{"id":64521,"date":"2022-02-25T14:00:28","date_gmt":"2022-02-25T13:00:28","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=64521"},"modified":"2022-02-24T19:12:11","modified_gmt":"2022-02-24T18:12:11","slug":"gli-anni-sessanta-cosi-lontani-cosi-vicini","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/gli-anni-sessanta-cosi-lontani-cosi-vicini\/","title":{"rendered":"Gli anni sessanta: cos\u00ec lontani, cos\u00ec vicini"},"content":{"rendered":"
Busto Arsizio \u2013 Quanto gli anni Sessanta<\/strong> siano stati fondamentali per le trasformazioni sociali ed economiche \u00e8 un dato acquisito, potremmo oramai dire storico. In Italia rappresentano il decennio del boom economico, della scolarizzazione di massa, dei grandi cambiamenti culturali e di costume. Le innovazioni, la progettualit\u00e0 applicata<\/strong> a diversi settori della societ\u00e0 hanno consentito di rivoluzionarne tutti gli ambiti. La ricchezza e la variet\u00e0<\/strong> di contenuti prodotti in quegli anni hanno fornito materia di sviluppo per quelli successivi e arrivando al presente, momento in cui molti degli aspetti che ne hanno caratterizzato la narrazione, sono tornati quasi prepotentemente alla ribalta. Tutto questo induce a una riflessione che non \u00e8 esclusivamente riconducibile all\u2019argomentazione dei corsi e ricorsi storici. Una certa crisi di idee e di energia costruttiva<\/strong>, addirittura in surplus in quegli anni, ci porta a tornare col pensiero a quel periodo della nostra Storia non fosse altro che per vedere quante risorse, quante iniziative, quanti ideali e quanta passione<\/strong> venissero investiti per immaginare e progettare il futuro.<\/p>\n Un passato sempre presente<\/strong> La fantasia al potere<\/strong> M. Giovanna Massironi<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Busto Arsizio \u2013 Quanto gli anni Sessanta siano stati fondamentali per le trasformazioni sociali ed economiche \u00e8 un dato acquisito, potremmo oramai dire storico. In Italia rappresentano il decennio del boom economico, della scolarizzazione di massa, dei grandi cambiamenti culturali e di costume. Le innovazioni, la progettualit\u00e0 applicata a diversi settori della societ\u00e0 hanno consentito […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":64524,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[1458],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nTantissimi aspetti della cultura del nostro presente affondano le loro radici nelle grandi trasformazioni avvenute allora. Anche dal punto di vista artistico accade piuttosto frequentemente che, analizzando fenomeni di attualit\u00e0, ci si trovi di fronte a primogeniture, reali o ideali, collocabili in quello straordinario decennio. Probabilmente, senza esserne troppo consapevoli, ancora viviamo gli effetti della \u201cgrande svolta<\/strong>\u201d e riflettere sul nostro passato recente e sulla sua complessit\u00e0 pu\u00f2 essere di grande aiuto per migliorare la comprensione di noi stessi, del nostro tempo e del viaggio che abbiamo intrapreso.<\/p>\n
\nQualcuno, pi\u00f9 di uno, ci ha creduto ed era veramente convinto che di l\u00ec a poco la fantasia avrebbe governato il mondo.<\/strong> Una fantasia, allegra colorata e pacifica. Ovviamente sbagliava. Ciononostante i mutamenti a quel tempo in corso all\u2019interno della societ\u00e0 potevano veramente lasciar sperare alle anime pi\u00f9 semplici che l\u2019utopia<\/strong> si sarebbe prima o poi realizzata. Negli anni Sessanta, non solo i ruoli convenzionali subivano critiche radicali e profonde revisioni, ma si cercava anche di fare i conti con il passato e di prefigurare qualcosa di assolutamente nuovo. Trasformazioni epocali, con una accelerazione senza precedenti, imponevano la necessit\u00e0 di una ricodificazione dell\u2019etica, del linguaggio, dei sentimenti, dei rapporti gerarchici, della sessualit\u00e0 e, in definitiva, della cultura intesa come luogo<\/strong> in cui le conoscenze e le prassi pi\u00f9 disparate coabitano beneficiando della stessa dignit\u00e0. La rivoluzione culturale<\/strong> rimescolava le carte, agitava le placide acque del sapere e faceva emergere linguaggi e strumenti espressivi sotterranei, emarginati e plebei, sui quali avevano costruito tutto il loro immaginario i giovani<\/strong>, per la prima volta nella storia dell\u2019umanit\u00e0, protagonisti della scena politica<\/strong>. Le innumerevoli citazioni sugli anni Sessanta li hanno consacrati nella memoria collettiva e cristallizzati in una sorta di immobilit\u00e0 temporale, accostandoli per sempre a sostantivi come spensieratezza e giovinezza<\/strong>, oltre che ad un\u2019ottica avveniristica ancora oggi convincente. Una visione molto idealizzata dalla quale ci si scoster\u00e0 solo negli ultimi anni del decennio, quando gli stessi giovani che avevano mobilitato le industrie in direzione di un mercato a loro destinato, si solleveranno ribellandosi proprio al sistema consumistico<\/strong> reo di generare guerre e ingiustizie. Erano gli anni in cui si sognava la pace per tutti e per sempre.<\/strong><\/p>\n