{"id":74363,"date":"2024-05-26T10:00:01","date_gmt":"2024-05-26T08:00:01","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=74363"},"modified":"2024-05-24T10:17:22","modified_gmt":"2024-05-24T08:17:22","slug":"una-mostra-per-i-90-anni-di-giancarlo-cerri","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/una-mostra-per-i-90-anni-di-giancarlo-cerri\/","title":{"rendered":"Una mostra per i 90 anni di Giancarlo Cerri"},"content":{"rendered":"
Milano – <\/strong>In occasione del suo 90esimo compleanno,<\/strong> Giancarlo Cerri<\/strong>, classe 1934, inaugura una nuova mostra. Dal 28\u00a0 maggio il Centro Culturale<\/strong> di Largo Corsia dei Servi ospiter\u00e0 l\u2019antologica dell’artista milanese dal titolo \u201cFormato medio\u201d<\/em> (inaugurazione dalle 18 alle 20.30).<\/p>\n Curata da Luigi Codemo, direttore della raccolta museale GASC-Galleria d\u2019Arte Sacra dei Contemporanei di Milano, la mostra presenta 26 opere realizzate dal 1954 al 2005, anno in cui Cerri smetter\u00e0 di dipingere per una grave forma di maculopatia, e vuole essere un omaggio al \u201cformato medio\u201d, ovvero a quelle opere le cui misure oscillano fra 40×50 e 80×100.<\/p>\n Ci si chieder\u00e0 perch\u00e9 proporre una mostra antologica che tenga conto del formato delle tele?<\/p>\n Convinto da sempre che la pittura e la personalit\u00e0 di un pittore si esprimano \u201cin parete\u201d, Cerri ritiene che \u201ci formati delle tele non rimangono neutri rispetto al soggetto, ma sono scelti con coscienza per influenzare il modo in cui l\u2019osservatore percepisce ci\u00f2 che viene rappresentato\u201d.<\/p>\n Proprio la consapevolezza che la dimensione media della tela incida in maniera profonda sulla espressivit\u00e0 del soggetto e si offra a una visione pi\u00f9 diretta, l\u2019artista ha pensato a un excursus delle opere che meglio delineino il proprio percorso pittorico.<\/p>\n L\u2019esposizione sottolinea come, sin dagli esordi, la ricerca artistica di Giancarlo Cerri si sia contraddistinta per rigore, essenzialit\u00e0 e lucidit\u00e0 espressiva.<\/p>\n Inizialmente influenzato dai grandi maestri come Carr\u00e0 e Morandi, ma anche dagli espressionisti tedeschi, Cerri sviluppa un suo segno pittorico, con il colore come elemento dominante. Negli anni Settanta (\u00e8 del 1972 la sua seconda mostra personale nella storica Galleria Barbaroux di Milano) la figurazione si evolve, il colore diventa il protagonista e l’autonomia dell’opera si afferma. Ne sono esempi dipinti come “Antico Po” (1969) e “La mareggiata” (1971), dove Cerri valorizza il potere espressivo del colore.<\/p>\n Negli anni ’80, la pittura di Cerri si libera dalla fedelt\u00e0 al soggetto per concentrarsi sulla concretezza della materia pittorica. Le sue opere, come la serie delle “Colline” e delle “Cave”, rappresentano il paesaggio lombardo in una forma organica e immersiva, dove il colore e la materia si fondono.<\/p>\n Il passaggio all’astrazione \u00e8 evidente nelle “Grandi Foreste”, dove Cerri esplora la potenza del colore e della forma.<\/p>\n Scrive Luigi Codemo nel suo testo in catalogo: \u201cIl quadro diventa sempre pi\u00f9 un campo di forze. Cerri si allontana dalla vista degli oggetti, dalle rocce, dai pendi, e dagli alberi stessi. Perch\u00e9 \u00e8 nella distanza che appare la foresta, \u00e8 nell\u2019altezza che l\u2019artista avverte come sismografo la potenza tellurica del colore. La visione dall\u2019alto coincide con la visione dall\u2019interno.\u201d<\/em><\/p>\n L’astrazione non \u00e8 semplice rimozione, ma una ricerca dell’essenziale, come dimostrato negli “Omaggi al paesaggio” e nelle “Sequenze” degli anni Novanta, dove il colore, la luce e la linea diventano centrali, e dove il nero onnipresente e onnipotente, sempre elaborato e mai uguale a se stesso, diventa elemento-simbolo di mistero e rigore, incarnando le leggi del quadro stesso.<\/p>\n La mostra si conclude con una riflessione in quattro tempi sulla Croce<\/strong>, dove Cerri ne esplora la simbologia in un contesto di meditazione laica, filosofica e spirituale attraverso tre opere. I primi tre lavori, dal medesimo titolo \u201cNel segno della croce\u201d<\/em> e tutte del 2004, raccontano di una meditazione antropologica e non teologica sulla sofferenza umana attraverso due gesti, uno orizzontale e l\u2019altro verticale, che rendono visibile e tangibile il calvario della croce. La quarta e ultima tela, “Aldil\u00e0\u201d<\/em> del 2005 e fino ad oggi mai esposta, presenta invece una visione frammentata e ravvicinata della croce, non pi\u00f9 direttamente riconoscibile, e la sofferenza diventa emotiva e fisica attraverso la stessa pittura, ma non senza un senso di pace nella tragedia.<\/p>\n La mostra rester\u00e0 aperta al pubblico sino al\u00a0 21 giugno nei seguenti orari: luned\u00ec-venerd\u00ec 10-13\/14.30-18; sabaro 15-19.<\/p>\n Cenni Biografici<\/p>\n Giancarlo Cerri<\/strong> \u00e8 nato a Milano negli anni Trenta, citt\u00e0 in cui da sempre vive e lavora. Ha iniziato a dipingere giovanissimo nella met\u00e0 degli anni Cinquanta. Dal 1956 al 1976 la sua attivit\u00e0 si svolge fra pittura e grafica pubblicitaria.<\/p>\n Dal 1977 si dedica esclusivamente alla pittura, con alcune incursioni nel campo della critica d\u2019arte. Dal 1988 al 1995 \u00e8 direttore artistico del Centro Culturale De Gasperi di Milano.<\/p>\n Per una grave malattia oculare non dipinge pi\u00f9 da diversi anni, le sue ultime opere risalgono alla primavera del 2005. (ph Alfredo Felletti)<\/em><\/p>\n Nel mese di febbraio 2012 ha pubblicato \u201cLa pittura dipinta \u2013 le mie quattro stagioni\u201d, <\/em>un volumetto dove egli spiega le sue quattro stagioni di pittore: 1955-1975, figurazione tipicamente italiana con riferimenti alla pittura novecentista in cui prevale la tematica del paesaggio; 1976-1991, periodo informale materico naturalistico, eseguito su tele di vaste dimensioni aventi per tema dominante le \u201cGrandi foreste<\/em>\u201d; 1992-2005, percorso nell\u2019astrattismo essenziale, opere dipinte con il solo uso di due-tre colori, ovvero le \u201cSequenze<\/em>\u201d e \u201cGrandi Sequenze<\/em>\u201d.<\/p>\n Tra il 2001 e il 2005, dipinge un ciclo di quadri di arte sacra aventi quale principale soggetto la Croce, intesa come simbolo della umana tragica sofferenza.<\/p>\n Le sue ultime mostre, \u201cI quadri dell\u2019orbo\u201d (2019) e \u201cQuando l\u2019orbo ci vedeva bene\u201d (2021), si sono svolta al Centro Culturale di Milano.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Milano – In occasione del suo 90esimo compleanno, Giancarlo Cerri, classe 1934, inaugura una nuova mostra. 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