{"id":68227,"date":"2022-11-30T09:00:25","date_gmt":"2022-11-30T08:00:25","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=68227"},"modified":"2022-11-28T10:26:47","modified_gmt":"2022-11-28T09:26:47","slug":"vega-e-bigi-vincono-lxi-edizione-del-premio-fabbri-arti-contemporanee","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/vega-e-bigi-vincono-lxi-edizione-del-premio-fabbri-arti-contemporanee\/","title":{"rendered":"Vega e Bigi vincono l’XI edizione del Premio Fabbri Arti Contemporanee"},"content":{"rendered":"
Solighetto di Pieve di Soligo (TV) – Il collettivo VEGA,<\/strong> composto da Tommaso Arnaldi e Francesca Pionati, con il lavoro FLORILEGIO, del 2021, ha vinto per la sezione “Arte Emergente” l’undicesima edizione del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee.<\/p>\n Anche quest’anno la composizione delle Giurie del Premio ha potuto annoverare autorevoli critici e curatori come, per la sezione \u201cArte Emergente\u201d,\u00a0 Lorenzo Balbi, Rossella Farinotti, Antonio Grulli, Angel Moya Garcia; per la sezione \u201cFotografia contemporanea\u201d Daniele De Luigi, Francesca Lazzarini, Elisa Medde e Mauro Zanchi, con la partecipazione ad entrambe di Carlo Sala, curatore del Premio.<\/p>\n Tornando all’opera del Collettivo Vega, gli autori si sono appropriati sul web di una serie di filmati d\u2019archivio che delineano una sorta di immaginario collettivo odierno attraverso le sequenze di funerali, battesimi o baby shower che costituiscono dei nuovi riti contemporanei della cultura consumista. Questo magma visivo \u00e8 stato alterato attraverso una visione fatta di primi piani che annullano i contesti e permettono di intravedere solo alcuni elementi simbolici come i fiori o una serie di movimenti che danno corpo a una pluralit\u00e0 di istanze, dalla gioia alla follia. Nell\u2019opera video gli artisti hanno voluto riferirsi al pensiero di Ernesto De Martino, mettendo in scena in chiave performativa dei riti funebri descritti dal grande antropologo, ponendo cos\u00ec una riflessione su come queste azioni possano essere portatrici di memoria.<\/p>\n La prima menzione della giuria \u00e8 andata ad Andrea Bocca (Crema, 1996) per Osvaldo (2022), un\u2019opera capace di rileggere, in chiave critica e ironica, la tradizione del design modernista. L\u2019autore, nella sua scultura, ha ripreso e alterato il celebre appendiabiti AT16 di Osvaldo Borsani mutandone le fattezze: l\u2019oggetto ha perso cos\u00ec la sua aura iconica attraverso nuove forme che mettono in crisi la funzionalit\u00e0 originale. Questo appare evidente in alcuni elementi, come i pomelli \u2013 dove dovrebbero essere appesi gli abiti \u2013 che sono rivolti verso il basso, innescando cos\u00ec una sensazione di straniamento.<\/p>\n Roberto de Pinto (Terlizzi, 1996) con Prima prova d\u2019incastro (2022) si aggiudica la seconda menzione, testimoniando anche quest\u2019anno una forte vivacit\u00e0 delle opere pittoriche candidate al premio. Il mondo figurativo dell\u2019artista \u00e8 popolato da giovani uomini che compiono gesti minimi, allusivi, dove non accade quasi nulla, ma capaci di creare una tensione erotica sottesa. Le loro pelli brune e i loro lineamenti hanno dei tratti marcati che richiamano alla mente tutta una serie di raffigurazioni visive antiche della cultura mediterranea. I giovani raffigurati si pongono in modo ambiguo al nostro sguardo, perch\u00e9, se da un lato, sembrano volersi celare sotto le foglie di un salice, dall\u2019altro innescano un gioco di occhiate complici e voyeuristiche con il fruitore.<\/p>\n L\u2019ultima menzione \u00e8 andata al lavoro Supports (The Botanic Garden of the University of Warsaw, 2) di Agnieszka Mastalerz (\u0141\u00f3d\u017a, 1991) realizzato tra il 2020 e il 2022. Durante una passeggiata nel giardino botanico di Varsavia l\u2019artista \u00e8 stata attratta da una serie di strutture in acciaio destinate a far crescere le piante. Queste, con le loro forme sintetiche e instabili, sembravano gi\u00e0 di per s\u00e9 delle sculture, composizioni autoriali fatte di linee che lo sguardo dell\u2019artista ha saputo cogliere ed enfatizzare.<\/p>\n La vincitrice della sezione \u201cFotografia contemporanea\u201d \u00e8 Silvia Bigi<\/strong> (Ravenna, 1985) con Are you nobody, too? (2022), un lavoro che unisce immagine e video, per porre una riflessione attorno al concetto di identit\u00e0. L\u2019opera \u00e8 germinata dall\u2019unica fotografia esistente della prozia dell\u2019autrice, Irma, una donna affetta da disturbi mentali a causa dei quali \u00e8 stata in parte allontanata dalla vita pubblica e familiare. All\u2019interno dell\u2019installazione, l\u2019immagine vernacolare prende vita attraverso un\u2019applicazione che idealmente d\u00e0 voce alla donna facendole leggere una serie di testi di grandi poetesse e scrittrici \u2013 come Anne Sexton, Marina Cvetaeva, Gaspara Stampa, Mary Shelley, Sylvia Plath, Emily Dickinson e Virginia Woolf \u2013 tutte accomunate dall\u2019aver sofferto di patologie come depressione, schizofrenia o bipolarismo. Questa polifonia di voci che si sprigionano dal volto della protagonista dell\u2019opera, sembra scontrarsi con l\u2019addomesticamento e la normativit\u00e0 sociale a cui \u00e8 stata soggetta portando a riflettere sul concetto di sanit\u00e0 mentale e pi\u00f9 in generale di diversit\u00e0.<\/p>\n Claudia Amatruda si \u00e8 aggiudicata la menzione della giuria con Gigante (2020), un lavoro in bilico tra fotografia e performance, dove l\u2019autrice indaga la sua condizione di persona affetta da una rara malattia degenerativa. Il corpo diventa cos\u00ec un terreno di comprensione di se stessi e della relazione con gli altri, dove il privato diventa collettivo, ma anche uno spigoloso campo di battaglia; le immagini sono il punto di sintesi formale di una pluralit\u00e0 di istanze tra speranza, consapevolezza e dolore.<\/p>\n La seconda menzione \u00e8 andata all’opera You Would Wear It as Pajamas and Even to Go Out With It Before Breakfast (2021) di Anai\u0308s Horn (Graz, 1981). Anche in questo lavoro si parte dalla condizione personale dell\u2019artista, ovvero una sindrome che durante l\u2019adolescenza ha paralizzato la sua mano destra; questo avvenimento \u00e8 il pretesto per realizzare una riflessione pi\u00f9 ampia su temi come la conoscenza del proprio corpo, la malattia, la disabilit\u00e0 e le relazioni tra persone, specie in un periodo come quello degli ultimi anni dove i contatti sociali si sono attenuati a causa della pandemia di Covid-19. Il lavoro si presenta come un\u2019opera dove la fotografia assume una forma espansa e tridimensionale attraverso le fattezze di un kimono costellato da una serie di immagini stampate su seta.<\/p>\n L\u2019ultima menzione \u00e8 stata consegnata al collettivo Tetau (composto da Beatrice Zito ed Edoardo Montaccini) per il lavoro \u27e8 \u27e9 del 2021. La loro videoinstallazione porta a riflettere sulla presenza quotidiana di una pluralit\u00e0 di apparati legati al visivo. Quest\u2019ultimi, nell\u2019opera degli autori, si neutralizzano vicendevolmente attraverso un reciproco puntamento: gli strumenti che dovevano realizzare una ripresa oggettiva, o una trasmissione di informazioni, si ritrovano cos\u00ec a generare una forma aniconica e instabile che fa perdere ogni certezza e apre a una pluralit\u00e0 di significati.<\/p>\n I vincitori hanno ricevuto un premio acquisto di 5.000 euro e i loro lavori sono entrati a far parte della collezione della Fondazione Francesco Fabbri Onlus, che li custodir\u00e0 a Casa Fabbri, il centro residenziale teatro di numerosi eventi.<\/p>\n Le opere dei finalisti, infine, rimarranno esposti fino al 18 dicembre nella collettiva di Villa Brandolini, in Piazza Libert\u00e0 a Solighetto di Pieve di Soligo. Sar\u00e0 possibile visitare la mostra nei seguenti giorni e orari: venerd\u00ec-sabato-domenica: 16-19.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Solighetto di Pieve di Soligo (TV) – Il collettivo VEGA, composto da Tommaso Arnaldi e Francesca Pionati, con il lavoro FLORILEGIO, del 2021, ha vinto per la sezione “Arte Emergente” l’undicesima edizione del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee. Anche quest’anno la composizione delle Giurie del Premio ha potuto annoverare autorevoli critici e curatori […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":68229,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,64,803,1],"tags":[],"yoast_head":"\n