{"id":66145,"date":"2022-06-23T09:00:59","date_gmt":"2022-06-23T07:00:59","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=66145"},"modified":"2022-06-24T10:08:16","modified_gmt":"2022-06-24T08:08:16","slug":"concerning-dante-autonomous-cell-di-jacopo-valentini","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/concerning-dante-autonomous-cell-di-jacopo-valentini\/","title":{"rendered":"Concerning Dante \u2013 Autonomous Cell di Jacopo Valentini"},"content":{"rendered":"
Bologna – E’ un progetto fotografico legato all’immaginario dantesco che ripercorre lungo l’Italia i viaggi reali compiuti dal poeta e quelli letterari\u00a0 la mostra ospitata nelle sale del Museo Civico Medievale. Il percorso dell’esposizione, intitolata “Concerning Dante – Autonomous Cell”<\/strong> di Jacopo Valentini, presenta opere dell’autore in dialogo con quelle della collezione permanente del museo, creando cos\u00ec un “legame” formale e ideale che in alcuni passaggi si fa particolarmente eloquente, come con la colossale statua realizzata da Manno di Bandino che ritrae papa Bonifacio VIII, personaggio centrale nei rivolgimenti politici fiorentini che provocarono l’esilio del poeta. Uno degli aspetti preminenti che la ricerca di Valentini vuole far emergere sul rapporto tra testo letterario e paesaggio \u00e8 come l’influenza del primo verso quest’ultimo sia stata tale da condizionare la percezione dei luoghi. A contribuire a questo processo \u00e8 stata l’ampia mole di figurazioni del testo che si sono succedute nei secoli, a cui il fotografo si \u00e8 approcciato ritraendo con la tecnica dello still life alcuni lavori di Federico Zuccari, Alberto Martini e Robert Rauschenberg. Ogni opera autoriale fotografata da Valentini \u00e8 una \u2018cellula\u2019 di quel complesso universo visivo in perenne mutazione, che forma l\u2019immaginario dantesco e che appare come una cartina tornasole dell’evoluzione della societ\u00e0 e del suo rapporto con aspetti cruciali quali la morale, la religione e il potere. Il secondo contributo \u00e8 quello di Alberto Martini (1876-1954), artista che ha sempre mantenuto un rapporto molto intenso con la Commedia. L’occasione fu il celebre concorso del 1900 per l’edizione Alinari, snodo cruciale per la figurazione del poema dantesco perch\u00e9 apr\u00ec a una pluralit\u00e0 di declinazioni autoriali moderne con il solo vincolo della riproducibilit\u00e0 tecnica (non a caso era promosso dalla ditta della celebre dinastia di fotografi), agendo cos\u00ec da elemento capace di proiettare ulteriormente il testo nella cultura di massa. Valentini ha lavorato alla Pinacoteca Martini di Oderzo, dove \u00e8 conservato un corpus di 298 opere a tema dantesco realizzate dall’artista, la cui cifra stilistica si colloca tra simbolismo e surrealismo. Uno degli aspetti che differenzia maggiormente il lavoro dell’artista dalla tradizione di saggi figurativi dedicati al capolavoro dantesco, come quelli appena citati, \u00e8 l’essere un meta-progetto, che vuole attraversare una tradizione figurativa in chiave dialogica con il presente, considerando il poema dantesco un dispositivo complesso che nei secoli ha creato e stratificato immaginari capaci di incidere profondamente sul reale.<\/p>\n La mostra \u00e8 visitabile sino al 18 settembre. Orari di apertura: marted\u00ec, gioved\u00ec 10-14; mercoled\u00ec, venerd\u00ec 14-19; sabato, domenica e festivi 10-19.Durante il periodo di apertura \u00e8 stato organizzato un ciclo di visite guidate alla mostra: mercoled\u00ec 6 luglio e 24 agosto, alle 17; sabato 17 settembre alla medesima ora, visita con l’artista Jacopo Valentini e il curatore della mostra Carlo Sala.<\/p>\n Note biografiche<\/strong> <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Bologna – E’ un progetto fotografico legato all’immaginario dantesco che ripercorre lungo l’Italia i viaggi reali compiuti dal poeta e quelli letterari\u00a0 la mostra ospitata nelle sale del Museo Civico Medievale. Il percorso dell’esposizione, intitolata “Concerning Dante – Autonomous Cell” di Jacopo Valentini, presenta opere dell’autore in dialogo con quelle della collezione permanente del museo, […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":66146,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,65,64],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nLa ricerca si snoda attorno a tre luoghi simbolici, che sono interpretati come i varchi che conducono rispettivamente a Inferno, Purgatorio e Paradiso, dei veri e propri punti di contatto tra la narrazione della Commedia e la realt\u00e0 del territorio italiano.
\nIl primo, le bocche vulcaniche dei Campi Flegrei, era per gli antichi romani l’antro di Caronte, il traghettatore delle anime dei morti al di l\u00e0 del fiume dell’Ade, e Virgilio nell’Eneide vi colloca la discesa agli inferi. La Pietra di Bismantova \u00e8 ritratta dall’artista a simboleggiare il Purgatorio, seguendo un esplicito richiamo del testo nel IV Canto. Il delta del Po \u00e8 invece la figurazione del Paradiso: un luogo che non presenta un legame filologico con il libro, ma \u00e8 stato adottato come un pretesto visivo capace di evocare le suggestioni del poema mediante il suo caratteristico paesaggio sospeso e atemporale.<\/p>\n
\nLa prima opera riletta visivamente da Valentini nella sua ricerca \u00e8 il Dante Istoriato di Federico Zuccari (1539-1609), che nella seconda met\u00e0 del Cinquecento realizz\u00f2 una sorta di libro d’artista, dove le immagini diventano il centro della narrazione. La gamma cromatica adottata dal pittore in ogni cantica ne accentua il pathos visivo, come emerge nelle tavole dell’Inferno realizzate a matita. Nella sequenza iconografica del libro, Valentini colloca i disegni dell’artista urbinate tra le vedute laviche di Lanzarote e i fumi delle solfatare dei Campi Flegrei, creando una analogia visiva tra finzione e realt\u00e0.<\/p>\n
\nLa terza presenza autoriale \u00e8 quella dell’artista statunitense Robert Rauschenberg (1925-2008) che sul finire degli anni Cinquanta perfezion\u00f2 la tecnica del “transfer a solvente” lavorando sulle immagini fotografiche delle riviste del tempo, poi riprese a matita e acquerello. Nella tavola Malebolge, “transfer drawing” dedicato all’ottavo cerchio dell’Inferno, gli atleti che campeggiavano sulle pagine di “Sports Illustrated” diventano personaggi della Commedia: Virgilio ha le fattezze di un tennista, mentre i giganti sono tre lottatori sul podio. Illustrando la Commedia, Rauschenberg coglie il pretesto per parlare dell’attualit\u00e0 e, innestando sul poema temi di natura politica e sociale (tra i suoi personaggi figurano anche John Kennedy e Richard Nixon), sottolinea l\u2019universalit\u00e0 del poema dantesco.
\nTra le varie nature morte realizzate da Valentini spicca anche la fotografia che ritrae la prima edizione de La Divina Mimesis di Pasolini, un tentativo incompiuto di riscrittura della Commedia uscito postumo nel 1975, che all\u2019interno della mostra \u00e8 una sorta di omaggio al grande scrittore di cui ricorre quest\u2019anno il centenario della nascita.<\/p>\n
\nJacopo Valentini \u00e8 nato a Modena nel 1990, vive e lavora tra Modena e Milano. Si avvicina alla fotografia fin da giovanissimo, studiando prima presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio (Svizzera) e poi allo IUAV di Venezia, dove frequenta un Master in fotografia. Nel 2015 viene selezionato per partecipare al progetto Foto Factory Modena in collaborazione con Sky Arte HD e Fondazione Modena Arti Visive. Nel 2017 vince la 101ma Collettiva Giovani Artisti della Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia. Nel 2019 viene selezionato per Giovane Fotografia Italiana #07, all\u2019interno del circuito Fotografia Europea, a Reggio Emilia, e vince il Premio Nocivelli. Nel 2020 \u00e8 finalista per il Leica Oskar Barnack Award Newcomer ed \u00e8 vincitore del bando Refocus del Ministero della Cultura, in collaborazione con Triennale Milano e MUfoco | Museo di Fotografia Contemporanea. Nello stesso anno \u00e8 selezionato per Cantica21 indetto dal MiC e dal MAECI per il progetto Concerning Dante – Autonomous Cell, pubblicato in un volume edito da Humboldt Books.
\nHa esposto presso istituzioni e spazi privati sia in Italia che all\u2019estero, tra cui: Chiostri di San Domenico, Reggio Emilia; Triennale, Milano; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Museo Civico Giovanni Fattori, Livorno; Royal Institute British of Architecture, Londra; Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (Treviso); Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; Fondazione Ragghianti, Lucca; La Volont\u00e9 93, Saint Ouen (Francia); Una Vetrina, Roma; Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea, Rubiera (Reggio Emilia); festivalfilosofia, Modena; Galleria Civica Cavour, Padova; Palazzo del Governatore, Parma; Galleria Civica di Modena; Istituto Italiano di Cultura, Addis Abeba; Istituto Italiano di Cultura, Mosca.
\nI suoi lavori sono presenti in collezioni sia pubbliche che private, fra cui: Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna; Galleria Civica di Modena | FMAV – Fondazione Modena Arti Visive; Palazzo Rasponi 2, Ravenna; Fondazione Ragghianti, Lucca; Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; MUfoco | Museo di Fotografia Contemporanea, Milano.<\/p>\n