{"id":63875,"date":"2021-12-30T10:00:34","date_gmt":"2021-12-30T09:00:34","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=63875"},"modified":"2021-12-28T11:43:50","modified_gmt":"2021-12-28T10:43:50","slug":"dallapocalisse-di-fabio-mauri","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/dallapocalisse-di-fabio-mauri\/","title":{"rendered":"Dall’Apocalisse di Fabio Mauri"},"content":{"rendered":"
Milano – La prima personale di Fabio Mauri risale al 1955 alla Galleria Aureliana di Roma, presentata da Pier Paolo Pasolini, amico col quale, tredici anni prima, fonda la rivista “Il Setaccio”. L\u2019opera di Mauri \u00e8 complessa come un saggio storico, attenta al mondo contemporaneo che si fa analisi tra destino individuale e ci\u00f2 che accade. Una serie di lavori realizzati dall’artista e scrittore inquieto, in questi giorni \u00e8 esposta da Viasaterna (via Giacomo Leopardi). Si tratta delle mostra intitolata “Opere dall\u2019Apocalisse<\/em>“, a cura di Francesca Alfano Miglietti, che raccoglie per la prima volta, una collezione di dipinti e disegni su carta, a colori e in bianco\/nero e fotografie; emozioni e visioni dell\u2019artista che ha fatto dell\u2019ideologia un materiale dell\u2019arte. Il significato di \u201cApocalisse\u201d \u00e8 \u201crivelazione\u201d, \u201cscoperta\u201d o \u201cdisvelamento\u201d: Mauri, in queste opere, sembra voler rintracciare nel caos una poeticit\u00e0 che indaga l\u2019apocalisse non come “fine” ma, al contrario, come incontro. La curatrice della mostra, Francesca Alfano Miglietti sottolinea: \u201cDisegni, appunti, frammenti, informazioni e deformazioni che si dispongono sui fogli come segreti. Appunti e frammenti che si oppongono al primato dell’unit\u00e0 e dell’identit\u00e0, l\u2019instabilit\u00e0 e le insidie del molteplice, del diverso e del divenire. Le opere su carta di Fabio Mauri sono flussi di desideri e ossessioni, situati al di qua della distinzione tra soggetto e oggetto, tra il s\u00e9 e il mondo, tra le regole del diurno e il disordine del notturno\u201d.<\/p>\n L’esposizione rimarr\u00e0 in calendario sino al 3 aprile nei seguenti orari: dal luned\u00ec al venerd\u00ec 12-19. (chiuso a: 2 e 6 gennaio).<\/p>\n Le opere di Fabio Mauri sono esposte anche, in contemporanea alla mostra allestita negli spazi di Viasaterna nelle sale di Palazzo Reale (fino al 30 gennaio) nell’ambito della mostra \u201cCorpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell\u2019anima\u201d sempre a cura di Francesca Alfano Miglietti.<\/p>\n E.F.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Milano – La prima personale di Fabio Mauri risale al 1955 alla Galleria Aureliana di Roma, presentata da Pier Paolo Pasolini, amico col quale, tredici anni prima, fonda la rivista “Il Setaccio”. L\u2019opera di Mauri \u00e8 complessa come un saggio storico, attenta al mondo contemporaneo che si fa analisi tra destino individuale e ci\u00f2 che […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":63878,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,65,417,64],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nUn percorso intimo di una serie pressoch\u00e9 inedita dell\u2019Apocalisse (degli anni Ottanta), degli Scorticati e alcuni Dramophone, in cui l\u2019immagine del disco come \u201cmondo gi\u00e0 inciso\u201d richiama il tema della predestinazione.<\/p>\n
\nFabio Mauri (1926-2009), che ha conosciuto in prima persona abissi, lacerazioni e inganni delle ideologie del Novecento, \u00e8 considerato un esponente d\u2019indiscusso rilievo delle neo- avanguardie della seconda met\u00e0 del XX secolo. La sua attivit\u00e0 \u00e8 molto estesa e comprende installazioni, performance, teatro e scrittura. Autore di una personalissima indagine sull\u2019insidiosa logica dell\u2019arte, dell\u2019ideologia e del totalitarismo, durata tutta la vita, esplora la storia filtrandola attraverso la lente del privato.
\nQuesta prima grande mostra di opere su carta presenta una rara selezione dalla quale emerge una sofisticata indagine del suo lessico artistico: opere che sottolineano la propensione per una delle forme pi\u00f9 intime dell\u2019arte, il disegno, tracciando quello che da sempre \u00e8 il tema centrale della sua poetica: una riflessione sull\u2019arte come allusione alla condizione drammatica dell\u2019uomo nella dialettica tra struttura e materia, tra forma, immagine e storia.<\/p>\n