{"id":64722,"date":"2022-03-09T15:00:40","date_gmt":"2022-03-09T14:00:40","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=64722"},"modified":"2022-03-15T09:47:24","modified_gmt":"2022-03-15T08:47:24","slug":"why-me-why-now","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/why-me-why-now\/","title":{"rendered":"\u201cWhy me? Why now ?"},"content":{"rendered":"
Busto Arsizio – Identit\u00e0 e tempo sono i parametri insiti nel titolo dato da Antonella Civera alla sua personale fotografica in corso alla Fondazione Bandera per l\u2019Arte inserita nell\u2019ambito della XVIII Edizione di Filosofarti.<\/p>\n
\u201cWhy me? Why now ?\u201d a cura di Cristina Moregola, appare speculare in quanto manifesta una trascorrenza temporale tesa a definire e plasmare un\u2019idea di identit\u00e0.
\nSu tali cadenze Antonella Civera compie un percorso intimo di dolore e lotta, di sacrificio, di elevazione umana e morale che l\u2019hanno portata, nel corso della terapia intrapresa a fronte di un tumore al seno, ad autoritrarsi dando vita ad un diario per immagini che la ritrae imbrigliata dai tubi di drenaggio in distinte fasi della cura che, grazie alla maestria dell\u2019autrice, la fanno apparire come una \u00e9toile poco prima di entrare in scena.<\/p>\n
Negli autoritratti in primo piano lo sguardo pare, di volta in volta, teso sia verso un altrove noto solo all\u2019autrice, sia mosso da introspettive indagini.
\nDopodich\u00e9 l\u2019idea di sfida diretta \u00e8 dato dall\u2019armoniosa danza di un velo rosso mosso come ad affrontare una lotta contro il Minotauro che l\u2019ha costretta nel labirinto tumorale.
\nCome l\u2019eroe greco, Antonella Civera ne esce vincitrice divenendo corale esempio per tutte le donne.<\/p>\n
Abbiano avuto l\u2019opportunit\u00e0 di incontrare l\u2019autrice nello spazio espositivo a lei dedicatoalla Fondazione Bandera per l\u2019Arte.<\/p>\n
Quale \u00e8 stata la spinta che l\u2019ha portata a realizzare queste immagini ? Quindi la macchina fotografica \u00e8 stata un elemento salvifico. Osservando le foto si percepisce una forte tensione emotiva. Certo la fatica deve essere stata enorme. Antonella Civera \u2013 \u201cWht me? Why now?\u201d \u2013 Busto Arsizio, Fondazione Bandera per l\u2019Arte, Via Andrea Costa 29. Fino al 27 marzo 2022. Orari: gioved\u00ec-domenica 16-19<\/p>\n Mauro Bianchini<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Busto Arsizio – Identit\u00e0 e tempo sono i parametri insiti nel titolo dato da Antonella Civera alla sua personale fotografica in corso alla Fondazione Bandera per l\u2019Arte inserita nell\u2019ambito della XVIII Edizione di Filosofarti. \u201cWhy me? Why now ?\u201d a cura di Cristina Moregola, appare speculare in quanto manifesta una trascorrenza temporale tesa a definire […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":64726,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,37,12,64],"tags":[],"yoast_head":"\n
\n\u201cL\u2019idea di questo progetto \u00e8 nata a seguito dell\u2019esperienza che sono stata costretta a vivere dovuta a un tumore al seno. A fronte di tale condizione ho deciso di utilizzare la fotografia al fine di portare una testimonianza che possa essere utile a tutte le donne per sensibilizzarle sull\u2019importanza della prevenzione, inviando inoltre un messaggio di positivit\u00e0 per ricordare sempre a tutte che siamo donne forti e belle aldil\u00e0 di qualsiasi ostacolo\u201d.<\/em><\/p>\n
\n\u201cUtilizzare la macchina fotografica e me stessa per rappresentare quello che stavo vivendo mi ha molto aiutato a superare quel periodo e a ricordare a me stessa, in ogni singolo istante, che ero forte, che continuavo a essere bella al di l\u00e0 del mio corpo sfregiato e modificato\u201d.<\/em><\/p>\n
\n\u201cHo messo in mostra le mie emozioni che vanno dai momenti pi\u00f9 bui ad altri dove mi imponevo di vedere uno spiraglio di speranza\u201d.<\/em><\/p>\n
\n\u201cSi, ho fatto molta fatica, \u00e8 stato doloroso utilizzare la macchina fotografica sul cavalletto e cercare di muovermi con addosso i drenaggi sopportando i dolori delle ferite, ma l\u2019ho fatto facendomi forza al fine di mettere in scena una sorta di intima rappresentazione, immaginando i drenaggi come collane che mi abbellivano, mossa inoltre dalla volont\u00e0 di essere positiva e ironica anche nelle circostanze dolorose, difficili e paradossali poich\u00e9 per me era importante documentare quanto mi stava accadendo al fine per dare a tutte le donne, nelle mie condizioni, un messaggio di speranza\u201d.<\/em><\/p>\n