{"id":64553,"date":"2022-02-28T10:00:18","date_gmt":"2022-02-28T09:00:18","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=64553"},"modified":"2022-03-04T11:15:35","modified_gmt":"2022-03-04T10:15:35","slug":"dimensioni-parallele","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/dimensioni-parallele\/","title":{"rendered":"Dimensioni Parallele"},"content":{"rendered":"

Milano Si intitola “Dimensioni parallele” la collettiva che da mercoled\u00ec (2 marzo dalle 18 alle 21) si apre alla Manuel Zoia Gallery. Cinque artisti,\u00a0 Angelo Brugnera , Isa Geiger, Dado Schapira, Andrea Cerquiglini e Giulio Centurelli dialogano su trasformazioni spaziali e le possibili, conseguenti deformazioni.<\/p>\n

\"\"Un\u2019incessante ricerca di tridimensionalit\u00e0 che abbraccia le ricerche artistiche e le storie personali sottintese, in un linguaggio tanto eterogeneo, quanto parallelo, destinato a mostrare ambiguit\u00e0 e rovesciamenti, nel contenuto e nella forma. Storie e narrazioni che, con media e materiali differenti, si fondono: utopiche, distopiche, reali o fantastiche, indagano i differenti approcci con cui l\u2019essere umano ha plasmato lo spazio che abita, fisico e mentale. Si tratta di installazioni a parete, che rifuggono la bidimensionalit\u00e0, e sculture che sfidano i concetti spaziali, generando nuove modalit\u00e0 percettive ed esperienziali.<\/p>\n

Angelo Brugnera<\/strong> ragiona su marmi pregiati per riflettere sullo spazio del corpo creando \"\"esseri antropomorfi che pullulano un territorio distopico, Isa Geiger,<\/strong> con ibrida architettura e scultura, apre a nuove prospettive urbanistiche, quasi irreali e immaginifiche. Gabbie cittadine che si ramificano, includendo visivamente i fili utilizzati da Dado Schapira<\/strong>, il quale muove dal libro per fuoriuscirne e tesserne la trama oltre il supporto narrante. Andrea Cerquiglini,<\/strong> utilizzando gli stessi elementi, il libro e la scrittura, giunge a pratiche catartiche completamente differenti. Ravvisa nella scrittura un flusso continuo di pensieri che definiscono interrogativi sospesi in storie ataviche. Giulio Centurelli<\/strong>, infine, esplora lo spazio della tela per deformarlo, provocando ferite e innestando elementi estranei che divengono finestre su altre dimensioni, permettendo di scorpire e immaginare nuovi concetti spaziali.<\/p>\n

La mostra, nella sede della galleria in via Maroncelli, rimarr\u00e0 in calendario sino al 26 marzo e sar\u00e0 visitatile dal mercoled\u00ec al sabato dalle 15 alle 19.<\/p>\n

\"\"Cenni biografici:<\/strong><\/p>\n

Angelo Brugnera<\/strong>: nasce nel 1966 a Sacile (PN) dove vive e lavora. Conosce la pietra lavorando tra il 1984 e il 1986 nel laboratorio del padre marmista. Nel 1994 comincia a frequentare l\u2019ambiente artistico pordenonese e, dopo una brevissima parentesi in cui utilizza la terracotta, inizia a dare vita alla sua espressione artistica con la sua materia preferita, la pietra, partecipando alla realizzazione tra il 1995 e il 1996 di opere monumentali tuttora presenti nel territorio friulano. Da quel periodo prende il via anche una fitta attivit\u00e0 espositiva e di partecipazione a simposi di scultura che lo porter\u00e0 in Italia: Roma, Torino, Genova, Bologna, Ferrara, Mantova, Padova, Venezia, Treviso, Udine, Pordenone, Trieste e all\u2019estero: Parigi, Grasse (F), Jabeek (NL), Berlino, Magdeburgo (D). Attualmente continua la ricerca sul corpo utilizzando la sua materia d\u2019elezione e sperimentando le potenzialit\u00e0 dell\u2019alluminio. Si occupa inoltre della progettazione e realizzazione di arredamenti per luoghi sacri e abitazioni private.
\n\"\"Giulio Centurelli<\/strong>: nasce nel 1978 a Bergamo, dove vive e lavora. Artista autodidatta, inizia il proprio percorso artistico dalla poesia e dalla fotografia, spinto da una profonda ricerca interiore sull\u2019esistenza e sul complicato rapporto fra se stesso e la societ\u00e0. Sempre in continua ricerca di un metodo espressivo che lo completi, si dedica alla pittura con \u201cFerite\u201d e successivamente al ferro con \u201cRuggine\u201d, latrice spontanea dell\u2019esistenza umana, tema al quale l\u2019artista \u00e8 fortemente legato. Concetto, questo, ampliato ed elevato dall\u2019odierna sperimentazione \u201cEpifragma\u201d.L\u2019esistenza umana \u00e8 il tema a cui sono fortemente legato e che tento di raccontare attraverso le opere.
\nAndrea Cerquiglini<\/strong>: \u00e8 un artista residente in Italia le cui opere distintive fondono la parola scritta con il linguaggio visivo. Descrive i suoi pezzi come rappresentanti del flusso dei pensieri. Tuttavia, il testo non \u00e8 pensato per essere letto. Nel suo processo artistico, Cerquiglini utilizza esclusivamente penne gel su quaderni a righe
\nIsa Geiger<\/strong>: nasce a Milano dove vive attualmente. Laureata alla Facolt\u00e0 di Architettura del Politecnico di Milano, collabora con prestigiosi studi di architettura di Milano. Nel corso degli anni avvia, oltre all\u2019attivit\u00e0 professionale che la conduce ad approfondire gli aspetti legati alle grandi trasformazioni territoriali e alla riqualificazione urbana, la sua indagine personale sul rapporto tra il segno e lo spazio.Dopo una iniziale esperienza rivolta alla grafica, al disegno e alla realizzazione di opere tessili, l\u2019esplorazione oggi si orienta verso le tematiche legate alle trasformazioni spaziali e alle sue deformazioni. Lavorare il metallo e il filo di ferro le permettono, infatti, di riscoprire la tridimensionalita\u2019 propria del lavoro dell\u2019architetto.
\nDado Schapira<\/strong> (1957 Milano) si laurea in Scienze Politiche Internazionali. E\u2019 un artista visivo nelle cui opere integra spesso materiali tessili. I suoi lavori sono stati ampiamente esposti in tutta Italia, cos\u00ec come negli Emirati Arabi Uniti, negli Stati Uniti e in Francia. Fin dal suo esordio ha partecipato a importanti fiere nazionali come MIART, Arte Fiera Bologna, e aste internazionali come Sotheby\u2019s. I lavori di Dado Schapira intrecciano vite e sono vite che si intrecciano. Elemento ricorrente nelle sue opere \u00e8 infatti l\u2019uso di fili che invadono libri, fotografie e altri supporti, metafore del continuo incrocio e scambio che ognuno di noi vive con l\u2019altro. Le opere di Dado Schapira instaurano un rapporto di fantasia con lo spettatore, il quale pu\u00f2 tesservi la propria storia personale, generando una stratificazione di interpretazioni.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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