{"id":65393,"date":"2022-05-02T09:00:58","date_gmt":"2022-05-02T07:00:58","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=65393"},"modified":"2022-04-30T12:19:58","modified_gmt":"2022-04-30T10:19:58","slug":"riflessi-dallinconscio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/riflessi-dallinconscio\/","title":{"rendered":"\u201cRiflessi dall\u2019inconscio\u201d"},"content":{"rendered":"
Bergamo – E’ stata una figura femminile dirompente in un\u2019epoca, tra gli anni Cinquanta e gli Ottanta, quando essere artiste donne incontrava non pochi ostacoli nel mondo dell\u2019arte. Stiamo parlano di Carola Mazot (Valdagno 1929 \u2013 Milano 2016) alla quale la citt\u00e0 dedica, da gioved\u00ec 5 maggio (con inaugurazione alle 17.30) la mostra \u201cRiflessi dall\u2019inconscio\u201d allestita nell’Ex Chiesa della Maddalena.<\/p>\n
L’esposizione ripercorre gli anni Ottanta e Novanta della produzione artistica di Carola Mazot e vuole innanzi tutto indagare in quel sentimento di inconoscibilit\u00e0 e contraddittoriet\u00e0 della vita che ognuno di noi avverte in fondo a se stesso con il senso di mistero e incanto sprigionato dalle opere di questa artista.
\nDa un lato vediamo che per lei la realt\u00e0 pi\u00f9 misteriosa e imperscrutabile \u00e8 l\u2019essere umano e il suo volto, ritratto in sintesi, disegno e segno impostatale proprio dalle basi apprese da Giacomo Manz\u00f9, suo ultimo maestro, con spessore espressivo che allude ad una interiorit\u00e0 silenziosa e potentissima. Al centro di ogni suo interesse, dunque \u00e8 a figura umana che viene indovinata, studiata, amata e poi reinterpreteta, seguendo il filone nostalgico della pittura espressionista di Munch, Kokoshka e Sironi, con una particolare forza, sicurezza e musicalit\u00e0 di accordi che conquistano l’osservatore.<\/p>\n
Una buona parte dell\u2019esposizione \u00e8 dedicata anche alla serie dei \u201cGiardini\u201d<\/em>, il periodo pi\u00f9 informale e astratto della sua storia artistica, che ha origine dall\u2019osservazione degli elementi della natura: alberi e boschi grondanti di pioggia, radici, fiori, rami intrecciati con vitalit\u00e0 e fantasia travolgente. Luoghi immaginari dove si respira la libert\u00e0, filosofia della natura come sede di speranza, spazi dove il bello della natura \u00e8 ancora possibile.<\/p>\n Lavori dipinti di getto con stile sicuro e senza ripensamenti. Affermava Constantin Brancusi: \u201cLa semplicit\u00e0 in arte \u00e8 la sostanza di una complessit\u00e0 risolta\u201d, cos\u00ec nei \u201cGiardini\u201d vi \u00e8 uno stile che a tratti si fa essenziale e fa pensare alla sintesi del disegno orientale, dove elementi isolati richiamano la macchia nera di china dell\u2019ideogramma giapponese sul bianco della tavola. Mazot riesce, con poesia, a delineare e portare in luce le zone d\u2019ombra dell\u2019animo umano.<\/p>\n Accompagna la mostra, che rimarr\u00e0 in caledario sino al 29 maggio, un catalogo con testi critici di Chiara Gatti, Mario De Micheli, Franco Loi e Giorgio Seveso. Orari: gioved\u00ec, venerd\u00ec e sabato 16\u2013 19; domenica 10-13\/16- 19.<\/p>\n Note biografiche<\/strong> <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Bergamo – E’ stata una figura femminile dirompente in un\u2019epoca, tra gli anni Cinquanta e gli Ottanta, quando essere artiste donne incontrava non pochi ostacoli nel mondo dell\u2019arte. Stiamo parlano di Carola Mazot (Valdagno 1929 \u2013 Milano 2016) alla quale la citt\u00e0 dedica, da gioved\u00ec 5 maggio (con inaugurazione alle 17.30) la mostra \u201cRiflessi dall\u2019inconscio\u201d […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":65396,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,65,64],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nCarol Mazot, veneta di nascita, ha vissuto e lavorato per gran parte della sua vita a Milano. Nipote del pittore post impressionista veneziano Vettore Zanetti Zilla che fu anche suo primo maestro, studi\u00f2 in giovent\u00f9 con illustri maestri come Donato Frisia e Lorenzo Pepe ma la sua formazione \u00e8 legata soprattutto all\u2019Accademia di Brera, durante gli anni Sessanta, sotto la guida di Marino Marini e Giacomo Manz\u00f9. Frequent\u00f2 il Jamaica negli anni dei maggiori fermenti artistici e culturali, conoscendo numerosi artisti e scrittori fra i quali Ernesto Treccani che le fece alcuni ritratti, Alik Cavaliere, Giuseppe Migneco, Aligi sassu, il critico Mario De Micheli e il poeta Franco Loi che seguirono e scrissero sui suoi lavori.
\nSpos\u00f2 lo scultore Guido Di Fidio. Lavor\u00f2 soprattutto a Milano esponendo in numerose citt\u00e0 in Italia e all\u2019estero: Milano, Venezia, Verona ma anche Lugano, Parigi, Varsavia, Vienna, Lione, New York e San Francisco.<\/p>\n