{"id":65329,"date":"2022-04-27T14:30:02","date_gmt":"2022-04-27T12:30:02","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=65329"},"modified":"2022-04-26T22:00:17","modified_gmt":"2022-04-26T20:00:17","slug":"curiamoci-con-larte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/curiamoci-con-larte\/","title":{"rendered":"Curiamoci con l\u2019arte"},"content":{"rendered":"
Busto Arsizio \u2013 Mai come in questo ultimo periodo abbiamo avuto necessit\u00e0 di volgere lo sguardo alla bellezza<\/strong> che, la scienza lo dimostra, non \u00e8 un concetto astratto, ma affonda le sue radici in una particolare area del cervello preposta all\u2019elaborazione delle emozioni. Gli studi condotti da Semir Zeki,<\/strong> padre della neuroestetica<\/em> ci consentono di parlare di \u201cneurobiologia della bellezza<\/strong>\u201d.<\/p>\n Cosa proviamo osservando un magnifico dipinto oppure ascoltando della bella musica? Durante una ricerca del Laboratorio clinico di neuro riabilitazione sperimentale della Fondazione Santa Lucia di Roma<\/strong> sono stati analizzati i meccanismi cerebrali che stanno alla base di ci\u00f2 che sentiamo quando siamo al cospetto della bellezza. Ebbene tale esperienza si accompagna sempre all\u2019attivit\u00e0 specifica di un\u2019area del cervello dove le nostre emozioni vengono elaborate<\/strong>: pi\u00f9 intensa \u00e8 l\u2019esperienza del bello e pi\u00f9 intensa \u00e8 l\u2019attivit\u00e0 registrata. Ne consegue che l\u2019arte \u00e8 in grado di muovere e suscitare emozioni cos\u00ec potenti da lenire \u201ci dolori dello spirito<\/strong>\u201d. Un gruppo di specialisti canadesi ha definito l\u2019arte e il piacere che ne deriva, un vero e proprio \u201cfarmaco emozionale\u201d<\/strong>. Ne sono cos\u00ec convinti che, dopo, aver siglato un accordo, con il Museo delle Belle Arti di Montreal prescrivono, oltre a cure farmacologiche, visite per ammirare le opere di artisti come Brughel, Rembrant e Matisse perch\u00e9 visitare una mostra migliora, \u00e8 certo, notevolmente il nostro stato d\u2019animo.<\/strong><\/p>\n Il caso dell\u2019ospedale cantonale di Aarau<\/strong> Non solo fruirla ma anche farla: arte come terapia espressiva<\/strong> M. Giovanna Massironi<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Busto Arsizio \u2013 Mai come in questo ultimo periodo abbiamo avuto necessit\u00e0 di volgere lo sguardo alla bellezza che, la scienza lo dimostra, non \u00e8 un concetto astratto, ma affonda le sue radici in una particolare area del cervello preposta all\u2019elaborazione delle emozioni. Gli studi condotti da Semir Zeki, padre della neuroestetica ci consentono di […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":65331,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[1458],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nIn Svizzera, come nel nostro paese, molti ospedali e molte cliniche private hanno quadri importanti appesi alle pareti o espongono talvolta delle estemporanee di artisti. L\u2019ospedale cantonale di Aarau possiede invece una vera e propria collezione di oltre 3.000 pezzi che si arricchisce di anno in anno.<\/strong> Ma sicuramente la cosa che rende interessante e, per certi versi unico, l\u2019ospedale svizzero sono le mostre che si tengono al suo interno e che ospitano artisti professionisti contemporanei. Inoltre, in ogni camera dei pazienti \u00e8 presente un\u2019opera che, se anche non sempre incontra i gusti del paziente, aiuta a spostare lo sguardo dalla malattia. La collezione \u00e8 nata a partire dagli anni Cinquanta<\/strong> quando molti direttori e medici hanno iniziato a regalare opere delle loro collezioni private all\u2019ospedale. Nel tempo al primo nucleo di opere si sono aggiunti affreschi, mosaici, vetrate e sculture fino a quando l\u2019ospedale stesso ha iniziato a commissionare grandi opere d\u2019arte. Dal 2008 l\u2019artista indipendente Sadhyo Niederberger,<\/strong> che dal 1989 \u00e8 impegnata in progetti interculturali e multidisciplinari, lavora come responsabile dell\u2019arte nell\u2019ospedale di Aarau occupandosi delle opere qui custodite e dell\u2019organizzazione di eventi culturali.<\/p>\n
\nL\u2019arte fa bene non solo quando la si osserva, ma anche quando la si fa. L\u2019espressione artistica fornisce nuovi modi di comunicazione laddove altri, come la parola, si siano rivelati insufficienti ad esprimere emozioni, soprattutto in momenti di difficolt\u00e0 esistenziale. Attraverso l\u2019arteterapia vengono valorizzati altri canali comunicativi<\/strong>, il pensiero divergente viene sollecitato e le capacit\u00e0 creative sono potenziate. Sappiamo quanto sia antico e profondo il legame tra narrazione e immagine<\/strong>: lo stesso Freud lo aveva sottolineato in Saggi dell\u2019arte e della letteratura (<\/strong>1910) a proposito dei pittogrammi degli antichi Egizi e l\u2019arte terapia, utilizzando il linguaggio diretto delle immagini, apre una finestra sul nostro mondo psichico, sui problemi e sulle esperienze dandoci la possibilit\u00e0 di esplorare in modo diverso i nostri pensieri. Possiamo dire che, attraverso le terapie espressive il processo di trasformazione che avviene dentro di noi, si rende visibile e tangibile proprio nel \u201c manufatto artistico<\/strong>\u201d. Grazie all\u2019arte possiamo tornare a modalit\u00e0 espressive e sensoriali dell\u2019infanzia: manipolazione, pittura, colori, collage. Questo fa s\u00ec che si possano attivare memorie legate ai primi anni di vita ma anche a problematiche del vissuto attuale di cui non si \u00e8 pienamente consapevoli, permettendo alla nostra mente di aprire una porta sull\u2019inconscio.<\/p>\n