{"id":63365,"date":"2021-11-13T10:00:51","date_gmt":"2021-11-13T09:00:51","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=63365"},"modified":"2021-11-12T09:14:25","modified_gmt":"2021-11-12T08:14:25","slug":"le-nativita-non-ufficiali","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/le-nativita-non-ufficiali\/","title":{"rendered":"Le nativit\u00e0 \u201cnon ufficiali\u201d"},"content":{"rendered":"
Varese – Un viaggio in quasi mille anni di pittura per celebrare le nativit\u00e0 “non ufficiali”. E’ il progetto natalizio promosso Varese DoYouLake della Camera di Commercio.
\nLa citt\u00e0 giardino e la sua provincia custodiscono quattro nativit\u00e0, illustrate in altrettanti affreschi, che utilizzano come fonte i vangeli apocrifi. Dalla chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio, alla collegiata di Castiglione Olona, al battistero della basilica di San Vittore a Varese e alla cripta del Sacro Monte.
\nL’arte in queso caso racconta la nativit\u00e0 partendo dai testi sulla vita di Ges\u00f9 non riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa ma ai quali spesso gli artisti e le rappresentazioni popolari hanno fatto riferimento. Un percorso che, dal VII secolo porta fino al Rinascimento,\u00a0 pu\u00f2 diventare l\u2019occasione di un weekend tra i pi\u00f9 suggestivi luoghi della provincia di Varese e le tradizioni.<\/p>\n
La pi\u00f9 antica e preziosa immagine, che si incontra \u00e8 quella della nativit\u00e0 nella chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio, un unicum europeo per la cronologia, le caratteristiche stilistiche e pittoriche che lo contraddistinguono: siamo tra IX e X secolo, appena al di fuori delle mura del castrum (oggi sito Unesco nella rete \u201cLongobardi in Italia: i luoghi del potere 568-774 d.C.) in quello che sembrerebbe essere un oratorio nobiliare voluto da una elite territoriale. Nell\u2019affresco, Maria \u00e8 sdraiata su un giaciglio bianco in un paesaggio agreste, mentre sullo sfondo compaiono le mura di Betlemme. Una levatrice si avvicina alla Madonna e tende il braccio per poterla visitare, mentre il bambino \u00e8 gi\u00e0 nato e lo spazio immerso nella luce. Una seconda levatrice lava il piccolo Ges\u00f9 versando acqua da una brocca. Il braccio della levatrice si bloccher\u00e0, risanato solo in un secondo tempo dal volere di Dio, di fronte alla mancanza di fede nella Vergine del Signore.
\nA pochi chilometri\u00a0 da Castelseprio, sul colle della Collegiata di Castiglione Olona (www.museocollegiata.it), \u00e8 Masolino da Panicale a riprendere il tema, raffigurando le due levatrici\u00a0 inginocchiate di fronte al bambino immerso nella luce, e con il chiaro gesto della levatrice dubbiosa che tocca Ges\u00f9, il figlio di Dio che si \u00e8 fatto carne. Masolino, chiamato a lavorare a Castiglione Olona dal cardinal Branda, ha completato il ciclo della Collegiata negli anni Trenta del 1400, realizzando uno dei capolavori del Rinascimento italiano.
\nLa terza immagine la si incontra nel centro cittadino di Varese, all\u2019interno del battistero, posto a fianco della basilica di San Vittore. Aperto al culto e visitabile su richiesta, il Battistero mostra sia le fasi dell\u2019edificazione altomedievali, sia la successiva veste romanica, all\u2019interno della quale (o poco pi\u00f9 tardi) \u00e8 da collocare la nativit\u00e0 dipinta sulla controfacciata e ormai solo parzialmente leggibile, nonostante un recente restauro di qualche anno fa. La scena del bagno a Ges\u00f9 \u00e8 in realt\u00e0 rappresentata anche in una seconda immagine nel battistero ma in una zona non accessibile al pubblico.
\nAl Sacro Monte di Varese (www.sacromontedivarese.it) \u00e8 la cripta a riservare l\u2019immagine dai colori pi\u00f9 vividi, in cui la nativit\u00e0 apocrifa \u00e8 perfettamente leggibile. Nel piccolo spazio, che corre al di sotto della navata destra del Santuario (di recente oggetto di ricerche archeologiche – \u00e8 stato infatti trovato un oratorio funerario di epoca carolingia), la rappresentazione della nativit\u00e0 \u00e8 inserita in un ambiente interamente affrescato dove i visitatori, almeno a partire dal XIV secolo, hanno voluto lasciare traccia del loro passaggio con una serie di graffiti.<\/p>\n
Testimonianze che si fanno anche curiosit\u00e0 e spunti per conoscere il territorio, uno scrigno che conserva molti tesori.<\/p>\n
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