{"id":74673,"date":"2024-06-24T10:00:10","date_gmt":"2024-06-24T08:00:10","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=74673"},"modified":"2024-06-25T11:32:04","modified_gmt":"2024-06-25T09:32:04","slug":"lepoca-della-liberta-andy-warhol-a-desenzano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/lepoca-della-liberta-andy-warhol-a-desenzano\/","title":{"rendered":"L’epoca della libert\u00e0, Andy Warhol a Desenzano"},"content":{"rendered":"
Desenzano del Garda –<\/strong> “Andy Warhol” al Castello. Settanta opere raccolte nella mostra “The age of freedom<\/strong><\/em>” raccontano\u00a0 la rivoluzione del genio di Pittsburgh in un excursus culturale tra i principali lavori del genio americano. Non solo. L’esposizione \u00e8 arricchita anche da una selezione di film d’autore come Empire e Sleep.<\/em><\/p>\n La mostra, a cura di Matteo Vanzan, evidenzia come l’artista fu determinante nella rinascita artistica della seconda met\u00e0 del Novecento.<\/p>\n Spiega il curatore: \u201cAndy Warhol\u201d cambi\u00f2 il concetto stesso di arte sovvertendo l\u2019estetica di un\u2019intera generazione. Attraverso l’esposizione delle celebri opere dedicate a Marilyn Monroe<\/em>, Mao Zedong<\/em>, Flowers<\/em>, Dollari<\/em>, Campbell’s Soup, Electric Chair<\/em> e Interviews<\/em> viene raccontata la storia intensa di un mondo fatto di comunicazione e genialit\u00e0, business e consumismo nel ruolo centrale di una Factory divenuta punto catalizzatore dell’establishment artistico americano. Warhol, infatti, non rappresenta solamente la superstar<\/em> del mondo dell\u2019arte e del mercato che tutti conosciamo, ma \u00e8 l’immagine di un uomo<\/em> dal volto sensibile e timido che si \u00e8 trasformato in uno sperimentatore dalle esplosive capacit\u00e0 comunicative.\u201d<\/p>\n Nato il 6 Agosto 1928 a Pittsburgh da immigrati cecoslovacchi e morto il 22 febbraio 1987 a New York, Andy Warhol ha fatto della provocazione e dell\u2019ironia il suo modus operandi, creando una vera e propria filosofia, fatta di aforismi e cortometraggi, \u201cpronta all\u2019uso\u201d. Una genialit\u00e0 costruita attorno al concetto di un artista trasformato in una macchina di riproduzione seriale, costantemente affascinato dalla ripetizione ossessiva di un\u2019azione, apparentemente fine a se stessa.<\/p>\n L\u2019artista popular<\/em> per eccellenza lavora con film, fotografie, serigrafie, grafiche, fumetti, oggetti pronti all’uso di duchampiana memoria; Warhol non si sporca pi\u00f9 le mani alla maniera di Pollock con barattoli di colore e sgocciolamenti anzi, il tocco<\/em> dell\u2019artista \u00e8 minimo, assente in molti casi, in quanto gli intenti sono essenzialmente iconici.<\/p>\n Le icone pop-ular<\/em> trattate non appartengono unicamente alla sfera materiale della collettivit\u00e0, ma anche alle idee, all\u2019immaginario collettivo e allo stereotipo: il fumetto, il dollaro, i personaggi pubblici, le opere famose e inflazionate della storia dell\u2019arte, tutto passa attraverso il filtro warholiano <\/em>che rivisita mondo e storia in chiave diversa, conferendo all\u2019immagine una magia unica.<\/p>\n \u00c8 in effetti riduttivo definire Andy Warhol come un semplice pittore; la scoperta della tecnica della blotted line<\/em>, ossia la linea a macchie d\u2019inchiostro su carta assorbente, fu la rivelazione che cambi\u00f2 per sempre il concetto di opera originale e di copia. La sua intenzione era infatti quella di essere lui stesso a stampare\/serigrafare manualmente tutti i soggetti; le piccole imperfezioni causate da una maggiore o minore pressione della mano e del filtro serigrafico donavano ad ogni soggetto una sua individuale personalit\u00e0. In un’epoca in cui si producevano migliaia di Zuppe Campbell’s, allo stesso modo di una macchina industriale Warhol si trasforma in fotocopiatore di arte spersonalizzando la creazione artistica e richiamando vistosamente il concetto di ready made<\/em> che, nel 1917, cambi\u00f2 definitivamente il concetto di artista nel mondo delle Arti Visive.<\/p>\n \u201cIl percorso di mostra<\/em>\u201d conclude il curatore \u201csi compone non solo dalle opere d’arte ma anche da una stretta selezione di video, documentari e da alcuni film d’epoca. Il nostro obiettivo \u00e8 quello di raccontare l’uomo prima dell’artista, con tutte le sue nevrosi e le sue insicurezze in un corollario di aforismi che, nell’ironia della sua essenza, tracciano inequivocabilmente la personalit\u00e0 di Warhol come entit\u00e0 capace di generare un microcosmo che riassume in s\u00e9 il clima del anni Sessanta. Una sottocultura fatta di arte, cinema e musica che racchiude i dogmi fondanti di una nuova societ\u00e0 di cui Warhol ha rappresentato il massimo interprete.<\/em>\u201d<\/p>\n La mostra sar\u00e0 aperta al pubblico fino al 22 settembre, dal marted\u00ec alla domenica dalle 10 alle 18.30 (festivi compresi). Luned\u00ec chiuso.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Desenzano del Garda – “Andy Warhol” al Castello. Settanta opere raccolte nella mostra “The age of freedom” raccontano\u00a0 la rivoluzione del genio di Pittsburgh in un excursus culturale tra i principali lavori del genio americano. Non solo. 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