{"id":62192,"date":"2021-08-14T10:00:24","date_gmt":"2021-08-14T08:00:24","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=62192"},"modified":"2021-08-11T12:38:51","modified_gmt":"2021-08-11T10:38:51","slug":"il-fascino-muto-del-castello-di-cereseto","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-fascino-muto-del-castello-di-cereseto\/","title":{"rendered":"Il fascino muto del castello di Cereseto"},"content":{"rendered":"
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Panorama di Cereseto<\/figcaption><\/figure>\n

Cereseto – Chi in questi giorni di \u201cdolce farniente\u201d si spinge nelle terre calme e ben coltivate del Monferrato ad un certo punto del percorso vedr\u00e0 ergersi, in leggera altura, un castello turrito e imponente, ma anche diverso da quelli che, pi\u00f9 o meno in rovina, popolano questa terra. Non ha aspetto bellicoso, da difesa prode, e sembra vigilare sul paesello che gli si addossa con tacita e armonica grandiosit\u00e0. Il paese si chiama Cereseto \u2013 poco pi\u00f9 di cinquecento abitanti. Casale \u00e8 vicina; in lontananza, sul colle, si scorge Crea con suo santuario.
\nLa visione incuriosisce e allora diventa inevitabile deviare e salire per antiche strade fin su per sapere di pi\u00f9 di questo maniero che \u2013 si apprende \u2013 ha una storia non lunga – poco pi\u00f9 di cent\u2019anni – mirabolante agli inizi, ma poi, nel giro di appena qualche decennio, divenuta travagliata e tristemente malinconica.<\/p>\n

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Le mura del castello<\/figcaption><\/figure>\n

A volerlo fu un geniale e ardimentoso imprenditore di Biella, Riccardo Gualino che all\u2019inizio del \u2018900 compr\u00f2 sterminate foreste in Transilvania per ricavarne legname da esportare e che per farlo arrivare fin nelle Americhe fond\u00f2 la SNIA, allora non industria chimica creatrice del rayon, ma, come dice l\u2019acronimo, Societ\u00e0 di Navigazione Italo Americana. Sempre lui aveva poi creato una nuova citt\u00e0 nella citt\u00e0 di San Pietroburgo, su un\u2019isola a poca distanza dai palazzi dello czar.
\nFu proprio questa figura audace e irrequieta insieme con la moglie e cugina Cesarina Gurgo Salice a creare questo castello destinato al loro \u201cotium\u201d e per ricevere gli amici. Alla festa d\u2019inaugurazione, nel giugno del 1912, a Cereseto erano arrivati tutti: gli industriali biellesi – gli Zegna, i Loro Piana e i Lora Totino, i Sella – e quelli torinesi, \u201cin primis\u201d il socio in Fiat e nel giornale \u201cLa Stampa\u201d Giovanni<\/p>\n

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Riccardo e Cesarina Gualino<\/figcaption><\/figure>\n

Agnelli; da Milano il senatore Pirelli e il genero di Enrico Dell\u2019Acqua Borletti che di nome faceva proprio Senatore. E, tra artisti, musicisti, banchieri, nobilt\u00e0 sabauda, fin Arthur Chamberlain, futuro ministro inglese; tutti ricevuti da Riccardo e Cesarina in abiti del Quattrocento, come se fossero Lorenzo e Clarice de\u2019 Medici.<\/p>\n

Il castello val la pena che lo si faccia descrivere dallo stesso Gualino, che fu anche scrittore pi\u00f9 che dignitoso. Dunque esso era \u201cun\u2019opera monumentale in stile piemontese-lombardo della fine del quattrocento che si riallaccia al gusto in voga nel Piemonte, nato dal Castello Medievale di Torino. Originale nella disposizione delle sale, delle camere, delle logge e dello scalone, trasse da costruzioni dell\u2019epoca, dai musei e dai numerosi castelli sorgenti sui colli del Piemonte e della Lombardia, i motivi per l\u2019ornamentazione in terracotta delle finestre, per la decorazione interna delle v\u00f2lte e delle pareti, per la scultura di mobili e porte\u201d.\u00a0 La grandiosa impresa, costata l\u2019iradiddio, fu innalzata con la direzione dell\u2019ingegnere Vittorio Tornielli, ma non \u00e8 difficile immaginare che tante idee a lui provennero dalla Cesarina che con il marito cur\u00f2 poi l\u2019arredo delle centoquarantasette stanze colme all\u2019inverosimile di venerande anticaglie: fondi oro e tele di van Dyck, arazzi, armi e armature, oreficerie e medaglie del Pisanello.<\/p>\n

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Un salone del castello<\/figcaption><\/figure>\n

Tutto questo mondo di recondite armonie di bellezze diverse vide la fine, drammatica e improvvisa, il 19 gennaio 1931 quando Gualino venne arrestato nella sua altrettanto sontuosa casa di via Galliari a Torino a seguito del fallimento della banca francese Oustric e del tracollo della Banca Agricola Italiana, due fra le altre creature di Gualino. Certamente avvenne anche per codesti crolli finanziari, ma, di pi\u00f9, per l\u2019astio accanito di Mussolini che giunse a definire l\u2019imprenditore \u201ccagliostro dell\u2019economia<\/em>\u201d e \u201cacrobata dell\u2019industria e della finanz<\/em>a\u201d.<\/p>\n

Mandato al confino a Lipari, Gualino scelse poi di vivere a Parigi, ma poi torn\u00f2 in Italia, tra Portofino, a villa Altachiara prima degli Agusta, al Giullarino sopra Firenze, dove mor\u00ec nel 1964, e a Roma, risorgendo come fondatore della Lux Film, la casa produttrice di \u201cSenso\u201d di Visconti e di \u201cRiso amaro\u201d con la Magnani.<\/p>\n

\"\"Quello che non risorse fu il castello di Cereseto dove Riccardo e Cesarina non poterono pi\u00f9 entrare essendo stato sequestrato con tutti i loro beni e le loro propriet\u00e0. Svuotato dei suoi tesori finiti all\u2019asta o nei musei, fu negli anni dell\u2019abbandono anche saccheggiato. Dal lontano 1931 \u00e8 rimasto inabitato; le sue imposte sono tutte serrate e le sale un tempo splendenti si possono immaginare ora in malinconica decadenza anche se a vederlo da vicino appare ancora ben saldo nei suoi muri di mattoni rossi sapientemente connessi.<\/p>\n

Sembra dormire un sonno ormai troppo lungo, sempre in attesa di rinascere anche se l\u2019atmosfera di magnificenza e di stupore di quando Riccardo e Cesarina Gualino lo aprivano agli ospiti non torner\u00e0 mai pi\u00f9.<\/p>\n

Giuseppe Pacciarotti<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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