere temporale, corre ai ripari e, non potendo pi\u00f9 chiedere aiuto a Costantinopoli, che in quel momento ha ben altre minacce da affrontare, pensa bene di rivolgersi a un\u2019altra stirpe germanica: i Franchi<\/strong> (terza ragione). \nE sono proprio loro, i cuginastri d\u2019Oltralpe, a infliggere il colpo fatale ai Longobardi. In quale modo, lo vediamo subito. \nIl casus belli<\/em> potrebbe essere, nel 751, la conquista di Ravenna da parte di re Astolfo<\/strong>. \nPapa Stefano si rende conto che, se anche i Bizantini volessero mandargli soccorsi, non avrebbero pi\u00f9 nemmeno un porto dove farli sbarcare e cos\u00ec chiede aiuto a Pipino il Breve, figlio di Carlo Martello, eroe della battaglia di Poitiers. \nPipino scende in Italia, infligge una prima sconfitta ad Astolfo, il quale promette di fare il bravo e di restituire i possedimenti sottratti alla Chiesa; ma poi non tiene fede alla promessa e il re franco \u00e8 costretto a tornare nella Penisola e a impartirgli una seconda lezione. \nA questo punto \u00e8 chiaro a tutti che, nonostante la riforma di Liutprando, l\u2019esercito franco \u00e8 nettamente superiore a quello longobardo<\/strong>, \u00e8 meglio organizzato, meglio armato e, non da ultimo, meglio comandato: non c\u2019\u00e8 sempre bisogno di \u201cpregare<\/em>\u201d i vari capi e capetti di far bene la propria parte; la fanno e basta. Ci si rende in conto, insomma, che il proverbiale coraggio dei Longobardi, il loro ardore in battaglia, che nessuno ha mai messo in discussione, da solo non basta a vincere una guerra. \nForse se ne rende conto pure Desiderio<\/strong>, che sale al trono nel 757 d.C: e che, non avendo alcuna intenzione di restituire i possedimenti sottratti alla Chiesa, tenta la via diplomatica<\/strong>, dando due delle sue figlie in spose ai figli di Pipino, Carlo e Carlomanno. Il primo ripudier\u00e0 la sua senza tanti complimenti; il secondo morir\u00e0 in circostanze poco chiare, lasciando la propria vedova con due figli. \nProprio il diritto al trono di Francia da parte dei due pargoli, diverr\u00e0 un ulteriore motivo di dissidio tra Desiderio e Carlo, ormai unico re dei Franchi, pure lui chiamato a difendere la Sacra Romana Chiesa, questa volta dalle suppliche di papa Adriano. \nMentre il re longobardo aspetta al varco delle Chiuse in Val di Susa l’attacco di Carlo, costui manda met\u00e0 del proprio esercito, alla guida dello zio Bernardo, a passare le Alpi molto pi\u00f9 a nord; lui stesso, alla guida dell\u2019altra met\u00e0, aggira le fortificazioni attraverso un impervio sentiero tra i monti. \nDesiderio \u00e8 costretto a ripiegare e, secondo alcuni storici, affronta Carlo nei pressi del fiume Sesia, dove un primo scontro finisce in parit\u00e0. Quel che \u00e8 certo \u00e8 che ora il sovrano franco pu\u00f2 comunque disporre anche degli uomini dello zio, che nel frattempo lo hanno raggiunto, e spingere i Longobardi verso il Ticino. \nPure qui le versioni discordano. \nSecondo alcuni, nei pressi di Ara, che da allora si sarebbe appunto chiamata Mortara, ha luogo l’ultima fatale sanguinosa battaglia, che costringe Desiderio e i superstiti a rifugiarsi a Pavia. \nSecondo altri, invece, il re longobardo cerca subito scampo, senza neanche combattere, nella capitale, dove ordina al figlio di rifugiarsi a Verona. Adelchi, questo il suo nome, sentendo puzza dell\u2019ennesimo tradimento da parte del duca a capo della citt\u00e0 veneta, fugge dall\u2019Italia per trovare asilo dai vecchi nemici bizantini, a Costantinopoli. \nSiamo alla fine dell’estate del 774 d.C. e Pavia resister\u00e0 all’assedio fino all’inizio di quella dell’anno seguente, per consegnarsi al vincitore<\/strong>. \nRe Desiderio e la regina Ansa finiranno i loro giorni chiusi in due diversi monasteri. \nLe ultime concitate vicende del regno longobardo, come avrete capito, sono piene di buchi ancora da riempire, di \u201cse\u201d, di \u201cforse\u201d, di \u201csiamo sicuri?\u201d, e se queste incertezze costituiscono materia di indagine e di lavoro per gli storici, rappresentano altres\u00ec un terreno fertilissimo per un romanziere. Se dunque volete conoscere la mia personalissima, e in buona parte fantasiosa, ricostruzione degli eventi – vista sempre da quel particolare osservatorio storico che \u00e8 Castelseprio – mi permetto di consigliarvi \u201cIl segreto di Sibrium<\/em>\u201d.<\/p>\nIl segreto di Sibrium, romanzo storico di Alessandro Cuccuru – Aporema Edizioni<\/figcaption><\/figure>\nVi lascio intanto con una citazione, tratta dalla \u201cStoria d\u2019Italia\u201d di Indro Montanelli e Roberto Gervaso (\u00a9 1965-2011 RCS Libri S.p.A. Milano), che ho voluto inserire anche alla fine del mio romanzo. \n\u201cCos\u00ec fin\u00ec l\u2019Italia longobarda, e nessuno pu\u00f2 dire se fu, per il nostro Paese, una fortuna o una disgrazia. Alboino e i suoi successori erano stati degli scomodi padroni, pi\u00f9 scomodi di Teodorico, finch\u00e9 erano rimasti dei barbari accampati su un territorio di conquista. Ma oramai si stavano assimilando all\u2019Italia e avrebbero potuto trasformarla in una Nazione, come i Franchi stavano facendo in Francia.<\/em> \nMa in Francia non c\u2019era il Papa. In Italia s\u00ec.\u201d<\/em><\/p>\n <\/p>\n
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Bibliografia:<\/em> \n\u201cHistoria Langobardorum\u201d di Paolo Diacono;<\/em> \n\u201cStoria dei Longobardi\u201d di J\u00f6rg Jarnut (Piccola Biblioteca Einaudi);<\/em> \n\u201cI Longobardi \u2013 Dalle origini mitiche alla caduta del Regno d\u2019Italia\u201d di Nicola Bergamo (LEG edizioni);<\/em> \n\u201cI Longobardi e la guerra\u201d Autori Vari (Viella).<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"Narrare per intero oltre due secoli di dominazione longobarda, anche limitandosi alla nostra regione, sarebbe davvero un\u2019impresa titanica, che del resto non rientra tra gli scopi di questa rubrica. Punteremo pertanto la nostra attenzione, in questa come in altre future occasioni, sui cosiddetti \u201cpunti di svolta\u201d, quelli che determinano, spesso in seguito a fatti all\u2019apparenza […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":61177,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[1474,417],"tags":[],"yoast_head":"\n
La fine del Regno Longobardo - ArteVarese.com<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n