{"id":65846,"date":"2022-05-29T09:00:04","date_gmt":"2022-05-29T07:00:04","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=65846"},"modified":"2022-06-07T09:53:24","modified_gmt":"2022-06-07T07:53:24","slug":"andar-per-ville-parte-iv","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/andar-per-ville-parte-iv\/","title":{"rendered":"Sulle rive dell’Olona, a Castegnate e Castellanza Ville di famiglie di gran nobilt\u00e0"},"content":{"rendered":"

A leggere la \u201cGrande Illustrazione del Lombardo Veneto\u201d nel 1857 \u201cCastellanza e Castegnate forma(va)no quasi un solo villaggio, con colli a levante e a ponente popolati di bellissime ville\u201d. Vero, perch\u00e9 gi\u00e0 \u201cab antiquo\u201d i Borromeo avevano una casa (non molti anni fa sistemata a museo didattico) a Castegnate, poco discosta dall\u2019Olona e dalla strada che da Milano portava al lago Maggiore dove avevano i possedimenti.<\/p>\n

Di questo borgo furono feudatari dalla fine del Seicento i marchesi Daverio che abitarono in una casa non sontuosa n\u00e9 appariscente, solo caratterizzata nella facciata sulla corte da un porticato a tre archi ribassati sostenuto da colonne di granito che nella sua piacevole semplicit\u00e0 venne ripreso pi\u00f9 avanti in un altro fianco dell\u2019edificio ingentilito anche da un loggiato. Doveva essere bello proprio tanti anni fa arrivare in carrozza dalla gran citt\u00e0 per far visita ai Daverio, attraversando paesi, villaggi e floride campagne fino a un arco scenografico ora sperduto nell\u2019impoetico contesto moderno, da dove partiva un viale prospettico che portava proprio davanti all\u2019ingresso padronale della casa.<\/p>\n

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Castegnate, Arco di casa Daverio (incisione di Federica Galli)<\/figcaption><\/figure>\n

Risalendo poi a Castellanza attraverso la scala non erta messa l\u00ec appena dopo la riva dell\u2019Olona si profilavano subito due dimore cariche di storie. Su uno slargo aperto sulla strada del Sempione si ergeva nella sua austerit\u00e0 neoclassica la villa dei Carminati di Brambilla, patrizi di Milano proprietari qui di terre e vigne.<\/p>\n

Questa famiglia ancora nel Settecento aveva affidato il disegno della dimora a Leopoldo Pollack, allievo del Piermarini e progettista della esemplare villa milanese del principe Ludovico Barbiano di Belgiojoso, ma esso fu accantonato perch\u00e9 ritenuto troppo caro. Ne appront\u00f2 un altro, nel 1812, Pietro Pestagalli, infaticabile architetto di chiese e palazzi signorili soprattutto nel contado: approvato il disegno dal conte Cesare, la villa fu costruita in tempi brevi, solenne nel suo impianto ad U, con le ali leggermente ribassate e chiuse a risega a stringere oggi la severa cancellata.<\/p>\n

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Castellanza, villa Carminati di Brambilla, ora Municipio<\/figcaption><\/figure>\n

Gli interni ebbero cure attente e di gusto grazie all\u2019intervento nella galleria, nelle sale e sullo scalone degli allora apprezzatissimi decoratori Paolo Santagostini e Gaetano Vaccani mentre due figure allegoriche furono modellate in gesso dallo scultore Gaetano Monti allievo del Canova.
\nDi grande vastit\u00e0 era il giardino all\u2019inglese della villa, ora adibita a sede municipale: progettato dallo specialista Luigi Villoresi si stendeva massimamente alle sue spalle, fino alle campagne tutte propriet\u00e0 dei Carminati che \u201calla Castellanza\u201d ebbero ospiti di rango, fin di casa Savoia, soprattutto quando un loro erede, il conte Giulio, assunse le cariche di \u201caiutante in campo\u201d e di \u201cgran cacciatore\u201d di Umberto I.<\/p>\n

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Castellanza, ingresso alla casa Fagnani Arese (foto storica)<\/figcaption><\/figure>\n

Pochi passi prima del villone dei Carminati di Brambillla chi veniva da Milano poteva notare un complesso edilizio, oggi profondamente trasformato su idee di Aldo Rossi, comprensivo di casa da nobile e di rustici; sobria e senza rilevanze architettoniche la prima, se non per un portale di accesso risolto in forma monumentale e classicheggiante. Era l\u2019antica dimora dei marchesi Fagnani, di stanza a Milano in un palazzo di via santa Maria Fulcorina, ma padroni a Castellanza di boschi, vigne, campi e mulini tutti da gestire e controllare. Questi loro possessi passarono a Marco Arese Lucini, VI conte di Barlassina, quando li port\u00f2 in dote l\u2019ultima dei Fagnani, la non propriamente virtuosa Antonietta, s\u00ec proprio quella dell\u2019ode del Foscolo \u201cAll\u2019amica risanata\u201d.<\/p>\n

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Castellanza, serra nel parco gi\u00e0 Fagnani Arese, ora Liuc<\/figcaption><\/figure>\n

Alla famiglia Arese Lucini rimasero fino alla met\u00e0 dell\u2019Ottocento quando li acquist\u00f2 a caro prezzo Costanzo Cantoni che sulla riva dell\u2019Olona aveva impiantato un grandioso cotonificio, attualmente sede, come alcune parti superstiti della villa, dell\u2019Universit\u00e0 Carlo Cattaneo. Ai tempi di questo imprenditore, ma pi\u00f9 probabilmente a quelli successivi di Pietro Soldini e Carlo Jucker diventati proprietari dello stabilimento, nel parco romantico, ora aperto al pubblico, venne sistemata una serra tutta ferro e vetro, documento di una nuova mentalit\u00e0 al passo coi tempi che stavano diventando moderni.<\/p>\n

Giuseppe Pacciarotti<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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