{"id":63569,"date":"2021-12-02T09:00:05","date_gmt":"2021-12-02T08:00:05","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=63569"},"modified":"2021-12-01T09:05:45","modified_gmt":"2021-12-01T08:05:45","slug":"zanzibar-seconda-parte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/zanzibar-seconda-parte\/","title":{"rendered":"Zanzibar, seconda parte"},"content":{"rendered":"
Per raccontare la mia esperienza a Zanzibar mi sembra bello condividere con voi un racconto tratto dalla raccolta “Un Albergo a Mille Stelle” Aporema Edizioni. Si intitola “Notturno Numero Otto”. Qui trovate la prima parte e settimana prossima verr\u00e0 pubblicata la seconda. Buona lettura e Buon Viaggio!<\/span><\/span><\/span><\/p>\n Sto facendo qualcosa che mi hanno consigliato di non fare: cammino da solo, di notte, lungo una riva isolata dell\u2019Africa pi\u00f9 remota. Un piede dopo l\u2019altro nella sabbia secca inseguo pezzi di stelle, attratto da una marea che traluce ammiccamenti viola argentei. Sull\u2019acqua, le ombre dei Dhow, le barche di legno, oscillano in ritmici riflessi, cadenzando il mio passo. Mi hanno detto che \u00e8 pericoloso girare con il buio da queste parti, ma io vado avanti, mi sento avvolto da vibrazioni amiche. \u00c8 come chiudere gli occhi per attivare gli altri sensi. In terra d\u2019Africa non \u00e8 mai tutto silenzioso: un fruscio di foglie, uno sguardo sinistro, forse felino, da dietro un baobab, l\u2019eco di una danza in un villaggio remoto, percussioni incalzanti, da dietro, si fanno pi\u00f9 vicine. Incrocio alcune sagome che sicure si muovono nell\u2019oscurit\u00e0. \u00c8 incredibile la capacit\u00e0 della gente africana di camminare in assenza di luce. Percepisco in questo istante la mia voce notturna, quel suono fluttuante, generato da onde di corde vocali primordiali, che mi avvolge e mi guida tra le tenebre. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n Incomincio a scolpire con un legno ritorto linee enormi sulla spiaggia. Sento di doverlo fare. Sono cerchi che sanno di vento e si avvolgono in una spirale che per me \u00e8 gi\u00e0 musica preziosa e spaziosa. L\u2019impronta \u00e8 il gesto che ha senso, per me, in questo momento. Tutto il mio camminare ha bisogno di lasciare una traccia: le mie opere devono essere segnali da seguire. Che siano un dipinto, una fotografia, uno scritto, una musica… qualunque forma deve contenere una sostanza. Non c\u2019\u00e8 altra via possibile alla bellezza. Perch\u00e9 un oggetto d\u2019arte non pu\u00f2 essere soltanto un complemento d\u2019arredo, una linea, un colore, qualcosa che pu\u00f2 o meno accordarsi con l\u2019ambiente circostante, o che risulti pi\u00f9 o meno attraente per nostri sensi. Deve incarnarsi in un significato, rarefatto, essenziale, oppure vibrante, abbondante, debordante, ma vivo. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n Zanzibar, Tanzania, 28 dicembre 2015<\/span><\/em><\/p>\n Ivo Stelluti,<\/span><\/em><\/p>\n Il Viaggiator Curioso<\/span><\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Per raccontare la mia esperienza a Zanzibar mi sembra bello condividere con voi un racconto tratto dalla raccolta “Un Albergo a Mille Stelle” Aporema Edizioni. Si intitola “Notturno Numero Otto”. Qui trovate la prima parte e settimana prossima verr\u00e0 pubblicata la seconda. Buona lettura e Buon Viaggio! Sto facendo qualcosa che mi hanno consigliato di […]<\/p>\n","protected":false},"author":6,"featured_media":63582,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"video","meta":{"footnotes":""},"categories":[778],"tags":[300],"yoast_head":"\n