{"id":68787,"date":"2023-01-20T10:30:30","date_gmt":"2023-01-20T09:30:30","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=68787"},"modified":"2023-01-20T10:12:57","modified_gmt":"2023-01-20T09:12:57","slug":"raffaello-tra-le-ruine-di-roma","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/raffaello-tra-le-ruine-di-roma\/","title":{"rendered":"Raffaello tra le \u201cruine di Roma\u201d"},"content":{"rendered":"
Ancora un libro su Raffaello? S\u00ec, un altro ancora dove per\u00f2 non si tratta delle Madonne \u201cmeravigliosamente semplici e vive\u201d al dire di Renoir o degli affreschi nelle Stanze in Vaticano o alla Farnesina di Agostino Chigi, bens\u00ec di una lettera indirizzata a un \u201cPadre Santissimo\u201d mai nominato ma, senza ombra di dubbio, da identificare col pontefice Leone X. Una lettera travagliata nella stesura giacch\u00e8 Raffaello la scrisse una prima volta, poi per renderla pi\u00f9 persuasiva, la mand\u00f2 da leggere a Baldassarre Castiglione, suo amico \u2013 il bellissimo ritratto che gli fece lo prova \u2013il quale modific\u00f2, aggiunse, anche cancell\u00f2 prima di rispedirla a Raffaello che vi mise mano ancora poco prima della improvvisa scomparsa avvenuta il 6 aprile 1520, ragione questa per cui la lettera non venne inviata e dunque mai letta dal papa. (nella foto:Raffaello, Autoritratto<\/em>)<\/p>\n Lo scritto, fortunatamente rimastoci nelle stesure sia di Raffaello, sia del Castiglione, aveva lo scopo di prospettare, e anche risolvere, i problemi relativi alle \u201cantiquitate\u201d di Roma accertati dal pittore soprattutto dopo il 1515 quando, nominato dal pontefice \u201cpraefectus marmorum et lapidum omnium\u201d, di esse divent\u00f2 \u201cassai studioso\u2026havendo posto non piccola cura de cercharle minutamente e misurarle con diligentia\u201d. Dopo questa premessa Raffaello nella lettera rileva, dolendosi, che \u201cquelle famose opere che hoggid\u00ec pi\u00f9 che mai sarebbero florenti e belle forno dalla scelerata rabbia e crudele impeto di malvaggi homeni, anci fiere, arse e distrutte\u201d, non esitando ad annettere fra i \u201cmalvaggi\u201d anche predecessori di Leone i quali \u201channo atteso a ruinare templi antiqui, statue e archi et altri aedifici gloriosi\u2026solamente per pigliar terra pozzolana\u201d. (nella foto:Raffaello, Ritratto di Leone X con due cardinali).<\/em><\/p>\n Di fronte a tanta rovina Raffaello continua auspicando che \u201cnon debba\u2026esser tra li ultimi pensieri di Vostra Santitate lo haver cura che quello poco che resta di questa anticha madre de la gloria e grandezza italiana\u2026non sia estirpato e guasto dalli maligni et ignoranti\u201d. Forte per aver studiato e misurato questi monumenti \u201ccon molta diligentia e faticha, perscruttando per molti lochi pieni di sterpi inculti\u201d, Raffaello chiarifica poi al pontefice il suo progetto che \u00e8 quello di \u201cridurre nel termine proprio come stavano\u201d tramite il rilievo e il disegno codeste rovine. Per farlo e come egli illustra al pontefice fin il complesso metodo pratico da adottare, usando \u201cun istrumento tondo et piano come un astrolabio\u201d col quale \u201cadunque misureremo ogni sorta di edificio\u2026un modo di disegnare che pi\u00f9 si apartiene allo architecto\u2026differente da quello del pictore\u201d. Un progetto certamente impegnativo in tutti i sensi che Raffaello, profondamente motivato e appassionato, si sentiva pronto ad affrontare se non fosse morto \u201cper grandissima febbre\u201d lasciandolo incompiuto.<\/p>\n La lettera, anzi le sue versioni, si possono leggere ora nel libro dal titolo \u201cRaffaello tra gli sterpi. Le rovine di Roma e le origini della tutela\u201d pubblicato da Skira nella sua \u201cBiblioteca d\u2019arte\u201d. A recuperare con strenua filologia e opportuni confronti i testi si \u00e8 data cura, puntigliosa e amorosa, la paleografa della Normale di Pisa Giulia Ammannati mentre il commento ad essi, allargato anche sui fermenti e gli interessi culturali a Roma ai tempi di Leone X, spetta a Salvatore Settis che a conclusione del suo saggio come sempre esemplare chiosa \u2013 e come dargli torto? – che \u201cda quella sua [di Raffaello] lezione abbiamo ancora molto da imparare\u201d.<\/p>\n Giuseppe Pacciarotti<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Ancora un libro su Raffaello? S\u00ec, un altro ancora dove per\u00f2 non si tratta delle Madonne \u201cmeravigliosamente semplici e vive\u201d al dire di Renoir o degli affreschi nelle Stanze in Vaticano o alla Farnesina di Agostino Chigi, bens\u00ec di una lettera indirizzata a un \u201cPadre Santissimo\u201d mai nominato ma, senza ombra di dubbio, da identificare […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":68791,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,13],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nLui, Raffaello, da parte sua \u00e8 pronto a mettere \u201cin dissegno Roma antica quanto conoscier si pu\u00f2 per quello che oggid\u00ec si vede\u201d, trascurando \u201cli edifici del tempo delli Gotti\u2026talmente privi d\u2019ogni gratia, senza maniera alcuna, dissimili dalli antichi e dalli moderrni\u201d. (nella foto:Raffaello, Ritratto di Baldassarre Castiglioni<\/em>)<\/p>\n