{"id":61440,"date":"2021-06-29T10:00:37","date_gmt":"2021-06-29T08:00:37","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=61440"},"modified":"2021-07-13T11:18:33","modified_gmt":"2021-07-13T09:18:33","slug":"leditto-di-rotari","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/leditto-di-rotari\/","title":{"rendered":"L\u2019Editto di Rotari"},"content":{"rendered":"

\u00abAnsoaldo, vieni qui un momento.<\/em>\u00bb Re Rotari fece cenno al notaio di avvicinarsi al trono: non voleva che gli altri membri della corte di Ticinum, riunita al gran completo, udissero quanto stava per confidargli.
\n\u00abDite, maest\u00e0<\/em>\u00bb fece l\u2019anziano abbassando il capo fin quasi a sfiorare con l\u2019orecchio le labbra del sovrano.<\/p>\n

\"\"<\/a>
Pagina tratta dall’Editto di Rotari<\/figcaption><\/figure>\n

\u00abSenti un po\u2019, ma questo… come accidenti hai detto che si chiama?<\/em>\u00bb
\n\u00abRomolo, maest\u00e0.<\/em>\u00bb
\n\u00abGi\u00e0, \u00e8 vero, Romolo. Un nome, una citt\u00e0, un programma…<\/em>\u00bb
\n\u00abIn effetti<\/em>\u00bb comment\u00f2 il notaio lasciandosi andare a un accenno di sorriso.
\n\u00abS\u00ec, comunque<\/em>\u00bb prosegu\u00ec il re, avendo cura di tener sempre basso il tono della voce, \u00abnome a parte, \u00e8 uno di cui ci si pu\u00f2 fidare?<\/em>\u00bb
\n\u00abNel suo campo \u00e8 il migliore; altrimenti non l\u2019avrei scelto tra tutti i funzionari del Papa, \u201crubandoglielo\u201d con la promessa di un lauto compenso.<\/em>\u00bb
\nNell\u2019udire nominare il pontefice, Rotari non trattenne una smorfia di disappunto.
\n\u00abNon ricordarmi da dove viene, per carit\u00e0, n\u00e9 quanto ci costa! Ma, insomma, Ansoaldo: al censimento non ci potevi pensare tu?<\/em>\u00bb
\n\u00abVe l\u2019ho gi\u00e0 spiegato, maest\u00e0, far di conto non \u00e8 il mio mestiere: io mi occupo di lettere, non di numeri. E oltretutto si trattava di un lavoro lungo, che prevedeva un\u2019infinit\u00e0 di viaggi; se mi ci fossi dedicato, non avrei pi\u00f9 potuto aiutarvi in tutto il resto del lavoro qui nel Palatium.<\/em>\u00bb
\n\u00abSar\u00e0<\/em>\u00bb disse il re riprendendo una postura pi\u00f9 formale sullo scranno e picchiettando le dita della mano destra sui braccioli intarsiati, \u00abma intanto questo Romolo \u00e8 in ritardo: doveva essere qui gi\u00e0 da un pezzo.\u00bb
\n\u00abAbbiate pazienza, sire, lo sapete pure voi che a quest\u2019ora il traffico a Ticinum \u00e8 un delirio.<\/em>\u00bb
\nProprio in quel momento una delle guardie annunci\u00f2 l\u2019entrata dell\u2019atteso ospite, il quale, giunto davanti al sovrano, si profuse in un profondo inchino; lo stesso fece il giovanissimo servo al suo seguito, che portava a tracolla una borsa stracolma di rotoli di pergamena. Romolo, invece, di rotolo ne reggeva uno solo e lo stringeva in pugno come la pi\u00f9 preziosa delle reliquie.
\nRotari suppose che quel documento dovesse contenere una summa dei dati raccolti e and\u00f2 dritto al punto.
\n\u00abDimmi in fretta, Romolo, quanti arimanni vivono in tutta la Langobardia Major?<\/em>\u00bb
\nIl funzionario si schiar\u00ec la voce, srotol\u00f2 la pergamena e proclam\u00f2 a gran voce: \u00abNovantasettemilacinquecentoventitr\u00e8<\/em>!\u00bb
\nIl sovrano sobbalz\u00f2 sul trono, mentre un mormorio di perplessit\u00e0 si spandeva in tutta la sala.
\n\u00abCoosaaa? Ho capito bene? Quanti hai detto?<\/em>\u00bb
\n\u00abNovantasettemilacinquecentoventitr\u00e8<\/em>\u00bb ripet\u00e9 l\u2019altro dopo aver dato un\u2019altra rapida occhiata al documento. In realt\u00e0 non aveva alcun bisogno di farlo, perch\u00e9 quella cifra ormai la conosceva a memoria, avendo controllato e ricontrollato i conti nei giorni precedenti.
\n\u00abCom\u2019\u00e8 possibile?<\/em>\u00bb domand\u00f2 il re. \u00abDue anni fa erano pi\u00f9 di centomila, me lo ricordo bene! Ma anche se fossero stati solo centomila, vorrebbe dire che in questo periodo avremmo perso perlomeno…<\/em>\u00bb si gratt\u00f2 il mento per cercare di calcolare il numero.
\n\u00abDuemilaquattrocentosettantasette<\/em>\u00bb sugger\u00ec pronto Ansoaldo, rimasto in piedi accanto a lui.
\nRotari gli lanci\u00f2 un\u2019occhiataccia.
\n\u00abTu non eri quello che non se la cavava coi numeri?<\/em>\u00bb
\n\u00abNon ho detto che non me la cavo, maest\u00e0<\/em>\u00bb si scherm\u00ec il notaio. \u00abHo detto solo che di <\/em>mestiere faccio altro.<\/em>\u00bb<\/p>\n

\"\"<\/a>
Pagina tratta dall’Editto di Rotari<\/em><\/figcaption><\/figure>\n

\u00abVabb\u00e9, lasciamo perdere\u00bb disse voltandosi di nuovo verso Romolo. \u00abCome ti spieghi questo calo? Guerre non ne abbiamo fatte, il cibo \u2013 sia grazia a San Michele \u2013 non ci manca, di pestilenze non si parla da un po\u2019… E dunque?\u00bb
\n\u00abA dotto\u2019, io un\u2019idea ce l\u2019avrei.\u00bb
\n\u00abDotto\u2019? Che significa questa parola?\u00bb
\n\u00abSta per dottore, maest\u00e0\u00bb precis\u00f2 il notaio. \u00abNon ci fate caso: a Roma chiamano cos\u00ec tutte le persone importanti, per render loro omaggio, e a volte anche quelle non importanti, per prenderle per il c… per prenderle in giro, volevo dire.\u00bb
\nRotari borbott\u00f2 una mezza imprecazione e torn\u00f2 a occuparsi del funzionario.
\n\u00abAvanti, sentiamola, la tua idea\u00bb disse dopo un sospiro, sottolineando la frase con un ampio gesto della mano.
\n\u00abEr fatto \u00e8, dotto\u2019, che nun c\u2019\u00e8 bisogno che a voi Longobardi v\u2019accoppino li nemici, \u2018a peste, \u2018a carestia: un po\u2019 pe\u2019 vorta ve state accoppa\u2019 da soli, tra de voi!\u00bb
\n\u00abMa che razza di lingua parla costui?\u00bb domand\u00f2 il sovrano ad Ansoaldo.
\n\u00ab\u00c8 il loro dialetto, sire. Se il senso vi \u00e8 oscuro, io potrei tradurvi…\u00bb
\n\u00abNo, non \u00e8 necessario: per capire, lo capisco; mi pareva solo un po\u2019 strano. Be\u2019, Romolo, dimmi: cosa intendi, quando dici che ci stiamo ammazzando tra di noi?\u00bb.<\/p>\n

\"\"<\/a>
Pagina tratta dall’Editto di Rotari – particolare<\/figcaption><\/figure>\n

\u00abDotto\u2019, voi me parete uno sveglio, nun c\u2019\u00e8 bisogno che ve spieghi. \u00c8 tutta corpa de \u2018sta vostra brutta \u201ctradizione\u201d, de \u2018sta faida, come la chiamate voiartri. Ve se ingroppano \u2018a moje? Fate \u2018na faida! Ve se ingroppano \u2018a sorella? Fate \u2018na faida. Ve rubbeno er cavallo? Fate \u2018na faida. Ve magneno er porco? Fate \u2018na faida! Idem pe\u2019 la vacca, \u2018a pecora, er tacchino, er pollo, \u2018a gallina… Pe\u2019 tutto fate \u2018na faida. Ora, io posso capi\u2019 pe\u2019 la moje – un po\u2019 meno pe\u2019 \u2018na sorella – ch\u00e9 la mia \u00e8 pure \u2018na gran zoccola – ma scanna\u2019, o fasse scanna\u2019, pe\u2019 un cavallo o pe\u2019 un porco, nun me pare proprio er caso! Er bello \u00e8 che, quanno ve cominciate ad accoppa\u2019 pe\u2019 \u2018ste cose, ve tirate appresso tutta \u2018a famiglia: padri, figli, fratelli, cognati e persino li cuggini de terzo grado! Nun se pote, dotto\u2019, nun se pote.\u00bb
\n\u00abPer noi il cavallo \u00e8 importante\u00bb prov\u00f2 a giustificarsi il re, rendendosi subito conto della banalit\u00e0, per non dire della stupidit\u00e0, delle parole che gli erano appena uscite dalle labbra.
\nNel frattempo nella sala il mormorio di stupore, che aveva fatto da sfondo alle cifre del censimento, stava pian piano mutando in un mormorio di disapprovazione: come osava quel mezzo eunuco di romano mettere in discussioni usanze che si perdevano nella notte dei tempi?
\nApprofittando del fatto che l\u2019attenzione non fosse puntata tutta su di s\u00e9, Rotari fece cenno ad Ansoaldo di avvicinarsi di nuovo.
\n\u00abTu che ne pensi?\u00bb gli sussurr\u00f2.
\n\u00abBe\u2019, maest\u00e0, per quanto si sia espresso in modo piuttosto bizzarro, credo che Romolo non abbia tutti i torti: di questo passo non avrete pi\u00f9 arimanni e di conseguenza non avrete pi\u00f9 un esercito. Qualcosa bisogner\u00e0 pur fare.\u00bb
\n\u00abS\u00ec, ma cosa?\u00bb
\n\u00abProvate a chiederlo a lui\u00bb sugger\u00ec il notaio indicando l\u2019ex funzionario papale.
\n\u00abBuona idea!\u00bb fece il sovrano, che si rivolse subito a Romolo. \u00abDa secoli il nostro popolo usa la faida per risolvere le proprie controversie. Il tuo invece cosa fa? Illuminaci.\u00bb
\n\u00abNoi c\u2019avemo le leggi, dotto\u2019.\u00bb
\n\u00abSarebbe a dire?\u00bb
\n\u00abDelle regole che tutti quanti dovemo rispetta\u2019.\u00bb
\n\u00abPure noi abbiamo le nostre regole.\u00bb<\/p>\n

\"\"<\/a>
Pagina tratta dall’Editto di Rotari – particolare<\/figcaption><\/figure>\n

\u00abEh, gi\u00e0! Ma le nostre so\u2019 scritte, dotto\u2019, cos\u00ec nessuno se le po\u2019 inventa\u2019 sur momento e di\u2019 a tutti che ci\u00e0 ragione lui, quanno nun \u00e8 cos\u00ec. D\u2019accordo che poi ce stanno pure l\u2019avvocati, che so\u2019 bravi a rigiralle; ma intanto quarcosa de scritto ce sta e se un giudice \u00e8 onesto, nun se fa infinocchia\u2019, nemmeno dall\u2019avvocati bravi.\u00bb
\n\u00abInteressante…\u00bb comment\u00f2 Rotari alzandosi dal trono e avvicinandosi ad Ansoaldo. \u00abChe dici? Potremmo fare cos\u00ec pure noi?\u00bb
\n\u00abAttenerci alle leggi romane, intendete?\u00bb
\n\u00abNon dire idiozie: le leggi romane vanno bene per i romani! Noi dobbiamo farci le nostre e farle applicare da giudici longobardi. Basta con le faide, basta con gli scannamenti. Se qualcuno subir\u00e0 un torto, dovr\u00e0 chiedere giustizia al re o ai suoi emissari. E per ogni torto sub\u00ecto, a seconda della gravit\u00e0, sar\u00e0 previsto un… un…\u00bb
\n\u00abRisarcimento!\u00bb propose Romolo, che era riuscito a sentire le ultime parole.
\n\u00abNoi lo chiamiamo widergild\u00bb dichiar\u00f2 con fierezza il sovrano.
\n\u00abPotremo tradurlo con guidrigildo\u00bb sugger\u00ec Ansoaldo. \u00abComunque, maest\u00e0, anche se l\u2019idea \u00e8 buona, bisogner\u00e0 sobbarcarsi un lavoro immane per metterla in pratica.\u00bb
\n\u00abAh, caro il mio notaio, quello sar\u00e0 un problema tuo: non hai detto che le lettere sono il tuo mestiere?\u00bb disse cingendoli le spalle col suo muscoloso braccio. \u00abOra per\u00f2 andiamo a mangiare, perch\u00e9 tutto questo parlar di leggi mi ha messo addosso una fame da lupo. Ovviamente siete invitati anche voi due\u00bb concluse rivolto al funzionario e al suo aiutante.
\n\u00abGrazie, dotto\u2019 pure noi c\u2019avemo \u2018na certa fame\u00bb annu\u00ec Romolo chinando il capo. Aspett\u00f2 che il re e il suo consigliere si allontanassero di qualche passo, prima di rivolgersi al suo giovane servo: \u00abHai sentito, Simo\u2019? Non risarcimento, ma \u201cGuidrigildo\u201d\u00bb disse imitando la voce altisonante di Ansoaldo \u00ab…che nome der cacchio! Nun se po\u2019 sent\u00ec, nun se po\u2019!\u00bb<\/p>\n

Le cose probabilmente non andarono in questo modo; anzi, sicuramente non andarono cos\u00ec; ma che Rotari decise di far redigere il suo famoso editto anche \u2013 ma non solo – per por fine alle continue faide \u00e8 un dato di fatto.
\nNon ci risulta, invece, che i Longobardi abbiano mai indetto un censimento, non perlomeno nel senso in cui lo intendiamo noi o lo intendevano i Latini. E se mai avessero deciso di farlo, di certo non avrebbero incaricato del lavoro un… Romano de Roma.
\nLa Storia \u00e8 una cosa seria, lo sappiamo; ma come per tutte le cose serie, ogni tanto \u00e8 lecito scherzarci un po\u2019 sopra, se non vogliamo renderla troppo noiosa, ed \u00e8 quello che ho cercato di fare io oggi con questo raccontino, nella speranza di non offendere gli storici veri.
\nSull\u2019Editto di Rotari, la prima lex germanica scritta, esiste una vasta bibliografia, che \u00e8 impossibile riassumere qui. Per chi per\u00f2 fosse alla ricerca di una spiegazione semplice ma non banale, mi permetto di consigliare \u201cI Longobardi \u2013 Dalle origini mitiche alla caduta del Regno d\u2019Italia\u201d di Nicola Bergamo (LEG Edizioni) e \u201cLa vita quotidiana dei Longobardi ai tempi di Re Rotari\u201d di Dario Pedrazzani (GA Editore). Chi invece ai saggi preferisce i romanzi avvincenti, ma sempre frutto di una rigorosa ricerca storica, non pu\u00f2 non leggere \u201cIl Longobardo\u201d di Marco Salvador, recentemente ripubblicato da Edizioni Biblioteca dell\u2019Immagine.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

\u00abAnsoaldo, vieni qui un momento.\u00bb Re Rotari fece cenno al notaio di avvicinarsi al trono: non voleva che gli altri membri della corte di Ticinum, riunita al gran completo, udissero quanto stava per confidargli. \u00abDite, maest\u00e0\u00bb fece l\u2019anziano abbassando il capo fin quasi a sfiorare con l\u2019orecchio le labbra del sovrano. \u00abSenti un po\u2019, ma […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":61446,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[1474,417],"tags":[],"yoast_head":"\nL\u2019Editto di Rotari - ArteVarese.com<\/title>\n<meta name=\"robots\" content=\"index, follow, max-snippet:-1, max-image-preview:large, max-video-preview:-1\" \/>\n<link rel=\"canonical\" href=\"https:\/\/www.artevarese.com\/leditto-di-rotari\/\" \/>\n<meta property=\"og:locale\" content=\"it_IT\" \/>\n<meta property=\"og:type\" content=\"article\" \/>\n<meta property=\"og:title\" content=\"L\u2019Editto di Rotari - 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