{"id":72568,"date":"2023-11-18T08:00:12","date_gmt":"2023-11-18T07:00:12","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=72568"},"modified":"2023-11-20T09:20:52","modified_gmt":"2023-11-20T08:20:52","slug":"vennero-videro-vinsero-les-italiens-a-paris","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/vennero-videro-vinsero-les-italiens-a-paris\/","title":{"rendered":"Vennero, videro, vinsero \u201cles italiens \u00e0 Paris\u201d"},"content":{"rendered":"
Novara – Alla incessante serie di esposizioni dedicate alla pittura dell\u2019Ottocento in ogni dove d\u2019Italia si \u00e8 accodata da qualche giorno, e fino al 7 aprile del prossimo anno, anche quella di Novara che nelle sale del suo Castello Visconteo-Sforzesco squaderna la luminosa vicenda degli Italiens \u00e0 Paris<\/em>. Cos\u00ec aveva nominato alcuni artisti suoi amici il critico loro sostenitore Diego Martelli che ora sembra guardare compiaciuto la rassegna (a cura di Elisabetta Chiodini) dal bel ritratto fattogli da Federico Zandomeneghi nel 1879.<\/p>\n Sono 87 i dipinti presenti tra olii e pastelli, concessi da collezionisti privati o da gallerie specializzate, quasi tutti belli, alcuni bellissimi: tutti insieme concorrono a illustrare gli stimolanti prestiti, ma anche i legami con la cultura d\u2019origine, degli artisti che, attratti dal fervere della Parigi moderna, vi andarono per esser partecipi di codesto gagliardo rinnovamento e, per l\u2019occasione, allargare il loro mercato. Furono bravi ad inserirsi nell\u2019ambiente tanto da confrontarsi senza complessi con gli artisti emergenti della citt\u00e0, facendosi apprezzare e fin diventando loro amici.<\/p>\n Quando si era al liceo il cenno, rapido, agli Italiens<\/em> si limitava ai nomi di De Nittis, di Boldini sistemati anche ad avamposto del titolo della mostra novarese, e Zandomeneghi, qui invece refus\u00e9<\/em>; ora, grazie al puntuale saggio di Paul Nicholls (Gli italiani e il mercato di Parigi<\/em>) si viene invece a conoscenza di quanti e quali fossero gli artisti italiani presenti con loro opere ai Salons<\/em> o alle cinque Esposizioni Universali della seconda met\u00e0 dell\u2019Ottocento: davvero un gran via-vai, come documenta l\u2019elenco di ben quattro pagine del catalogo, e con inaspettate sorprese. Taluni compaiono una volta soltanto e con un\u2019opera solo come Nomellini o Telemaco Signorini; altri invece sempre, o quasi, presenti, soprattutto al Salon. Uno, Nino Costa, anche tra i Refus\u00e9s del 1863, insieme al D\u00e9journer sur l\u2019herbe<\/em> di Manet ritenuto troppo scandaloso per il Salon ufficiale.<\/p>\n Pittore fra i pi\u00f9 costanti ai Salons<\/em> fu Alberto Pasini, del resto parigino per assidua residenza: anche nella Ville Lumi\u00e8re<\/em> furono molto apprezzate e richieste le sue vedute cariche di evocativa suggestione dei paesi d\u2019Oriente visitati al seguito dell\u2019ambasciatore Burr\u00e9e: in mostra lo documenta l\u2019affollato Mercato a Costantinopoli<\/em> luminoso nell\u2019atmosfera e ben studiato nell\u2019impiego dei colori.<\/p>\n Altrettanto piacevano ai collezionisti di Francia i pittori specialisti nell\u2019illustrare il folklore colorato e festoso dei paesi italiani: fra questi l\u2019umbro Alceste Campriani, invero presente solo una volta al Salon<\/em>, ma in proficuo contatto con il mercante Adolphe Goupil, e Francesco Paolo Michetti che a Novara si deve apprezzare per due tele di grande bellezza: La processione del Corpus Domini<\/em> a Chieti, filtrata in luminosissimo pulviscolo, e la Mattinata piena di luce e di vita, entrambe destinate al palazzo napoletano in piazza Martiri dove teneva salotto l\u2019influente contessa de La Feld.<\/p>\n Girando di sala in sala vengono incontro altri artisti partecipi all\u2019appuntamento con la Ville Lumi\u00e8re<\/em> ed \u00e8 un piacere fermarsi davanti alle non poche tele di Antonio Mancini che dalla citt\u00e0 vesuviana, qui allievo di Domenico Morelli e, soprattutto, amico di Vincenzo Gemito, port\u00f2 a Parigi, dove soggiorn\u00f2 pi\u00f9 volte, e anche a Londra, a quei d\u00ec altra capitale dell\u2019arte, l\u2019intenso verismo dei suoi scugnizzi (nella foto, Antonio Mancini, Suonatore di chitarra<\/em>) e delle sue orfanelle esaltato dallo straordinario valore espressivo della stesura pittorica e del colore. E poi Vittorio Corcos, anch\u2019egli al servizio del potentissimo Goupil: all\u2019artista livornese bastava essere nel giro di questa Maison e Salons<\/em> o altre importanti rassegne potevano passare proprio in secondo piano. La sfilata delle sue jeunes femmes<\/em> degli anni Ottanta dell\u2019Ottocento, inappuntabili nelle toilettes \u00e0 la pag<\/em>e, diventa preludio ai grandi ritratti d\u2019inizio Novecento: merita una lunga sosta quello di Lina Cavalieri, bellissima, fascinosissima, elegantissima, d\u2019alabastro la carnagione, insomma una perfetta grande dame<\/em> pi\u00f9 che il soprano che sapeva incantare con la sua vocetta principi di Russia e miliardari americani in un vezzoso, scintillante girare di perle. Alla mostra novarese sono proprio loro i protagonisti per numero e qualit\u00e0 di opere, anche con autentici capolavori come Westminster<\/em> (nella foto), memoria del soggiorno londinese di De Nittis, o la Place d\u2019Anvers di Zand\u00f2 o ancora l\u2019Omnibus \u00e0 Place Clichy<\/em> di Boldini che non si stancherebbe mai di ammirare.<\/p>\n Vi sarebbe da scrivere a questo punto delle incomparabili presenze nelle ultime sale, tutto un turbinio di giovani e belle signore dallo chic inappuntabile e dalla classe assoluta, ma non v\u2019\u00e8 pi\u00f9 spazio e se ne scriver\u00e0 pi\u00f9 avanti: le \u201cdivine\u201d del resto lo reclamano tutto per loro. (nella foto, Giovanni Boldini, Omnibus \u00e0 Place Clichy)<\/em><\/p>\n Giuseppe Pacciarotti<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Novara – Alla incessante serie di esposizioni dedicate alla pittura dell\u2019Ottocento in ogni dove d\u2019Italia si \u00e8 accodata da qualche giorno, e fino al 7 aprile del prossimo anno, anche quella di Novara che nelle sale del suo Castello Visconteo-Sforzesco squaderna la luminosa vicenda degli Italiens \u00e0 Paris. Cos\u00ec aveva nominato alcuni artisti suoi amici […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":72570,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,64,430],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nCon lei siamo proprio negli anni della Belle \u00c9poque<\/em> e Parigi splende di luci; all\u2019Op\u00e8ra pi\u00f9 che per ascoltare le musiche di Hal\u00e9vy e Bizet si va a vedere e a farsi vedere, le signore passeggiano, anche a cavallo, sul Bois de Boulogne<\/em> e non si perdono le corse e i gran premi a Longchamp. Les italiens<\/em> sanno cogliere l\u2019atmosfera gaia e svagata della capitale anche perch\u00e9 il ferrarese Boldini, il veneziano Zandomeneghi e il pugliese De Nittis la vivono avendo scelto di risiedervi; propongono soggetti analoghi a quelli degli impressionisti, ma con diversa sensibilit\u00e0: quasi di velluto Zandomeneghi, vaporosa De Nittis, spavalda Boldini.<\/p>\n