{"id":65899,"date":"2022-06-04T10:00:04","date_gmt":"2022-06-04T08:00:04","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=65899"},"modified":"2022-06-07T09:44:37","modified_gmt":"2022-06-07T07:44:37","slug":"paola-mattioli-quattro-stanze-quattro-storie-a-villa-carlotta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/paola-mattioli-quattro-stanze-quattro-storie-a-villa-carlotta\/","title":{"rendered":"Paola Mattioli, Quattro stanze. Quattro storie a Villa Carlotta"},"content":{"rendered":"
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Paola Mattioli, Fiori per Dorothy Parker, Milano, 1996<\/figcaption><\/figure>\n

Tremezzina (CO) – E’ un moderno carnet de voyage che racconta le infinite traiettorie della fantasia di una fotografa che cerca la poesia nella leggerezza la mostra “Paola Mattioli. Quattro stanze, quattro storie” in apertura dal 18 giugno a villa Carlotta.<\/p>\n

L’esposizione, al primo piano dell’edificio, trova gli spazi ideali per raccontare argomenti cari all\u2019autrice che vede l\u2019immagine come l\u2019evocazione di un\u2019emozione profonda e totalizzante, dove la tecnica si cela dietro in un\u2019apparente semplicit\u00e0, per cogliere l\u2019essenza dell\u2019espressione.<\/p>\n

Attraverso 66 foto (60 in bianco e nero e 6 a colori) realizzate dal 1970 al 2019, la storia di un rapporto privilegiato con un oggetto, una persona, con una sensazione che si cristallizza nel momento in cui l\u2019intensit\u00e0 diviene la cifra del suo stile.<\/p>\n

La mostra oltre ad essere un tributo a una protagonista della fotografia italiana dagli anni Settanta ad oggi, si propone di raccontare un percorso di ricerca rigorosa e creativa, che la rende testimone originale del proprio tempo attraverso immagini sempre contemporanee nella loro essenziale sintesi.<\/p>\n

L\u2019esposizione \u00e8 scandita da quattro temi chiave della sua carriera:
\nFiori per\u2026 Le 12 foto (1972-1996) sono un commosso omaggio alla rimembranza, che attraverso l\u2019immagine prende forma oltre la transitoriet\u00e0 dell\u2019esperienza. Gli affetti pi\u00f9 cari, che siano personali, letterari o politici, si confrontano con il diaframma fotografico che rende impossibile l\u2019oblio dei ricordi pi\u00f9 profondi.<\/p>\n

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Paola Mattioli, Calesse nel giardino Majorelle, Marrakech, 1986<\/figcaption><\/figure>\n

Il percorso accompagna poi nella sala “Mattioli\/Mondino” che in 12 scatti e oggetti d\u2019affezione racconta opere d\u2019arte e album d\u2019appunti (1983-1993), la vicenda artistica di due persone che viaggiano negli spazi della creativit\u00e0 con la stessa passione che li porta a cercare nuovi linguaggi nei segni e nelle immagini del loro mondo poetico.<\/p>\n

Statuine \u00e8 una serie di 10 immagini (1985) omaggio alla bellezza che attraverso la fissit\u00e0 scultorea oltrepassa il tempo. Uno sguardo rivolto all\u2019infinito e un corpo che si pone al di sopra della superficie diventano l\u2019occasione per affrontare l\u2019artificio, quell\u2019esercizio di rendere verosimile il vero attraverso l\u2019imitazione della natura.<\/p>\n

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Paola Mattioli, Giuseppe Ungaretti, Salsomaggiore, 1970<\/figcaption><\/figure>\n

Ritratti \u00e8 il tema di una ricerca che inizia con il volto vitale e intenso di Giuseppe Ungaretti nel 1970, e che continua ancora adesso con la stessa curiosit\u00e0 di apprendere che ha spinto Paola Mattioli appena ventenne a frequentare lo studio di Ugo Mulas. 32 fotografie (1970-2019) che ritraggono personaggi famosi del mondo dell\u2019arte e del design, come Emilio Tadini, Luigi Serafini, Alessandro Mendini, Bruno Munari, Ron Arad, Ingo Maurer; del cinema e del teatro come Peter Ustinov e Angela Finocchiaro, della musica come Milva e Fabio Treves, ma anche amici, intellettuali, persone che hanno arricchito la sua esperienza umana e professionale.<\/p>\n

A conclusione della mostra saranno proiettate due interviste video dove la fotografa racconta, con entusiasmo e sincerit\u00e0, aspetti del suo carattere che ritroviamo negli sguardi della sua ricerca.<\/p>\n

La mostra proseguir\u00e0 sino al 4 settembre e sar\u00e0 aperta al pubblico tutti i giorni dalle ore 10 alle 18. Sabato 25 giugno, 23 luglio e 3 settembre, alle 15, sar\u00e0 possibile partecipare a una speciale visita guidata alla mostra con l\u2019autrice, Paola Mattioli, e il curatore, Luca Violo. Le \"\"visite saranno gratuite, comprese nel biglietto d\u2019ingresso a Villa Carlotta .<\/p>\n

Paola Mattioli \u00e8 nata a Milano nel 1948, ha studiato filosofia e si \u00e8 laureata con una tesi sul linguaggio fotografico. Il ritratto, l\u2019interrogazione sul vedere, il linguaggio, la differenza femminile, le grandi e le piccole storie (dall\u2019Africa alla Dalmine) sono i temi che affronta con uno sguardo lontano dal classico reportage, con \u201cuna sottile distanza\u201d che mette in gioco \u201ccon leggerezza e rigore. In ogni sua ricerca emerge la costante riflessione intorno al linguaggio fotografico e ai fenomeni della visione, la domanda sul senso del vedere e del fotografare: un tenace filo rosso che lega gli uni agli altri tutti i suoi lavori\u201d, come ha felicemente condensato un intervento critico.<\/p>\n

Tra le mostre e le pubblicazioni principali: Ungaretti (1972); Immagini del no (1974); Ci vediamo mercoled\u00ec (1978); Cellophane (1979); Statuine (1987); Donne irritanti (1995); Regine d\u2019Africa (2004); Fabbrico (2006); Dalmine (2008); Una sottile distanza (2008); Altra misura. Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta (2015); Cristina Casero, Paola Mattioli, sguardo critico di una fotografa, Postmediabooks (2016).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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