{"id":65387,"date":"2022-05-01T09:00:52","date_gmt":"2022-05-01T07:00:52","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=65387"},"modified":"2022-05-06T10:11:21","modified_gmt":"2022-05-06T08:11:21","slug":"andar-per-ville","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/andar-per-ville\/","title":{"rendered":"Andar per ville"},"content":{"rendered":"

Busto A. – Evviva, si pu\u00f2 riprendere ad andare in giro. Vicino o lontano poco importa, basta andare. E allora si potrebbe incominciare vedendo ville, non solo lungo il Brenta, in Brianza e sui Navigli, ma anche a due passi da casa nostra: a piedi oppure con poche pedalate. Va bene anche incominciare da Busto dove nella piazza gi\u00e0 denominata \u201cdel Conte\u201d (in seguito in modo meno aulico ma sempre efficace) si impone, tutto pittato di bianco, il palazzo passato per acquisto dalla nobile ma soprattutto facoltosa famiglia Rasini ai conti Marliani.<\/p>\n

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Palazzo Marliani, Cicogna Mozzoni<\/figcaption><\/figure>\n

Spetta proprio a questi ultimi l\u2019aver riunito e sistemato edifici fino ad allora senza qualit\u00e0\u00a0trasformandoli in una \u201ccasa da nobile\u201d elegante, ben distinta dalle altre rustiche case affacciate sul piazzale e provvista alle spalle di un giardino all\u2019italiana oggi neanche possibile da immaginare. Il suo assetto per come lo vediamo tuttora, fatte salve le evidenti aggiunte pi\u00f9 tarde, risale al Settecento e ne sono testimonianze soprattutto il raffinato portale di gusto barocchetto che, stretto fra un muro bombato, guidava prospetticamente fino al parco, le incorniciature, anche a conchiglia, dei balconcini e all\u2019interno taluni soffitti lignei \u201ca passasotto\u201d e i piacevolissimi affreschi dipinti a mo\u2019 di fregio in una sala del pianterreno con vedute marinaresche incorniciate da briose quadrature.<\/p>\n

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Fregio con vedute marinaresche in una sala di Palazzo Marliani<\/figcaption><\/figure>\n

Come tante altre ville del suburbio milanese il palazzo pass\u00f2 per via ereditaria prima e per breve tempo ai conti di Gambarana e di Langosco e poi ai Cicogna Mozzoni i quali nel 1823 lo cedettero alla municipalit\u00e0 di Busto. Nel 1851-52 questa \u201ccon grande dispendio lo fece ampliare in modo da potervi comodamente collocare gli uffizi comunali\u201d e in seguito quelli del Tribunale; pi\u00f9 tardi intervenne un annoso restauro volto a trasformare l\u2019antica villa in sede della Biblioteca e del Museo. Una sede certo di tutto rispetto, ma di com\u2019era la casa del feudatario Carlo Marliani che nel 1739 vi giunse \u201ccolla sua novella sposa la Signora Donna Maria Busca, accompagnato da molte carrozze di nobilt\u00e0 ch\u2019erano in seguito\u201d, e della sua pomposa atmosfera si \u00e8 proprio perso ogni traccia.<\/p>\n

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Palazzo Rasini a Borsano<\/figcaption><\/figure>\n

Non ci vuole molto per arrivare dalla piazza del Conte fino a Borsano e qui, purtroppo in condizioni non fauste, si distingue per studiata eleganza formale il palazzetto da dove governavano le loro propriet\u00e0 i Rasini conti di Castelnovetto, condottieri, ma anche giureconsulti e \u201cprotonotari\u201d. Della famiglia fu Carlo, fratello del feudatario di Borsano e principe del Sacro Romano Impero, ad occuparsi dei possedimenti nel paese e a far costruire\u00a0ad inizio Settecento una dimora adatta al suo rango alla quale volle fosse poi addossato un oratorio dedicato a Sant\u2019Antonio da Padova le cui storie vennero affrescate nel presbiterio da un pittore che portava lo stesso nome di un parente altrettanto, anzi forse pi\u00f9 illustre nel campo: Stefano Montalto.
\nUna dimora davvero di ricercata eleganza quella voluta dal Rasini anche se oggi \u00e8 faticoso apprezzarne tutta la ricercatezza che ne faceva la distinzione: le sue facciate, sia quella sulla via principale del borgo, sia quella che dava sulla corte, denotano una ricercatezza sapiente da parte del progettista capace di prospettare un impiego inconsueto e variato delle lesene che le scandiscono. Anche il leggero aggetto delle brevi ali laterali si spiega con pertinente ragione in quanto racchiude lo spazio, opportunamente delimitato da cippi di pietra, dove carrozze e carri potessero muoversi agevolmente.<\/p>\n

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La balconata di Palazzo Rasini a Borsano<\/figcaption><\/figure>\n

Per la villa non solo fu chiamato un architetto di vaglia, ma anche venne prestata attenzione ai decori che la qualificassero con aggiornata raffinatezza come testimoniano ancora i ferri\u00a0battuti della balconata\u00a0 sopra il portone d\u2019ingresso e la balaustra dello scalone, eseguiti con esemplare maestria, e i rilievi a stucco \u2013 pochi ne sono rimasti – con gradevoli motivi a foglie e a fiori.
\nAnche per la casa da nobile dei Rasini dalla corte si dipartiva un vasto e lungo giardino di l\u00e0 dal quale vi era \u201cparte campo, parte vigna, e parte bosco e brughiera\u201d, quasi tutto possedimento della antica e insigne famiglia che rimase a Borsano fino all\u2019Ottocento per poi alienare la propriet\u00e0 che da allora si avvi\u00f2 alla decadenza.<\/p>\n

Giuseppe Pacciarotti<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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