{"id":67348,"date":"2022-09-25T09:00:16","date_gmt":"2022-09-25T07:00:16","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=67348"},"modified":"2022-09-27T09:14:13","modified_gmt":"2022-09-27T07:14:13","slug":"paul-klee-nel-disegno-il-suo-regno-mistico-e-fiabesco","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/paul-klee-nel-disegno-il-suo-regno-mistico-e-fiabesco\/","title":{"rendered":"Paul Klee: nel disegno il suo regno mistico e fiabesco"},"content":{"rendered":"
Lugano – Quasi la met\u00e0 della sua vasta produzione artistica \u00e8 costituita da disegni. Abile e versatile disegnatore fin dai suoi esordi, Paul Klee (M\u00fcnchenbuchsee, 1879 \u2013 Muralto, 1940) trova infatti nella linea uno strumento che gli permette di trasmettere quella spontaneit\u00e0, autenticit\u00e0 e sintesi delle forme che tanto apprezzava nelle opere d\u2019arte preistorica e nei disegni infantili.<\/p>\n
A questa parte dell’opere del grande maestro \u00e8 dedicata la mostra “Paul Klee.\u00a0 Dalla collezione Sylvie e Jorge Helft” in corso al Masi di Lugano. La raccolta, esposta per la prima volta nel suo insieme in un contesto museale,\u00a0 si compone di una settantina di opere tra disegni a matita, a penna, pastelli, acquerelli, acqueforti e litografie, realizzati dal 1914 fino alla sua morte. Il nucleo di lavori mette in luce la forza e l’importanza del disegno, e in particolare della linea, nell’opera di Klee.<\/p>\n
E’ infatti il mezzo essenziale col quale ha rappresentato tutto il suo regno mistico e fiabesco; ha usato la linea in tutte le forme possibili: come riga dritta, a zig-zag, verticale, orizzontale, per disegnare circonferenze, frecce, numeri, lettere, segni e simboli, per creare opere grafiche dalla connotazione spesso ironica e umoristica, che a tratti sfiora il sarcasmo, altre volte si colora di una sfumatura profondamente tragica e drammatica. La linea inoltre occupa una posizione chiave anche negli scritti teorici di Klee, rappresentando un elemento ricorrente nelle sue lezioni al Bauhaus di Weimar e Dessau<\/em>, dove ha insegnato per dieci anni. Per il maestro, il disegno non \u00e8 mai concepito come fase preparatoria di un dipinto, ma come opera autonoma: in questo senso, \u00e8 significativo considerare che quasi la met\u00e0 della sua vasta produzione sia costituita da disegni.<\/p>\n Il percorso espositivo<\/strong><\/p>\n Al Masi, il\u00a0 percorso espositivo \u00e8 ritmato da differenti sezioni. La prima \u00e8 dedicata al rapporto con la natura, importante fonte di ispirazione\u00a0 nel processo creativo: come la natura anche l\u2019artista d\u00e0 vita alle proprie opere grazie ad un impulso vitale che guida il susseguirsi delle fasi di genesi, crescita e proliferazione degli aspetti formali che caratterizzano l\u2019opera stessa. Klee disegna e dipinge senza avere in mente a priori il soggetto o la scena che vorrebbe rappresentare che, al contrario, scaturiscono spontaneamente per mezzo di segni, fino ad assumere forme che trovavano somiglianze con elementi presenti nella realt\u00e0, siano essi organici o inorganici. La sezione successiva \u00e8 dedicata al periodo fra le due guerre e agli anni del Bauhaus. Qui spicca l\u2019opera L’altra stanza dei fantasmi<\/em> (nuova versione) del 1925, prima opera di Klee acquistata da Jorge Helft nel 1970.<\/p>\n Il percorso prosegue con due sezioni dedicate all\u2019esplorazione della figura umana, del mondo animale e alle suggestioni narrative che contraddistinguono molte delle opere in mostra. Le figure sono spesso delineate in maniera sintetica, pochi tratti bastano a suggerire un\u2019espressione o un atteggiamento.\u00a0 Attento osservatore dell\u2019agire umano, Klee si diverte a creare scene dalle connotazioni drammatiche e caricaturali dove spesso sono proprio gli animali ad adottare comportamenti che fungono da specchio a contraddizioni e virt\u00f9 dell\u2019uomo. La solida formazione musicale di Klee (figlio del professore di musica Hans Klee e della cantante Ida Frick e a sua volta eccellente violinista) emerge sia nella struttura delle sue opere sia nella scelta dei soggetti. Nella sezione dedicata al rapporto dell’artista e le arti performative, diversi lavori riflettono il grande interesse\u00a0 per il teatro e per i personaggi comici e del circo, in cui egli identificava metafore dei comportamenti umani, talvolta riconducibili a esperienze personali.<\/p>\n Chiudono la mostra i lavori dell’ultimo periodo che si caratterizzano per la rapidit\u00e0 del tratto, la riduzione delle forme e l\u2019impiego di una matericit\u00e0 quasi tattile, resa attraverso l\u2019uso di colori a colla d\u2019amido molto spessa, che fa sembrare le opere dipinte direttamente con le dita. Nonostante siano segnati dalla malattia, gli ultimi anni di Klee costituiscono un momento estremamente produttivo. Sono qui presentate opere nelle quali \u201cla morte getta la sua ombra\u201d, come ricordato da Juan Manuel Bonet nel suo saggio pubblicato in catalogo: il progredire di una malattia incurabile stava infatti trasformando progressivamente il corpo dell’artista, che si rappresenta letteralmente \u201ca pezzi\u201d nel disegno Unterbrochene Metamorphose<\/em> del 1939.<\/p>\n Una speciale sezione della mostra \u00e8 dedicata a pubblicazioni d\u2019epoca che gli Helft, appassionati bibliofili, hanno raccolto negli anni. Si tratta di edizioni rare e preziose, che documentano gli sviluppi artistici e letterari promossi dalle avanguardie del primo Novecento. Tra queste\u00a0 anche un esemplare completo del portfolio Meistermappe des Staatlichen Bauhauses, che contiene, tra le altre, una litografia di Vasilij Kandinskij e una composizione costruttivista di L\u00e1szl\u00f3 Moholy-Nagy.<\/p>\n La rassegna \u00e8 accompagnata dal catalogo, disponibile in italiano, inglese e tedesco contenente, oltre alle riproduzioni a colori di tutte le opere esposte, un\u2019intervista ai collezionisti realizzata da Tobia Bezzola, direttore del MASI Lugano e i testi di Juan Manuel Bonet, Francisco Jarauta e Achim Moeller.<\/p>\n “Paul Klee – La collezione Sylvie e Jorge Helft” sar\u00e0 visitabile sino all’8 gennaio 2023 con i seguenti orari al pubblico: marted\u00ec, mercoled\u00ec e venerd\u00ec 11\u201318; gioved\u00ec 11\u201320; sabato, domenica e festivi 10-18.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Lugano – Quasi la met\u00e0 della sua vasta produzione artistica \u00e8 costituita da disegni. 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