{"id":68403,"date":"2022-12-18T09:00:22","date_gmt":"2022-12-18T08:00:22","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=68403"},"modified":"2022-12-19T12:48:44","modified_gmt":"2022-12-19T11:48:44","slug":"la-saggezza-del-belgio-di-jan-fabre","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-saggezza-del-belgio-di-jan-fabre\/","title":{"rendered":"“La saggezza del Belgio” di Jan Fabre"},"content":{"rendered":"
Milano – Jan Fabre, uno dei maggiori artisti contemporanei espone negli spazi della Galleria Gaburro di via Cerva. La personale, dal titolo “La saggezza del Belgio”, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, presenta una trentina di disegni di piccolo formato della serie Folklore Sexuel Belge e Mer du Nord Sexuelle Belge accompagnati da una decina di sculture, per la prima volta esposte in Italia. Attraverso questi lavori, l’artista s\u2019interroga sull\u2019identit\u00e0 belga, sulla sessualit\u00e0 e sensualit\u00e0, passate al vaglio visivo del surrealismo, caratteristica che contraddistingue la sua opera, nonch\u00e9 l\u2019intera arte belga.<\/p>\n
Jan Fabre (Anversa, 1958), che in questo caso si definisce ironicamente \u201cLe Bon Artiste Belge\u201d, propone un corpus di opere volte a cercare l\u2019identit\u00e0 nazionale belga che non \u00e8 unica, ma densa di differenze, a partire dalla presenza di tre comunit\u00e0: fiamminga, vallone e quella di lingua tedesca. Queste aree a loro volta sono internamente ancor pi\u00f9 frammentate, una diversit\u00e0 in cui cerca di ritrovare saggezza e unit\u00e0 per proporre ci\u00f2 che pu\u00f2 \u201cconnettere piuttosto che dividere\u201d.<\/p>\n
Su ogni disegno campeggia la spiritosa scritta \u00c9DIT\u00c9 ET OFFERT PAR JAN FABRE LE BON ARTISTE BELGE (Pubblicato e offerto da Jan Fabre, il bravo artista belga) che fa ricorso alla frase pubblicitaria della cioccolata \u201cC\u00f4te D\u2019OR, Le Bon Chocolat Belge\u201d riportata sulle cartoline con immagini del folklore locale allegate negli anni sessanta alla nota cioccolata, forte simbolo alimentare identitario sovranazionale del Belgio. Fabre sceglie tuttavia di accompagnare i disegni con questa definizione non solo per la dolcezza che la cioccolata esprime, ma metaforicamente anche per il suo \u201clato oscuro\u201d, in quanto nasce dal colonialismo belga in Congo, tema su cui l\u2019artista lavora da anni.<\/p>\n
Autodefinitosi \u201cGuerriero della Bellezza\u201d, con le sue opere agisce nell\u2019arte e in difesa dell\u2019arte, mettendosi in dialogo con il sapere scientifico, la saggezza popolare e il rapporto uomo-natura, facendo convergere tutto verso la centrale poetica della metamorfosi. Per questo l’artista agisce come un rivoluzionario del linguaggio che cerca di rovesciare lo stato delle cose, servendosi spesso del riferimento al carnevale quale azione di sospensione e rovesciamento della realt\u00e0. Le sculture sono stravaganti, ironiche e sgargianti come le tradizioni carnevalesche, folkloriche e teatrali del Belgio.<\/p>\n
\u201cJan Fabre\u201d \u2013 precisa Giacinto Di Pietrantonio \u2013 \u201cnel suo tentativo di rovesciare linguisticamente il mondo e le sue regole, rivede quelle della sessualit\u00e0 che in questo specifico caso portano Fabre a interagire con alcuni artisti di riferimento, fino al pi\u00f9 \u201csurrealista\u201d di tutti i tempi: Hieronymus Bosch. L\u2019iconografia e l\u2019iconologia dei disegni e delle sculture di Fabre in mostra sembrano infatti uscire dai quadri dell\u2019eretico artista rinascimentale fiammingo, dove elementi marini come conchiglie, uomini, animali e piante subiscono surreali e simboliche metamorfosi umano-animale in un\u2019orgia di colori, forme e sessualit\u00e0 che Fabre rilegge saggiamente anche alla luce delle trasformazioni delle culture popolari\u201d.<\/p>\n
\u201cLa sua arte\u201d \u2013 continua il curatore \u2013 \u201c\u00e8 sempre un andirivieni tra alto e basso, passato e presente, un modus operandi che lo tiene legato anche alla tradizione dei floridi corpi barocchi del concittadino Rubens soprattutto nella serie Mer du Nord Sexuelle Belge, in cui piccoli grassottelli cupidi e piccole veneri cicciottelle nascono da conchiglie marine. Dall\u2019altra parte i disegni di Folklore Sexuel Belge per tavolozza e caratterizzazione chiudono modernamente il cerchio, guardando all\u2019arte espressiva carnevalesca e grottesca del connazionale James Ensor dell\u2019Entrata di Cristo a Bruxelles nel 1889. \u00c8 la maturit\u00e0 artistica di Fabre che attinge alla Saggezza del Belgio, rileggendo la tradizione narrativa e visuale alternativa delle leggende popolari di un sapere che si perde nella notte dei tempi e che l\u2019arte salva dall\u2019estinzione\u201d. Jan Fabre, artista della consilienza, operante dalla fine degli anni settanta si colloca nella scia della tradizione, soprattutto fiamminga e rinascimentale italiana, tempo in cui gli artisti operavano su e con pi\u00f9 discipline in quanto promotori del rivoluzionario pensiero umanistico.<\/p>\n Nato ad Anversa, (Belgio), nel 1958, dove vive e lavora ha acquisito notoriet\u00e0 internazionale come uno dei pi\u00f9 innovativi artisti della sua generazione per la sua capacit\u00e0 di padroneggiare non solo diverse discipline e temi, ma anche per una continua attitudine sperimentale nei confronti di problematiche e materiali.<\/p>\n Ha partecipato a importanti manifestazioni internazionali come la Biennale di Venezia (1984, 1990, 1997, 2007, 2009, 2011, 2017), Documenta Kassel (1987, 1992, 2017).<\/p>\n Tra le recenti mostre personali figurano quelle ospitate da importanti istituzioni come: Louvre, Parigi, (2008), Kunsthaus, Bregenz (2008), Kunsthistorisches Museum, Vienna, (2011) Mus\u00e9e d\u2019Art Moderne, Saint Etienne, (2011), MAXXI, Roma (2014), Museo dell\u2019Ermitage, San Pietroburgo (2016), Forte di Belvedere, Palazzo Vecchio, Piazza della Signoria Firenze (2016), Pinchuk Art Center, Kiev (2017), Mus\u00e9e d\u2019Art Contemporain, Lyon (2017), Fondation Maeght, Saint-Paul-de-Vence (2018), Museo di Capodimonte, Napoli (2019).<\/p>\n Diverse sue opere sono state commissionate per spazi pubblici in Belgio e all\u2019estero. A Bruxelles \u00e8 possibile ammirare sulla scalinata dei Musei Reali delle Belle Arti The Gaze Within (The Hour Blue) (2011-2013) e Heaven of Delight (2002) presso il Palazzo Reale. Ad Anversa, citt\u00e0 natale dell\u2019artista, l\u2019opera The Man who Bears the Cross (2015) \u00e8 ospitata all\u2019interno della Cattedrale di Nostra Signora. Fabre ha realizzato un trittico nel solco di Rubens, Jordaens e Van Dyck per la chiesa di Sant\u2019Agostino\/AMUZ sempre ad Anversa. Come Heaven of Delight, questo trittico \u00e8 realizzato con le elitre dello scarabeo gioiello. Ultime tra le sue installazioni site-specific sono quattro sculture di corallo rosso nella cappella di Pio Monte della Misericordia a Napoli (2019) che dialogano idealmente con il capolavoro di Caravaggio (Le sette opere di Misericordia).<\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Milano – Jan Fabre, uno dei maggiori artisti contemporanei espone negli spazi della Galleria Gaburro di via Cerva. La personale, dal titolo “La saggezza del Belgio”, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, presenta una trentina di disegni di piccolo formato della serie Folklore Sexuel Belge e Mer du Nord Sexuelle Belge accompagnati da una decina […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":68406,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,45,64],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nLa mostra rimarr\u00e0 in calendario fino al 12 febbraio marted\u00ec-sabato, 10-13; 15-19
\nNote critiche e biografiche<\/strong><\/p>\n