{"id":73242,"date":"2024-01-29T19:22:05","date_gmt":"2024-01-29T18:22:05","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=73242"},"modified":"2024-01-29T19:22:15","modified_gmt":"2024-01-29T18:22:15","slug":"lo-charme-senza-eguali-delle-donne-parigine","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/lo-charme-senza-eguali-delle-donne-parigine\/","title":{"rendered":"Lo charme senza eguali delle donne parigine"},"content":{"rendered":"

Un libro, bellissimo, di Edmund de Waal dal titolo Lettere a Camondo<\/i><\/em>\u00a0descrive il mondo di lusso raffinato che nei primi decenni dello scorso secolo vivevano a Parigi, in un imponente \u201ch\u00f4tel particulier\u201d al 65 di rue de Monceau<\/i><\/em>, il conte-banchiere Mo\u00efse de Camondo e la sua famiglia destinata di l\u00ec a pochi anni a estinguersi in immani tragedie. Dei due discendenti infatti Nissim perir\u00e0 in un incidente aereo durante la prima guerra e B\u00e9atrice ad Auschwitz con il marito L\u00e9on Reinach e i due figli.<\/p>\n

Alla mostra Boldini De Nittis et les Italiens de Paris<\/i><\/em><\/strong>\u00a0(fino al 7 aprile al Castello Visconteo Sforzesco di Novara) non \u00e8 presente il ritratto di B\u00e9atrice colta da bambina insofferente della posa da Boldini, ma l\u2019atmosfera raffinata e dorata del suo mondo la si pu\u00f2 ben immaginare soffermandosi davanti a molte altre opere esposte dove anche stupisce il fascino, pi\u00f9 o meno discreto, delle signore e signorine international-parigine degli anni della Belle \u00c9poque. Le dipinsero con disinvolta partecipazione gli Italiens<\/i><\/em>, amici e colleghi degli impressionisti, e se si pu\u00f2 discutere sul buon gusto di Berthe, una delle modelle-amanti di Boldini ripresa (n. 21) mentre esce per la passeggiata abbigliata come il fondale di una scenografia, le altre \u201cdames\u201d, non necessariamente principesse o contesse, mostrano tutte un impeccabile stile e una sciccosa eleganza.<\/p>\n

\"\"A cogliere questo svagato ambiente non fu solo il richiestissimo Boldini ma anche altri Italiens<\/i><\/em>\u00a0di stanza parigina, ciascuno con la propria sensibilit\u00e0 e formazione, a cominciare dal napoletano Edoardo Tofano, artista molto apprezzato da Goupil e dalla borghesia della Ville Lumi\u00e8re dove visse non per poco tempo. La sua tavoletta con una Jeune fille<\/i><\/em> (Ill.Edoardo Tofano, Jeune fille, collezione privata<\/em>) appare tutta permeata di soffice pittura mirabile nel trattamento delle stoffe impalpabili, e illumina sull\u2019ambiente di buona borghesia frequentato dalla giovane, un buon partito, da accasare convenientemente.<\/p>\n

Altro artista a riscuotere convinti successi nella capitale francese come nella natia Toscana per i seducenti ritratti fu Vittorio Matteo Corcos, bravo a cogliere con effetti quasi da fotografia bellezze e civetterie muliebri, indugiando con fluida pennellata sulla definizione dei lineamenti e sui particolari degli abiti di gusto nuovo indossati da giovinette in pavoneggiante passeggio al Bois de Boulogne.<\/p>\n

\"\"Gli Italiens<\/i><\/em> protagonisti della mostra \u2013 Boldini, De Nittis e anche Zandomeneghi che non appare per\u00f2 nel titolo \u2013 non mancarono certo, anzi!, l\u2019occasione e ripresero queste \u201cdames\u201d sempre in naturalezza di posa e in atteggiamenti moderni. Se il veneto Zandomeneghi pensava a questo mondo proprio come Degas e Renoir ma evocandolo in soffici tonalit\u00e0 pastello e, in talune occasioni, in andamenti non dimentichi del sensuale naturalismo veneto, Giuseppe De Nittis prediligeva invece una rappresentazione mossa e disinvolta, sempre in luce morbida, dell\u2019universo femminile fermato nell\u2019assiduo passeggio (ill. Giuseppe De Nittis, Passeggiata con i cagnolini, courtesy Galleria Maspes, Milano<\/em>) e finanche nell\u2019ondante scivolare con i pattini su un laghetto ghiacciato.<\/p>\n

\"\"Ultimo, ma amatissimo allora come oggi, Giovanni Boldini. E allora non basta il catalogo di Leporello per elencare i ritratti dei mondani personaggi da lui effigiati sovvertendo le forme pittoriche con un \u201clampo di vita fuggevole da acchiapparsi al volo\u2026con un frego, in uno svolazzo, in un fiocco\u201d per dirla con Ardengo Soffici. Vi sarebbe da scrivere a lungo dei grandi pastelli raffiguranti le \u201cfemmes en fleur\u201d Concha y Subercaseaux (nn. 78, 79) in \u201cvesti di crema e di neve\u201d (\u00e8 Colette a scriverlo) o del gran quadro con Alice Regnault a cavallo in perfetto abito da amazzone (n. 31), ma resta ormai poco spazio e un cenno appena per due quadri che, vedendoli, mi hanno riportato a un tempo lontano, quando davanti ad essi avevo occasione di sostare a lungo. Uno, visto e rivisto nelle dimore prima dell\u2019architetto Paolo Candiani e poi di un altro collezionista, entrambi di Busto Arsizio, presenta La<\/i><\/em>\u00a0contessa de Rasty seduta sul divano<\/i><\/em> in posa civettuola (ill. Giovanni Boldini, La contessa di Rasty seduta sul divano, courtesy Enrico Gallerie d\u2019Arte, Milano<\/em>), un ritratto che mi ha sempre emozionato per il sottile fascino psicologico emanato dallo sguardo voluttuoso di Gabrielle e dall\u2019eleganza dei gesti (per non parlare dei cangiantismi degli abiti e degli accessori di massima raffinatezza).<\/p>\n

\"\"L\u2019altro mostra una Signora adagiata su berg\u00e8re <\/i><\/em>(ill. Signora adagiata su berg\u00e8re, courtesy Enrico Gallerie d\u2019Arte, Milano) che per tanto tempo mi ha sorvegliato dentro una preziosa cornice dorata \u00a0mentre ero intento al mio silenzioso lavoro. Questo finch\u00e8, in un giorno di grandi pulizie, il dipinto non venne messo a terra e allora apparve, debitamente rivoltata, l\u2019altra met\u00e0 della pittura di Boldini. Non fu semplice convincere l\u2019allora proprietario a riportarla alle dimensioni originarie, ma alla fine, con l\u2019intervento della restauratrice Anna Cristina Roversi, l\u2019intervento si fece. Purtroppo, causa la dimensione raddoppiata, la tela fu sistemata altrove e cos\u00ec persi il muto dialogo con l\u2019ignota nobildonna. Sulla parete opposta della stanza tuttavia di Boldini ce n\u2019erano altri tre e qualche volta Marie-Luise Herrouet, soggetto di uno dei quadri, mi degnava di uno sguardo dalla sua sedia a dondolo: uno sguardo non amabile e garbato come quello della misteriosa signora, ma un po\u2019 malandrino e felino, da \u201cdemi-mondaine\u201d quale appunto Marie-Luise era.<\/p>\n

Giuseppe Pacciarotti<\/p>\n

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