{"id":62819,"date":"2021-10-02T09:00:07","date_gmt":"2021-10-02T07:00:07","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=62819"},"modified":"2021-09-30T20:16:42","modified_gmt":"2021-09-30T18:16:42","slug":"un-angolo-di-paradiso-vista-mare-villa-garnier-a-bordighera","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/un-angolo-di-paradiso-vista-mare-villa-garnier-a-bordighera\/","title":{"rendered":"Un angolo di paradiso vista mare: villa Garnier a Bordighera"},"content":{"rendered":"
Busto A. – Nel 1855 un mazziniano esule a Londra, Giovanni Ruffini, pubblic\u00f2 \u201cIl Dottor Antonio\u201d, un libro che illustrava la scoperta da parte di un Sir inglese e di sua figlia Lucy di Bordighera, un luogo dove il cielo azzurro, il mare turchino e il verde cangiante della natura formavano come un angolo di paradiso. Gli inglesi dopo averlo letto arrivarono subito per fermarsi nei mesi lunghi dell\u2019inverno l\u00ec amabilmente tiepido, formando un\u2019affollata colonia con tanto di cappella anglicana, biblioteca, banca, British Store, Circolo del Bridge, un Lawn Tennis e fin una clinica per gli adorati animali al seguito.<\/p>\n
Non furono per\u00f2 solo gli inglesi a fare di Bordighera una meta prediletta per la villeggiatura invernale; arrivarono presto anche i tedeschi e anzi uno di loro vi costru\u00ec un albergo grandiosissimo e lussuosissimo, solo dal nome non rassicurante: \u201cAngst\u201d, che nell\u2019idioma di Germania significa \u201cpaura\u201d, \u201cansia\u201d, ma era anche il cognome del proprietario.
\nE giunsero pure i vicini francesi, e con che personalit\u00e0! Tra le prime Charles Garnier, il progettista incomparabile dell\u2019Op\u00e9ra di Parigi, assurta a simbolo della \u201cgrandeur\u201d del Secondo Impero, quello di Napoleone III. Nel 1871, da Mentone dove s\u2019era ritirato per sfuggire ai tumulti della \u201cCommune\u201d parigina, si spinse in carrozza \u2013 la ferrovia sarebbe arrivata solo pochi anni dopo \u2013 oltre la frontiera e rimase estasiato dalla bellezza intatta del paesaggio di Bordighera con l\u2019antico borgo arroccato in leggera altura e, come cornice, una sontuosa vegetazione che a terrazzi digradava verso il mare infinito. Proprio un luogo ameno come si diceva allora, ideale per chi cercava oltre alla bellezza anche pace e tranquillit\u00e0; Garnier, preso da questo suggestivo scenario, decise che era il sito perfetto per costruirvi una casa da vacanza per s\u00e9 e la sua famiglia formata dalla moglie Louise e dal figlio Nino. E cos\u00ec fece.
\nSenza badare a spese, impiegando i compensi ottenuti nel faraonico cantiera dell\u2019Op\u00e9ra, acquist\u00f2 terreni su terreni all\u2019Arziglia, appena fuori dalle mura del paese, e avvi\u00f2 celermente i lavori non solo della casa ma anche del giardino che doveva circondarla. Gi\u00e0 nel 1875 la villa era ultimata: non una dimora sontuosa e pomposa, ridondante di statue e ornamenti, ma un edificio scandito da muri bianchissimi appena pausati dalle imposte di color verde-ulivo. Solo una torre, diventata subito modello per le ville della Riviera, indugia in una certa creativit\u00e0 formale alleggerendosi a creare terrazzi panoramici: gli ultimi due si raggiungono con un\u2019aerea scala a chiocciola in ghisa e v\u2019\u00e8 da immaginare il divertito disagio della salita da parte delle \u201cdames\u201d con le socche lunghe fino ai piedi come allora si usava.<\/p>\n
Anche all\u2019interno vige pi\u00f9 funzionalit\u00e0 che sontuosit\u00e0: nessun scenografico scalone, ma ampi saloni con tante finestre cos\u00ec da non far mancare mai il rapporto con la natura e il mare. Alcuni artisti ospiti di Garnier lasciarono poi loro dipinti sulle pareti: Paul Baudry che all\u2019Op\u00e9ra aveva affrescato il foyer, sul soffitto del salone dipinse due putti un po\u2019 balossi a raffigurare le Arti.
\nAlle spalle e tutt\u2019intorno come si diceva, Garnier mise a dimora argentei ulivi, aranci, oleandri non rinunciando nemmeno a talune piante esotiche e, ovviamente, alle palme che a Bordighera albergano magnificamente da quando sant\u2019Ampelio ne port\u00f2 i semi dall\u2019Oriente.<\/p>\n
L\u2019architetto, scomparso nel 1898, non pot\u00e8 godere di questo giardino nello splendido ed esuberante rigoglio quale si pu\u00f2 ammirare oggi se si va a visitarlo. L\u00ec si \u00e8 sempre accolti dalla gentilezza e dal sorriso delle Suore di San Giuseppe di Aosta che, dopo vari passaggi, hanno ereditato il complesso diventato un \u201cferiendorf\u201d ideale per chi vuole passare giorni di quiete e di serenit\u00e0 in rapporto stretto con una grande bellezza. La stessa che dovette emozionare anche Claude Monet \u2013 ecco un altro grande di Francia \u2013 che venuto a Bordighera nel 1884 in alcune tele dipinte \u201cen plein air\u201d fiss\u00f2 come solo lui sapeva fare questo paesaggio strepitoso che ancor oggi riesce a coinvolgere e ad affascinare, soprattutto se lo si ammira da Villa Garnier.<\/p>\n
Giuseppe Pacciarotti<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
Busto A. – Nel 1855 un mazziniano esule a Londra, Giovanni Ruffini, pubblic\u00f2 \u201cIl Dottor Antonio\u201d, un libro che illustrava la scoperta da parte di un Sir inglese e di sua figlia Lucy di Bordighera, un luogo dove il cielo azzurro, il mare turchino e il verde cangiante della natura formavano come un angolo di […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":62820,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[11,56,417,414],"tags":[],"yoast_head":"\n