{"id":62959,"date":"2021-10-12T09:30:57","date_gmt":"2021-10-12T07:30:57","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=62959"},"modified":"2021-10-11T20:46:37","modified_gmt":"2021-10-11T18:46:37","slug":"giovanni-fattori-capolavori-e-apertura-sul-900","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/giovanni-fattori-capolavori-e-apertura-sul-900\/","title":{"rendered":"Giovanni Fattori. Capolavori e apertura sul ‘900"},"content":{"rendered":"
Torino – …La sua pittura, semplificandosi, si concentr\u00f2 su un nuovo modo di esprimere la luce attraverso un effetto di macchia. Il riferimento \u00e8 all’opera di Giovanni Fattori (Livorno 1825- Firenze 1908), uno dei maestri dell\u2019Ottocento italiano, nonch\u00e8 tra i pi\u00f9 importanti esponenti del movimento dei Macchiaioli,<\/em> al quale \u00e8 dedicata “Fattori. Capolavori e aperture sul \u2019900″<\/em><\/strong>, l’ ampia retrospettiva ospitata da gioved\u00ec 14 ottobre nelle sale della Galleria Civica d\u2019Arte Moderna e Contemporanea.<\/p>\n La mostra<\/strong> La formazione di Giovanni Fattori<\/strong> I \u201cMacchiaioli\u201d<\/strong> Gli allievi di Fattori<\/strong> “Fattori Capolavori e aperture sul \u2019900<\/em><\/strong>” potr\u00e0 essere visitata dal 14 ottobre al 20 marzo<\/strong> prossimo con i seguenti orari: marted\u00ec, mercoled\u00ec, venerd\u00ec, sabato e domenica 10-18; gioved\u00ec 13-21.<\/p>\n E.F.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Torino – …La sua pittura, semplificandosi, si concentr\u00f2 su un nuovo modo di esprimere la luce attraverso un effetto di macchia. Il riferimento \u00e8 all’opera di Giovanni Fattori (Livorno 1825- Firenze 1908), uno dei maestri dell\u2019Ottocento italiano, nonch\u00e8 tra i pi\u00f9 importanti esponenti del movimento dei Macchiaioli, al quale \u00e8 dedicata “Fattori. Capolavori e aperture […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":62961,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,65,64,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nIl percorso della mostra, che si articola in nove sezioni, presenta oltre sessanta capolavori tra tele di grande formato, liriche tavolette e acqueforti, coprendo un ampio arco temporale che dal 1854 giunge al 1894; dalla sperimentazione macchiaiola e dalle opere degli anni Sessanta e Settanta fino alle tele dell\u2019et\u00e0 matura, che ne rivelano lo sguardo acuto e innovatore sull\u2019imminente Novecento.
\nLe curatrici Virginia Bertone (Conservatore Capo della GAM) e Silvestra Bietoletti (Storica dell\u2019arte, specialista di pittura toscana dell\u2019Ottocento), hanno concepito un progetto espositivo che richiama il gusto dei torinesi gi\u00e0 nel corso dell\u2019Ottocento, come testimonia la presenza di Fattori alle mostre allestite in citt\u00e0, sia alle manifestazioni annuali della Societ\u00e0 Promotrice di Belle Arti di Torino, sia alle Esposizioni Nazionali dalla primavera del 1863 fino al 1902.
\nConcludono il percorso alcune opere emblematiche di allievi di Fattori e di artisti influenzati dalla sua pittura come Plinio Nomellini, Oscar Ghiglia, Amedeo Modigliani, Lorenzo Viani, Carlo Carr\u00e0 e Giorgio Morandi.<\/p>\n
\nGiovanni manifest\u00f2 da subito la predisposizione al disegno e la famiglia lo affid\u00f2 all\u2019insegnamento privato dell\u2019artista di Livorno Giuseppe Baldini. Trasferitosi successivamente a Firenze frequent\u00f2 l\u2019Accademia di Belle Arti sotto la guida di Giuseppe Bezzuoli, protagonista della pittura romantica. Alla scuola libera del nudo ebbe anche come maestro Enrico Pollastrini. Si legge che Fattori non f\u00f9 uno studente modello, o particolarmente brillante, ma nonostante questo termin\u00f2 gli studi nel 1852 all\u2019et\u00e0 di 27 anni.
\nGli storici indicano Fattori come uno dei pi\u00f9 importanti Macchiaioli. L\u2019adesione a questo movimento \u00e8 una sorta di risposta a un\u2019insofferenza nei confronti della pittura storico-celebrativa tipica dell\u2019Accademia, che lo porta ad indagare la realt\u00e0 dei paesaggi, degli animali e delle persone umili, per coglierne e ritrarre le sofferenze e le difficolt\u00e0. Un”insofferenza che lo porta a Parigi per vedere dal vivo il lavoro degli Impressionisti, ma… non riescono a farlo innamorare. L’artista infatti rifiuta le tradizionali linee di contorno e le sapienti sfumature cromatiche per adottare invece sintetiche pennellate e \u201cmacchie\u201d di colori accostati anche in maniera stridente, da cui prende origine il termine, riferito a lui e ad altri artisti, di \u201cmacchiaioli\u201d. Per quanto riguarda i soggetti, il grande tema \u00e8 quello della realt\u00e0, spesso fissata in schizzi dal vero sul taccuino, che l’artista porta sempre con s\u00e9, a cui dedica quadri di piccole dimensioni, anche su tavolette di recupero.
\nIl suo linguaggio pittorico evidenzia l\u2019uso della macchia che costruisce le forme con campiture prive di chiaroscuro con rapidi e piccoli abbozzi attraverso poche, essenziali, macchie di colore.
\nFattori, come gi\u00e0 detto, narra la vita agricola del tempo, concentrandosi nella descrizione della terra brulla e arida, dei corpi dei contadini, rappresentati mentre trascinano i carri di buoi. L’artista, in modo straordinario, coglie e dipinge la fatica dell’uomo alla quale pare che anche gli animali partecipino…
\nOltre ai paesaggi, i temi pi\u00f9 ricorrenti, furono i ritratti, i butteri, sino alle opere dalle cadenze vagamente espressioniste, che aprono il nuovo secolo. Dipinti dove le figure vengono rappresentate isolate in uno spazio senza tempo. Opere che rimandano al dramma esistenziale dell\u2019uomo del Nuovo secolo.<\/p>\n
\nSi legge che il termine “Macchiaioli”, fu coniato nel 1862 da un recensore della Gazzetta del Popolo, che cos\u00ec defin\u00ec quei pittori che intorno al 1855 avevano dato origine ad un rinnovamento antiaccademico della pittura italiana in senso realista. L\u2019accezione ovviamente era dispregiativa e giocava su un particolare doppio senso: darsi alla macchia infatti, significa agire furtivamente, illegalmente…Le ricerche dei giovani artisti toscani miravano a rinnovare il linguaggio figurativo allontanandosi dall\u2019arte didascalica che aveva caratterizzato il periodo della Restaurazione. Il punto di riferimento della generazione dei Macchiaioli fu il Caff\u00e8 Michelangiolo di Firenze.<\/p>\n
\nTra gli ultimi allievi del maestro livornese, Giovanni Malesci. L\u2019artista permise al giovane di frequentare la sua bottega, gratuitamente, riconoscendo il suo potenziale. Malesci, allora diciannovenne, lavor\u00f2 nello studio dal 1903 fino al 1908. Anche dopo la morte di Fanny Marinelli, terza e ultima moglie dell\u2019artista, il giovane Malesci si prese cura di Fattori diventando suo erede universale. L’ultima opera eseguita dal Macchiaiolo, secondo l’allievo \u00e8 il dipinto incompiuto Ultime pennellate, del 1908; un olio su tela, (83 x 173 cm.), dal 1958 al Museo di Livorno dedicato a Fattori, donata appunto dall’erede Malesci.
\nLa mostra alla GAM accompagnata da un video che racconta i luoghi, le vicende umane e le relazioni artistiche che hanno scandito la vita del maestro attraverso le parole dello stesso Fattori, riprese da lettere e documenti d\u2019epoca.<\/p>\n