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Ligornetto – \u201cNatale Albisetti (1863-1923), scultore. Dai successi parigini ai grandi cantieri svizzeri\u201d \u00e8 la mostra organizzata al Museo Vela in occasione del centenario della morte dell’artista che si avvicino\u0300 alla scultura sotto l\u2019egida di Vincenzo Vela.<\/p>\n
Il Museo dedica un\u2019esposizione monografica all\u2019artista di Stabio, figura poco conosciuta nel panorama della scultura svizzera fra Otto e Novecento, e al suo lavoro di stampo classicista con echi romantici.<\/p>\n
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Con questa mostra-dossier il Museo conferma il proprio impegno verso la produzione di autori coevi a Vela, apparentemente \u201cmarginali\u201d, ma sempre attivi in importanti cantieri pubblici al di fuori del contesto cantonale ticinese.<\/p>\n
L’esposizione, a cura della direttrice Gianna A. Mina in collaborazione con Simona Ostinelli, autrice del primo esaustivo studio sull\u2019artista, presenta, attraverso sezioni tematiche, una selezione rappresentativa soprattutto di modelli in gesso e progetti per sculture, ritratti e monumenti pubblici eseguiti da Albisetti in tutto l\u2019arco della sua carriera, che si e\u0300 svolta tra i fasti parigini e la sua terra natale.<\/p>\n
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Le opere provengono principalmente dal cospicuo lascito dell\u2019artista al Comune di Stabio, suo paese d\u2019origine, che ha allestito nel 2018 un ambiente a lui dedicato, lo Spazio Albisetti, che sara\u0300 fruibile una domenica al mese.
\nQuaranta circa le opere esposte in un percorso biografico e artistico nelle sue diverse peculiarita\u0300: dall\u2019avvicinamento alla scultura sotto l\u2019egida di Vincenzo Vela alla formazione all\u2019Accademia di Brera a Milano, dal trasferimento in Francia nel 1884 nell\u2019effervescente Montmartre parigina (dove vive in Boulevard de Clichy, in un edificio che ospita atelier di artisti e nel quale il pittore Fernand Cormon tiene le sue lezioni frequentate da Henri de Toulouse-Lautrec, Vincent van Gogh ed Emile Bernard) all\u2019esordio espositivo nei Salons della Ville Lumie\u0300re, sino al successo conseguito all\u2019Esposizione Universale del 1900 e ai legami mai interrotti con la sua terra d\u2019origine.<\/p>\n
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Oltre all\u2019Obelisco di Bellinzona realizzato nel 1903 per celebrare il primo centenario dell\u2019entrata del Canton Ticino nella Confederazione, un\u2019attenzione particolare \u00e8 riservata alle opere scultoree che Albisetti ha eseguito per due edifici svizzeri fortemente simbolici: il Politecnico federale di Zurigo e il Palazzo federale a Berna.<\/p>\n
In occasione dell\u2019esposizione che rimarr\u00e0 in calendario sino al 5 novembre (con orari da marted\u00ec a domenica10 – 18) \u00e8 stata pubblicata una monografia, con saggi di Monica Bilfinger, Andrea Ghiringhelli, Marco Marcacci, Gianna A. Mina, Simona Ostinelli, Hildebrand Weidmann, edita dal Museo nella collana \u201cSaggi sulla scultura\u201d. Il volume illustrato \u00e8 corredato di un regesto delle opere e di apparati biobibliografici.<\/p>\n
Nota biografica<\/strong><\/p>\n Di fede liberale, e\u0300 attivo nelle file della societa\u0300 La Franscini, di cui diventera\u0300 presidente nel 1910. Pur abitando in Francia, non interrompe il legame con il Ticino e la Svizzera. Negli anni \u201990 partecipa a diversi concorsi indetti in Romandia e prosegue l\u2019attivita\u0300 espositiva tra Francia e Svizzera: l\u2019Amor materno, presentato all\u2019Esposizione nazionale di Ginevra del 1896, viene acquistato dalla Confederazione. Ottiene commissioni in importanti cantieri confederali: esegue statue allegoriche per la facciata ovest del Politecnico federale di Zurigo (1896) e per la facciata sud di Palazzo federale (1899). Membro della Commissione federale di belle arti dal 1897 al 1899, nel 1898 aderisce alla Societa\u0300 ticinese di belle arti. All\u2019Esposizione universale del 1900 a Parigi presenta un gruppo scultoreo dedicato ad Arnoldo di Melchtal, che viene premiato con la medaglia d\u2019argento. Nel 1903 vince con l\u2019architetto Armand Neukomm il concorso per il Monumento all\u2019Indipendenza Ticinese a Bellinzona. Un anno dopo sposa a Stabio Fortunata Pacitti, gia\u0300 sua modella, conosciuta a Parigi e originaria di Villa Latina.<\/p>\n Lascia al suo comune d\u2019origine tutto quanto contenuto nei suoi atelier di Parigi e Stabio. Per suo espresso desiderio, sulla sua tomba al Cimitero di Stabio viene collocata la versione in marmo de L\u2019Arnoldo di Melchtal. Sue opere si trovano nello Spazio Albisetti a Stabio, aperto nel 2018, nei Cimiteri monumentali del Pe\u0300re- Lachaise e di Montmartre a Parigi, nei cimiteri di Mendrisio e Stabio, nella Collezione d\u2019arte della Confederazione (in deposito presso il Museo d\u2019arte della Svizzera italiana MASI a Lugano) e in raccolte private.<\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Ligornetto – \u201cNatale Albisetti (1863-1923), scultore. Dai successi parigini ai grandi cantieri svizzeri\u201d \u00e8 la mostra organizzata al Museo Vela in occasione del centenario della morte dell’artista che si avvicino\u0300 alla scultura sotto l\u2019egida di Vincenzo Vela. Il Museo dedica un\u2019esposizione monografica all\u2019artista di Stabio, figura poco conosciuta nel panorama della scultura svizzera fra Otto […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":70540,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,64,1],"tags":[],"yoast_head":"\n![\"\"](\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Vela-Albisetti_Putto-e-delfino_\u00a9-MVV-Sebastiano-Carsana-1-200x300.jpg\")
Natale Albisetti nato a Stabio nel 1863, manifesta una precoce propensione per l\u2019arte e si avvicina alla scultura sotto l\u2019egida di Vincenzo Vela. Dopo la Scuola di disegno di Clivio, dal 1882-84 si forma all\u2019Accademia di Brera a Milano. Trasferitosi a Parigi nel 1884, si iscrive all\u2019E\u0301cole nationale des Arts De\u0301coratifs, distinguendosi nei concorsi scolastici. Nel 1886 segue le lezioni tenute dallo scultore Aime\u0301 Millet nel suo atelier e da Henri Aumont all\u2019E\u0301cole municipale de dessin. Per mantenersi lavora come stuccatore nei cantieri parigini. Ammesso nel 1887 all\u2019E\u0301cole nationale des Beaux-Arts, e\u0300 allievo di Pierre-Jules Cavelier e si specializza come scultore di figura vincendo premi in diversi concorsi. In questi anni prende lezioni anche dallo scultore Louis-Ernest Barrias. Dal 1890 partecipa con regolarita\u0300 ai Salon parigini: la sua scultura, di stampo classicista con echi romantici, gli assicura commissioni anche nell\u2019ambito della ritrattistica e delle scene di genere.<\/p>\n![\"\"](\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1-3_N_Albisetti_Alla-Sorgente_1911_\u00a9-Comune-di-Stabio-Monica-Rusconi-200x300.jpg\")
Nel decennio successivo l\u2019artista intensifica le partecipazioni alle Esposizioni nazionali d\u2019arte; e\u0300 al contempo presente ai Salon parigini, dove espone ritratti e scene di genere. Nel 1913 il Ministero francese della Pubblica istruzione e delle Belle Arti gli conferisce il titolo di Officier d\u2019acade\u0301mie per meriti artistici. Durante la prima guerra mondiale risiede in Francia. Nel 1920 la Citta\u0300 di Parigi gli commissiona L\u2019orpheline et l\u2019ai\u0308eule, un marmo oggi disperso. Nel 1922 realizza la sua ultima opera. Natale Albisetti si spegne il 2 luglio 1923 a Stabio dopo breve malattia.<\/p>\n