{"id":69966,"date":"2023-04-25T09:00:12","date_gmt":"2023-04-25T07:00:12","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=69966"},"modified":"2023-04-28T15:49:42","modified_gmt":"2023-04-28T13:49:42","slug":"al-mac-il-premio-lissone-2023","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/al-mac-il-premio-lissone-2023\/","title":{"rendered":"Al Mac il Premio Lissone 2023"},"content":{"rendered":"
Il MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, dal 13 maggio al 17 settembre, presenta il Premio edizione 2023, secondo una rinnovata struttura, ideata dalla direttrice artistica Francesca Guerisoli,<\/strong> che vede la produzione di un progetto espositivo composto da quattro mostre curate da Lucrezia Longobardi, Gabi Scardi, Noah Stolz e Saverio Verini<\/strong>. Scopo del Premio Lissone\u00a0 \u00e8\u00a0 far emergere le linee di ricerca legate al mezzo pittorico attraverso lo sguardo di curatori e artisti di generazioni diverse. Le ricerche attuali che possono essere ricondotte alla pittura contemporanea sono declinate in molteplici linguaggi, che espongono il concetto di pittura a innumerevoli letture. La sensibilit\u00e0 individuale, i contesti differenti in cui operano i curatori e gli artisti coinvolti e le generazioni di cui sono espressione descrivono alcuni tra i temi di ricerca pi\u00f9 vivaci della produzione artistica odierna.<\/p>\n La mostra \u00e8 suddivisa in due capitoli: la Sezione Gran Premio<\/strong>, con le mostre Pittura come pratica progettuale<\/em> e Cose che accadon<\/em>o, la prima curata da Gabi Scardi e la seconda da Noah Stolz. La sezione Nuove Visioni,<\/strong> con le mostre Vedute, visioni, voragini<\/em> e Sonata #023<\/em>, curate rispettivamente da Saverio Verini e Lucrezia Longobardi.<\/p>\n Sezione Gran Premio<\/strong><\/p>\n Gabi Scardi con Pittura come pratica progettuale<\/strong> focalizza la sua proposta sul lavoro di cinque artiste<\/strong> accomunate dall\u2019interesse per la pittura come pratica progettuale e spinte da una sensibilit\u00e0 nei confronti delle questioni cruciali della nostra epoca. Il paesaggio<\/strong>, tema che alla luce delle attuali urgenze ambientali si carica di significati cogenti, \u00e8 centrale nel lavoro di Linda Carrara<\/strong> <\/em>cos\u00ec come di Isabella Pers<\/strong><\/em>, che muove da una spiccata sensibilit\u00e0 nei confronti di tematiche ambientali di scala globale. Gli animali<\/strong> sono al centro delle opere di Sonia Arienta,<\/strong><\/em> con uno dei suoi lavori della serie \u201cDove sono le capre?<\/em>\u201d, e di Tiziana Pers<\/strong><\/em> che salva la vita di un animale destinato al macello scambiandolo con un ritratto dello stesso, guidata da spirito animalista e antispecista. Infine, Simona Da Pozzo<\/strong><\/em> presente con uno dei suoi lavori sui monumenti che abitano le citt\u00e0. \u201cSe la pittura resta ancorata alla grande storia dell\u2019arte, alla quale non pu\u00f2 non fare riferimento \u2013 afferma la curatrice Gabi Scardi \u2013 essa si nutre d\u2019altra parte dell\u2019epoca e del contesto coevo. Gli artisti la utilizzano proprio per parlare del mondo che li circonda, e le loro opere riflettono il ruolo che, nel loro particolare periodo, l\u2019arte riveste in seno alla societ\u00e0\u201d.<\/p>\n Noah Stolz<\/strong> trae il titolo della mostra Cose che accadono<\/strong> da una serie di fotografie di Alessandra Spranzi<\/strong><\/em> (2002-2004) le cui immagini illustrano gesti di apparente quotidianit\u00e0. L\u2019atmosfera che accomuna gli still life \u00e8 sospesa e costruita; le azioni ritratte sono allo stesso tempo plausibili ed incongrue, suggeriscono che forse qualcosa \u00e8 andato storto o che ci troviamo bloccati tra due dimensioni. Non ci \u00e8 possibile ricostruire con certezza il prima e il dopo perch\u00e9 la narrazione non \u00e8 completa. Questa dimensione di potenzialit\u00e0 in contrasto con quella di mancanza che le \u00e8 complementare \u00e8 l\u2019elemento che caratterizza le opere di Marion Baruch<\/strong><\/em>, Simone Berti, Eva Marisaldi, Andrea<\/strong> Sala, Alessandra Spranzi<\/strong><\/em>. L\u2019opera o il suo soggetto provengono da un altrove, da un processo di creazione che con ogni probabilit\u00e0 ha avuto inizio prima che l\u2019artista si accingesse a pensare l\u2019opera.<\/p>\n Sezione Nuove Visioni<\/strong><\/p>\n Saverio Verini<\/strong> riunisce sotto il titolo Vedute, visioni, voragini<\/strong> le opere pittoriche di Ludovica Anversa, Andrea Barzaghi, Alice Faloretti, Pietro Librizzi e Giulio Saverio Rossi<\/strong><\/em>. Punto di partenza e trait d\u2019union tra le opere \u00e8 il paesaggio: un genere storicizzato, classico, che in questo caso costituisce il riferimento principale per gli artisti. Vedute, visioni, voragini intende partire dal paesaggio come un \u201cpretesto pittorico\u201d per mostrare approcci, formazioni e provenienze talvolta agli antipodi; una fotografia mossa e inevitabilmente parziale della scena italiana, presentando cinque modi diversi di fare pittura oggi. Di ogni artista viene presentata una singola opera, che possa tuttavia rappresentarne la poetica: dalle visioni scarnificate ed evanescenti di Ludovica Anversa alla natura stilizzata e tropicale di Andrea Barzaghi; dalla vocazione romantica e sublime di Alice Faloretti alla spensieratezza onirica e naif di Pietro Librizzi, passando per l\u2019approccio sottilmente concettuale e sensibile ai fenomeni percettivi di Giulio Saverio Rossi.<\/p>\n Lucrezia Longobardi<\/strong> con Sonata #023<\/strong> presenta i lavori di Martina Biolo, Marco Eusepi, Nazzarena Poli Maramotti, Lucas Memmola, Andreas Zampella.<\/strong> <\/em>La materia pittorica torna ad essere una lingua madre come strumento di esplorazione dei nuovi orizzonti intimi ed esistenziali. Dai vorticosi graffi floreali di Marco Eusepi, la cui velocita\u0300 pare ricondurre al capogiro, con cui un\u2019immagine elementare della realt\u00e0\u0300 fisica si trova ad abitare la dimensione della realt\u00e0 aumentata, ai paesaggi esistenziali di Andreas Zampella; dalla pelle domestica, inquieta, dilaniata che traccia il passaggio del tempo nell’opera di Martina Biolo, alla ricerca di spiritualit\u00e0 di Lucas Memmola, che d\u00e0 respiro alla propria dimensione sacrale fino all\u2019opera di Nazzarena Poli Maramotti, che occupa un territorio di mezzo, una sorta di crinale tra figurazione e astrazione. In tutte queste opere, \u00e8 la pittura astratta a dominare la scena, una pittura che interroga il concetto di identit\u00e0\u0300.<\/p>\n La Giuria<\/strong><\/p>\n La Giuria del Premio Lissone 2023 \u00e8 composta da L\u00f3r\u00e1nd Hegyi<\/strong>, storico e critico d\u2019arte ungherese che, tra i vari incarichi ricoperti, ha diretto il Ludwig Museum di Vienna e il Pan di Napoli; Giovanna Forlanelli Rovati,<\/strong> presidente della Fondazione Luigi Rovati di Milano e Francesca Guerisoli<\/strong>.<\/p>\n I premi in denaro che verranno assegnati sono due, attribuiti alle opere ritenute pi\u00f9 significative: uno per la categoria Gran Premio, del valore di \u20ac 10.000 e uno per la categoria Nuove Visioni, del valore di \u20ac 5.000. Le opere vincitrici saranno acquisite dal MAC ed entreranno a far parte della collezione permanente del museo, che si compone di oltre 450 opere d\u2019arte moderna e contemporanea. La proclamazione dei vincitori avverr\u00e0, contestualmente all\u2019inaugurazione della mostra, il 13 maggio, alle 18<\/strong> nella sede del Museo in viale Elisa Ancona 6, a Lissone (MB). Orari e ingressi: mercoled\u00ec e venerd\u00ec: 10 \u2013 13; gioved\u00ec: 16 \u2013 19; sabato e domenica: 10 \u2013 12 \/ 15 \u2013 19. L\u2019ingresso \u00e8 gratuito. Informazioni: museo@comune.lissone.mb.it; T. 039 7397368 \u2013 039 7397202; www.museolissone.it.<\/p>\n Cenni sulla storia del Premio Lissone<\/strong><\/p>\n Il MAC Museo d\u2019Arte Contemporanea di Lissone conserva l\u2019intera collezione dello Storico Premio Lissone, composta dai lavori che dal 1946 al 1967 furono acquisiti attraverso il prestigioso premio di pittura. Si tratta delle opere che vinsero il Gran Premio per la Pittura, il Secondo Premio, il Premio Acquisto e le donazioni di artisti che parteciparono al concorso. Il MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, dal 13 maggio al 17 settembre, presenta il Premio edizione 2023, secondo una rinnovata struttura, ideata dalla direttrice artistica Francesca Guerisoli, che vede la produzione di un progetto espositivo composto da quattro mostre curate da Lucrezia Longobardi, Gabi Scardi, Noah Stolz e Saverio Verini. Sulla base di un […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":69971,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,41,64,803],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nSulla base di un concept, ogni curatore ha selezionato cinque proposte, per un totale di venti artisti invitati<\/strong> al Premio: Ludovica Anversa, Sonia Arienta, Marion Baruch, Andrea Barzaghi, Simone Berti, Martina Biolo, Linda Carrara, Simona Da Pozzo, Marco Eusepi, Alice Faloretti, Pietro Librizzi, Eva Marisaldi, Lucas Memmola, Isabella Pers, Tiziana Pers, Nazzarena Poli Maramotti, Giulio Saverio Rossi, Andrea Sala, Alessandra Spranzi e Andreas Zampella<\/em>.<\/p>\n
\nLa storia del Premio Lissone, tra i primi sorti in Italia<\/strong>, colloca la citt\u00e0 tra i poli della valorizzazione dall\u2019arte contemporanea di allora. L\u2019idea del Premio si deve alla Famiglia Artistica Lissonese, formata da pittori e artisti locali, muovendo dalla necessit\u00e0 di aprire un dibattito culturale sullo stato dell\u2019arte e coinvolgendo imprenditori del luogo e critici d\u2019arte di rilievo nazionale. Il rigore utilizzato nella composizione delle giurie \u2013 vi prendono parte, tra gli altri, Raffaele De Grada, Marco Valsecchi, Giulio Carlo Argan e Giuseppe Marchiori \u2013, fornisce i presupposti per la realizzazione di un evento culturale di spessore. Se nelle prime edizioni la partecipazione \u00e8 riservata ai pittori italiani, a partire dal 1952 diviene internazionale, vengono esposti anche lavori fuori concorso di artisti affermati, il Comune di Lissone decide di acquisire le opere vincitrici, l\u2019entit\u00e0 del primo premio aumenta e si moltiplicano i riconoscimenti da parte di privati. La notoriet\u00e0 del Premio \u00e8 tale che si arriva ad accostarlo, per importanza e prestigio, alla Biennale di Venezia. L\u2019esperienza ha termine nel 1967, al sopraggiungere degli anni della contestazione e all\u2019allentarsi delle tensioni e delle finalit\u00e0 che tanto peso avevano avuto all\u2019inizio.
\nForte di questa storia, nel 1999 il Comune di Lissone decide di rifondarlo come Premio Citt\u00e0 di Lissone, che vede svolgere tre edizioni annuali, e successivamente, dal 2002, in accordo con la Famiglia Artistica Lissonese, assume il nome storico per dare continuit\u00e0 a quella progettualit\u00e0. Dal 2006, il Premio Lissone dedicato alle arti visive diviene a cadenza biennale, alternandosi al Premio Lissone Design, grazie al quale il MAC incrementa costantemente le proprie collezioni d\u2019arte e design.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"