{"id":69455,"date":"2023-03-13T09:00:04","date_gmt":"2023-03-13T08:00:04","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=69455"},"modified":"2023-03-16T15:13:32","modified_gmt":"2023-03-16T14:13:32","slug":"un-nuovo-scatto-dipinto-da-liu-bolin","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/un-nuovo-scatto-dipinto-da-liu-bolin\/","title":{"rendered":"Un nuovo scatto “dipinto” da Liu Bolin"},"content":{"rendered":"
Milano – La Galleria Gaburro (di via Cerva) nella Giornata internazionale della donna \u00e8 stata teatro di una iniziativa dal forte contenuto politico e sociale. Liu Bolin (Shandong, 1973) ha infatti realizzato, nella sede milanese della galleria, una performance ispirata ai moti di protesta delle donne iraniane che stanno infiammando le piazze della nazione mediorientale. Il lavoro, immortalato in uno scatto, sar\u00e0 visibile in Via Cerva fino al 30 aprile.<\/p>\n
Il progetto si \u00e8 concretizzato grazie al contributo dell\u2019attrice e attivista Melania Dalla Costa, testimonial della campagna 2019 delle Nazioni Unite (UNICRI), da tempo a fianco delle donne che hanno subito violenze fisiche, psicologiche e culturali. Consapevole dell\u2019interesse di Liu Bolin nel trattare il tema della libert\u00e0 tramite la sua pratica performativa, Melania, con il suo lavoro di attivista \u00e8 entrata in contatto con Nasibe Shamsaei dopo la sua protesta per la tragedia della giovane ragazza Mahsa Amini che ha sconvolto il mondo. Nasibe, all\u2019interno del progetto artistico di Liu Bolin, diventa simbolo delle migliaia di donne che lottano ogni giorno per la propria libert\u00e0.<\/p>\n
A differenza del ciclo Hiding in Italy,<\/em> in cui l’artista si mimetizza nel contesto che lo avvolge, qui sono le persone a divenire parte integrante dell\u2019opera finale, in una compartecipazione attiva e coerente con la tematica su cui si vuole riflettere.<\/p>\n Centrale nell\u2019impianto figurativo della fotografia \u00e8 il gesto di Nasibe Shamsaei di tagliarsi i capelli, sinonimo di ribellione pacifica, in cui si rivendica una libert\u00e0 autentica e profonda, che ancora oggi spinge l\u2019essere umano a rischiare la propria vita, nelle piazze e nelle strade di tutto il mondo. Insieme a Nasibe Shamsaei e Melania Dalla Costa, prendono parte alla realizzazione dell\u2019opera donne iraniane, avvalorando il significato dell\u2019azione ed evidenziando come l\u2019arte possa ancora stimolare una riflessione attiva di tematiche importanti della contemporaneit\u00e0.<\/p>\n Tra le personalit\u00e0 coinvolte ci sono anche Delshad Marsous e Taher Nikkhah, decisive nel processo di coinvolgimento dei partecipanti e nel racconto di cosa significa vivere sotto un regime totalitario, caratterizzato da esecuzioni e repressioni violente.<\/p>\n Affiancano l’immagine inedita alcune opere, fotografie e sculture, dello stesso artista. Orari: marted\u00ec-sabato, 10-13; 15-19 ingresso libero.<\/p>\n Note biografiche<\/strong> Milano – La Galleria Gaburro (di via Cerva) nella Giornata internazionale della donna \u00e8 stata teatro di una iniziativa dal forte contenuto politico e sociale. Liu Bolin (Shandong, 1973) ha infatti realizzato, nella sede milanese della galleria, una performance ispirata ai moti di protesta delle donne iraniane che stanno infiammando le piazze della nazione mediorientale. […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":69459,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,12,45,64],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nLiu Bolin nasce nel 1973 nella provincia nord-orientale dello Shandong. Si forma all\u2019 Accademia Centrale d\u2019Arte Applicata e diviene allievo del celebre artista Sui Jianguo. Cresce e si forma nel fermento che coincide con l\u2019inizio del rapido sviluppo economico, in un periodo di profondi cambiamenti testimoniati negli scatti della serie Hiding in the City che hanno dato inizio alla sua carriera artistica. La ricerca in questo solco \u00e8 iniziata nel 2005 e non si \u00e8 ancora arrestata. La sua prima mostra personale risale al 1998 a Pechino, seguita da altre due rassegne circa dieci anni dopo, sempre della capitale cinese: Sculpture, all\u2019Hotsun Art Space nel distretto 798 Art Zone (2007); Distortion, Hotsun Art Space, Dashanzi Art District (2007). Da allora le sue foto e le sculture tipiche della sua produzione sono state esposte nel pi\u00f9 importante festival di fotografia contemporanea Les Rencontres d\u2019Arles e in prestigiosi musei internazionali. Tra i pi\u00f9 recenti solo show vanno ricordati: La forma profonda del reale, Universit\u00e0 Bocconi, Milano (2019); Liu Bolin.Visible\/Invisible, Mudec \u2013 Museo delle Culture, Milano (2019); The Theatre of Appearances al Mus\u00e9e de l\u2019Elys\u00e9e, Losanna (2019); Liu Bolin. The Invisible Man, Palacio de Gaviria, Madrid (2019); Liu Bolin. The Invisible Man, Complesso del Vittoriano, Roma (2018); Liu Bolin: The Invisible Man, Erarta Museum, San Pietroburgo (2018); Ghost Stories, Maison Europ\u00e9enne de la Photographie, Parigi (2017); Galerie Party, Centre Pompidou \u2013 Acte II with Liu Bolin, Centre Pompidou, Galerie des enfants, Parigi (2017). Nel 2015 il Museo de Contempor\u00e1neo di Buenos Aires lo invita per la personale Desapareciendo; l\u2019anno successivo gli viene commissionato per il palazzo di New York, sede delle Nazioni Unite, il progetto We Are What We Eat. In Europa il suo lavoro \u00e8 stato divulgato attraverso le mostre A Secret Tour al Museo H.C. Andersen di Roma (2012) e Hiding in Italy alla Fondazione Forma per la Fotografia di Milano (2010), e con la personale in Svezia The Invisible Man al Fotografiska Museet di Stoccolma (2011). Ha collaborato con artisti contemporanei internazionali quali Botero, JR, Carlos Cruz Diez, Kenny Scharf e Rero e con diversi brand come Valentino, Jean Paul Gaultier, Tod\u2019s e altri. \u00c8 stato testimonial per il 2017\/2018 del marchio Moncler, in una campagna firmata da Annie Leibovitz, e nel 2018 \u00e8 stato artista dell\u2019anno della champagneria francese Ruinart. L\u2019ultima produzione lo ha visto tra i luoghi pi\u00f9 iconici di Firenze dando vita al progetto Hiding in Florence (2022), che verr\u00e0 raccontato e approfondito tramite eventi e mostre. Oggi Liu Bolin vive e lavora tra Pechino e l\u2019Europa.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"