{"id":71024,"date":"2023-07-17T13:00:39","date_gmt":"2023-07-17T11:00:39","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=71024"},"modified":"2023-07-21T11:58:32","modified_gmt":"2023-07-21T09:58:32","slug":"denudare-femina-vestis-con-miniartextil-2023","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/denudare-femina-vestis-con-miniartextil-2023\/","title":{"rendered":"Denudare femina vestis con Miniartextil 2023"},"content":{"rendered":"
L’edizione 2023 dell’unica mostra al mondo che promuove la ricerca nella fiber art (arte tessile) contemporanea – in programma a<\/span><\/span> Como, nell’Ex Chiesa di San Pietro in Atrio e in altre sedi, dal 6 agosto al 3 settembre<\/span><\/b><\/span> \u00e8 infatti organizzata nell\u2019ambito delle Celebrazioni del Bimillenario Pliniano.<\/span><\/span><\/p>\n Come da tradizione, accanto ai<\/span><\/span> minitessili (54 opere<\/span><\/b><\/span>) realizzati da artisti provenienti da tutto il mondo, ci saranno diverse opere di grandi dimensioni realizzate da artisti internazionali sia emergenti sia affermati tra i quali: <\/b><\/span><\/span>Brankica Zilovic, Kato Kimiyasu, Medhat Shafik, Antonella De Nisco, Alessandro Lupi, Yari Miele, Donatella Simonetti e Anne von Freyburg.<\/span><\/b><\/span><\/p>\n La curatela della mostra \u00e8 affidata alla critica d\u2019arte e regista<\/span><\/span> Clarita Di Giovanni<\/span><\/b><\/span> che vive a Roma ed \u00e8 docente alla Scuola di Arte Cinematografica G.M. Volont\u00e8 dal 2011.<\/span><\/span> Sar\u00e0 affiancata da<\/span><\/span> Sergio Gaddi<\/span><\/b><\/span>, noto critico e curatore d’arte comasco\u00a0 responsabile anche della commissione di selezione delle opere di piccolo formato.<\/span><\/span><\/b><\/p>\n La Storia<\/span><\/span><\/strong><\/p>\n Miniartextil \u00e8 stata fondata nel 1991 da Nazzarena Bortolaso e Mimmo Totaro con l\u2019idea di portare a Como, citt\u00e0 culla della tradizione tessile, una mostra dedicata alla fiber art. <\/span><\/span>Nel 1994 \u00e8 stata costituita l\u2019Associazione culturale ARTE&ARTE che ancora oggi promuove la rassegna e continua la ricerca per selezionare la migliore produzione di fiber art a livello mondiale. <\/span><\/span>Nel corso degli ultimi trenta anni, Miniartextil ha toccato luoghi e citt\u00e0 in tutta Europa, a partire da Como che oggi \u00e8 la principale sede espositiva \u2013 si ricordano gli allestimenti al Chiostrino di Santa Eufemia, a Villa Olmo, alla ex Ticosa, alle ex chiese di San Francesco e di San Pietro in Atrio, al Palazzo del Broletto, alla Pinacoteca Civica, al Museo Giovio, al Padiglione ex Grossisti del Mercato Coperto, al Museo della Seta di Como, oltre a piazze e luoghi pubblici. <\/span><\/span>Interessante la tourn\u00e9e internazionale della mostra, negli anni: Montrouge \u2013 Parigi, Mulhouse, Kaunas, Caudry, Lille, Gif-Sur-Yvette, Busto Arsizio, alcune delle citt\u00e0 che hanno ospitato le opere della rassegna. <\/span><\/span><\/p>\n La mostra che prevede l’inaugurazione nella sede di\u00a0 San Pietro in Atrio, in via Odescalchi <\/span>il 5 agosto, alle 17, proseguir\u00e0 fino al 3 settembre. <\/span><\/span>Orario<\/span><\/b><\/span>:\u00a0 11- 19, tutti i giorni<\/span><\/span><\/p>\nComo – Lo spunto per il titolo della mostra <\/span><\/span>Miniartexil \u201932, <\/span>Denudare feminas vestis<\/span><\/strong><\/em><\/span> (Denudare le donne vestendole), deriva dalle parole di Plinio il Vecchio estrapolate dalla sua monumentale opera<\/span><\/span> Naturalis Historia<\/span><\/i><\/span>, indicate e approfondite dal poeta e scrittore Vincenzo Guarracino.<\/span><\/span><\/p>\n
L\u2019ospite clou\u00a0 sar\u00e0 l\u2019artista zimbabwese<\/span><\/span> Moffat Takadiwa<\/span><\/b><\/span>, che, per la prima volta in Italia, esporr\u00e0 due opere. Le sue creazioni saranno successivamente esposte alla 60esima Biennale di Venezia, nel Padiglione dello Zimbabwe. <\/span><\/span>Appartenente alla generazione di artisti locali post-indipendenza,<\/span><\/span> Takadiwa<\/span><\/b><\/span> ha esposto in tutto il mondo. Le sue opere sono arazzi contemporanei<\/span><\/span> creati con scarti da tasti di computer e con minuscoli pezzi di plastica trovati tra i rifiuti ad Harare, in una delle pi\u00f9 grandi discariche del paese. Le sue opere, che riprendono i pattern tradizionali dei tessuti dello Zimbabwe, aprono un dialogo con temi quali l\u2019identit\u00e0 culturale, l\u2019indipendenza, la questione ambientale.<\/span><\/span><\/p>\n