{"id":61260,"date":"2021-06-17T21:30:38","date_gmt":"2021-06-17T19:30:38","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=61260"},"modified":"2021-06-18T09:27:55","modified_gmt":"2021-06-18T07:27:55","slug":"disegnando-giardini-ho-coltivato-la-vita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/disegnando-giardini-ho-coltivato-la-vita\/","title":{"rendered":"“Disegnando giardini ho coltivato la vita”"},"content":{"rendered":"
Busto A. – Paolo Pejrone<\/strong> \u00e8 un architetto anche se si definisce un giardiniere. Allievo di Russell Page lavora in tutta Europa e il suo nome \u00e8 conosciuto sino in Arabia Saudita. Dal 2000 tiene rubriche su Tuttolobri<\/strong> “lo Specchio<\/em>” \u00a0Ville e Giardini<\/strong>, “clorofilla<\/em>” su La Stampa<\/strong> e sul mensile Gardenia<\/strong>.<\/p>\n Da libraia posso assicurarvi che \u00e8 il giardiniere pi\u00f9 autorevole e letto in Italia. Cerco di “rubare<\/em>” dall’introduzione delle sue Storie di slow gardening quello che il libro ha da suggerirvi. Francesca Boragno<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Busto A. – Paolo Pejrone \u00e8 un architetto anche se si definisce un giardiniere. Allievo di Russell Page lavora in tutta Europa e il suo nome \u00e8 conosciuto sino in Arabia Saudita. Dal 2000 tiene rubriche su Tuttolobri “lo Specchio” \u00a0Ville e Giardini, “clorofilla” su La Stampa e sul mensile Gardenia. Da libraia posso assicurarvi […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":61261,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[1459,13],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nL’autore ammette che, non ha soluzioni nel cappello, ne pretese deduttive, ne ansie di mostrarsi come paladino di una mentalit\u00e0 nuova.
\nResta fedele figlio dei suoi tempi e nascendo nel 1941, in Piemonte, possiamo dedurre che trafficando con le piante, da pi\u00f9 di settant’anni, osserva, sperimenta e intuisce in modo molto pratico e concreto. Cerca di usare quasi sempre il condizionale, come del resto gli hanno insegnato i suoi generosissimi mentori. Soprattutto ha imparato, suo malgrado, a non prendersi troppo sul serio: il giardino \u00e8 un insieme mutevole, tanto pi\u00f9 oggi e contraddice spesso le conclusioni alle quali crediamo di essere giunti.
\nQuesti scritti vorrebbero essere un concentrato di dubbi , un generatore di interrogativi, non risolutivi quindi ma utili: accorgersi di quel che sta accadendo nei nostri giardini e valutarlo senza retoriche \u00e8 il primo passo per impegnarsi nel cambiamento.
\nPotremmo definire questo libro una specie di viaggio, un viaggio che riassume una vita intera e che vorrebbe testimoniare, in modo empirico e assolutamente non scientifico, le tante conseguenze del famigerato surriscaldamento globale.
\nForse (Perhaps) \u00e8 l’incipit di molti scrittori-giardinieri inglesi e americani e conduce immediatamente il discorso sotto un alone pi\u00f9 semplice e sincero.
\nUn’autentica e intelligente prova di relativit\u00e0. Fondamentali per la pratica del giardino sono i campi di prova della Royal Horticultural Society, luoghi in cui si sperimenta senza sosta e il dubbio viene visto come elemento rassicurante e non sintomo di ignoranza.
\nDubito ergo sum, questa la mia massima di giardiniere. Il dubbio, per me, \u00e8 il vero generatore della curiosit\u00e0, ci\u00f2 che mi spinge a provare e riprovare.<\/p>\n