{"id":61480,"date":"2021-07-09T09:00:10","date_gmt":"2021-07-09T07:00:10","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=61480"},"modified":"2021-07-01T11:29:10","modified_gmt":"2021-07-01T09:29:10","slug":"senegal-ogni-cento-metri-il-mondo-cambia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/senegal-ogni-cento-metri-il-mondo-cambia\/","title":{"rendered":"Senegal, ogni cento metri il mondo cambia"},"content":{"rendered":"
Il titolo di questo secondo episodio \u201cOgni cento metri il mondo cambia\u201d riprende un altro proverbio in lingua wolof scelto tra i tanti che ho ascoltato lungo il cammino. Sintesi della saggezza orale millenaria, i proverbi sono l\u2019anima di questo meraviglioso popolo africano.<\/p>\n
Vi propongo ora un brano tratto da \u201cUn albergo a mille Stelle\u201d, Aporema Edizioni, dal titolo \u201cManuale d\u2019africa – Prima Lezione\u201d. Si tratta anche in questo caso di un racconto reale, un episodio che mi \u00e8 capitato prima ancora di partire per \u00a0il viaggio, perch\u00e9 \u201cle parole migliori non si scrivono al ritorno ma il giorno prima della partenza\u201d.<\/p>\n
Buona lettura!<\/p>\n
Sono in coda da pi\u00f9 di mezz\u2019ora. Un caldo irrespirabile asciuga l\u2019aria, centellinata da un unico spiffero di finestra semiaperta, in questo stanzino dimenticato nel sottoscala di un ufficio comunale dell’opulento Varesotto. Non ce la faccio a sopportare i pi\u00f9 di trenta aliti stipati qua dentro, in fila come profughi. Eppure il passaporto mi serve ora: il mio aereo partir\u00e0 tra pochi giorni. Davanti a me staziona una signora piuttosto robusta, sui cinquanta, elegante, corredata di vistosi orecchini e collana di perle a tre giri. Io continuo a sbuffare e ad agitarmi, ma lei sembra non scomporsi per niente, nonostante la temperatura sia veramente insopportabile. L\u2019impiegato dell\u2019ufficio, incurante della situazione, continua a sbrigare pratiche con l\u2019indolenza implacabile di un bradipo a fine carriera. \u00a0A un certo punto, spazientito, approfitto di un attimo di distrazione della signora e compio un gesto ignobile: le passo davanti nella fila. Faccio finta di niente e cerco di guardare da un\u2019altra parte, quando a un tratto lei mi si rivolge con tono deciso: \u00abScusi…\u00bb Oh, no! Mi ha beccato… che figuraccia!, penso subito e cos\u00ec cerco di anticiparla. \u00abScusi lei, mi dispiace, ma, guardi, ho una fretta pazzesca. Non \u00e8 possibile perdere tutto questo tempo\u00bb e attacco con una serie di motivazioni pi\u00f9 o meno plausibili. Lei mi interrompe. \u00abNo no, non si preoccupi, vada pure, non c\u2019\u00e8 problema: le volevo solo porgere questo foglio che le \u00e8 caduto. Ah, interessante… anch\u2019io sono stata in Africa l\u2019anno scorso. Sa, un viaggio dal quale ho imparato molto: adesso, come vede, non mi scompongo pi\u00f9, non ho pi\u00f9 la fretta, che del resto non fa guadagnare tempo: non serve a nulla questo correre che facciamo in continuazione.\u00bb La sua voce si fa calma, rassicurante, mentre comincia a narrarmi di quelle terre remote, del suo viaggio dalle coste del Senegal al Gambia e poi gi\u00f9 verso la Guinea, fino ad arrivare in Nigeria attraverso foreste e deserti e fiumi. Io mi perdo nei suoi racconti di tramonti sconfinati dalle sfumature irriproducibili, di volti sinceri e di libert\u00e0. Ammassi confusi di stelle, culture differenti che mettono in crisi gli equilibri, suoni, danze, parole, speranze. \u00abE ho imparato che non c\u2019\u00e8 mai una sola risposta possibile a qualunque domanda\u00bb prosegue, prima di farmi un cenno con il capo: \u00ab Guardi: \u00e8 arrivato il suo turno\u00bb. Mi risveglio davanti all\u2019impiegato bradipo che all\u2019improvviso mi porge il sospirato passaporto. Inshallah, domani si parte! L\u2019incanto pu\u00f2 avere inizio.<\/p>\n
Da questo istante in avanti mi precipiter\u00e0 addosso una sequenza di straordinari istanti, voli, biglietti, nuvole, matite, zaini, isole, bussole, sabbia, sentieri; ma tutto assumer\u00e0 un altro sapore, perch\u00e9 ora ho capito che l\u2019importante non \u00e8 la distanza della mia meta, bens\u00ec il senso che sapr\u00f2 attribuire al mio viaggio. A lungo camminer\u00f2 sopra spiagge sterminate, tra sabbia e sale. La marea canceller\u00e0 le mie impronte, il vento dissolver\u00e0 i miei passi, ci\u00f2 che avr\u00f2 imparato per\u00f2 rester\u00e0 a lungo nella mia anima.<\/p>\n
Ivo Stelluti,<\/em><\/p>\n Il Viaggiator Curioso<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il titolo di questo secondo episodio \u201cOgni cento metri il mondo cambia\u201d riprende un altro proverbio in lingua wolof scelto tra i tanti che ho ascoltato lungo il cammino. Sintesi della saggezza orale millenaria, i proverbi sono l\u2019anima di questo meraviglioso popolo africano. Vi propongo ora un brano tratto da \u201cUn albergo a mille Stelle\u201d, […]<\/p>\n","protected":false},"author":6,"featured_media":61638,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"video","meta":{"footnotes":""},"categories":[778],"tags":[300],"yoast_head":"\n