{"id":68026,"date":"2022-11-15T13:00:18","date_gmt":"2022-11-15T12:00:18","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=68026"},"modified":"2022-11-18T17:46:42","modified_gmt":"2022-11-18T16:46:42","slug":"vuoti-urbani-alla-martesana","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/vuoti-urbani-alla-martesana\/","title":{"rendered":"Vuoti Urbani alla Martesana"},"content":{"rendered":"
Milano – Nasce da una serie di riflessioni “Vuoti Urbani” collettiva a cura di Jasmine Formentin e Valentina Luraghi che si apre da domani (16 novembre, con inaugurazione alle 18) all’Anfiteatro della Martesana. La mostra \u00e8 realizzata nell\u2019ambito del corso di Tecniche di documentazione audiovisiva di Jacqueline Ceresoli del dipartimento di Nuove Tecnologie dell\u2019Arte dell\u2019Accademia di Belle Arti di Brera.
\nLo spazio urbano \u00e8 in costante cambiamento e con esso si instaura un rapporto sempre pi\u00f9 mutevole. Come percepiamo la realt\u00e0 che ci circonda e i vuoti urbani che la identificano? Quali sono i cambiamenti che privano gli spazi della loro identit\u00e0?
\nGli anni \u201890 del secolo scorso sono terreno fertile per l\u2019analisi degli spazi vissuti, che appaiono discontinui, fragili, al tempo stesso alienanti e privi di tratti caratteristici. Percorsi calpestati da tutti ma terre di nessuno.<\/p>\n
Una definizione accurata viene introdotta da Marc Aug\u00e9 con ci\u00f2 che definisce come non-luoghi. Questi non-luoghi sono il frutto di una surmodernit\u00e0 incapace di attribuire caratteristiche storiche a tali spazi. Ad accompagnarla \u00e8 la condizione umana affondata in uno stato di precariet\u00e0 stagnante che impregna un presente che richiede sempre di pi\u00f9.
\nA dare vita all\u2019interpretazione dei non-luoghi urbani sono le differenti istallazioni proposte nello spazio espositivo. Un luogo che incontra supporti differenti, dal video alla fotografia, dalla performance all\u2019interattivit\u00e0 delle installazioni per riempire e riqualificare l\u2019identit\u00e0 dei vuoti urbani che portano ad una tale immersione psico-emotiva.<\/p>\n
Luoghi senza identit\u00e0, partecipi di un nostro passaggio e mai di una permanenza vissuta e personale. Non si possono stabilire relazioni sociali o momenti di condivisione. E\u2019 l\u2019assenza dell\u2019essere, del proprio passaggio, e quindi di una mancata storia comunitaria.
\nIl tempo non assume pi\u00f9 alcun valore simbolico, \u00e8 il frutto di una continua sovrabbondanza di avvenimenti che si susseguono uno dopo l\u2019altro. Lo spazio, anch\u2019esso reduce dall\u2019eccesso quantitativo, rende ristretta la terra che vogliamo attraversare in breve tempo. Tutto questo accompagnato da una irrefrenabile sequenza immaginifica e immaginaria che a malapena riusciamo a trattenere mentalmente.<\/p>\n
Gli spazi antropologici di impermanenza ci alienano dalla storia e dal vissuto di tali strade e dagli angoli cittadini esclusi da ogni rapporto personale tra l\u2019uomo e l\u2019ambiente. La citt\u00e0 contemporanea vive di un\u2019incessante crescita e l\u2019individuo che la percorre non si autodetermina per mezzo di scambi sociali poich\u00e9 ormai coinvolto in flussi di attraversamento indefiniti.<\/p>\n
Questo vuoto urbano vuole essere concepito come uno spazio pubblico dalle differenti funzionalit\u00e0 per far nascere una nuova percezione della collettivit\u00e0 e dell\u2019aggregazione sociale, che negli ultimi tempi c\u2019\u00e8 stata privata anche in forma globale.<\/p>\n
Partecipano alla rassegna: con l’opera Tracce – Sonia Pellegrino, Claudia Gigliotti, Sofia Zerbi, Giulia Elizalde (Animazione 2D Videoinstallazione); Milano da perdersi – Lara David, Marica Ortega, Lauryn Stella Sardella, Francesca Vulpiani (Pannello in sughero, carta, chiodi, fili di lana colorata); Ecosistema alla deriva – Valentina Luraghi, Rebecca Morisco, Marzia Nicola (Tappeti di stracci, indumenti, scarpe, gesso, vernice in spray); L\u2019arte dell\u2019arrangi\u00f2 – Simone Blo, Jasmine Formentin, Asia Lupo; Il taccuino del fl\u00e2neur – Aurora Bini, Mario Usai (Taccuino e stampe fotografiche); Vedere oltre – Morgana Jonghi Lavarini Crocetti, Marta Moggi, Gaia Sirio; Frammenti d\u2019identit\u00e0 – Lara David, Francesca Vulpiani (Stampe fotografiche, corde, frammenti di iuta, fogli di rame, chiodi e tappeti, acrilico oro, edera); Rianimare, Jiarui Tian, Gongni Yang (Videoinstallazione).<\/p>\n
La mostra \u00e8 visitabile sino a domenica 20 novembre<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
Milano – Nasce da una serie di riflessioni “Vuoti Urbani” collettiva a cura di Jasmine Formentin e Valentina Luraghi che si apre da domani (16 novembre, con inaugurazione alle 18) all’Anfiteatro della Martesana. La mostra \u00e8 realizzata nell\u2019ambito del corso di Tecniche di documentazione audiovisiva di Jacqueline Ceresoli del dipartimento di Nuove Tecnologie dell\u2019Arte dell\u2019Accademia […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":68027,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,45,64],"tags":[],"yoast_head":"\n