{"id":74973,"date":"2024-07-21T10:00:44","date_gmt":"2024-07-21T08:00:44","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=74973"},"modified":"2024-07-23T09:30:03","modified_gmt":"2024-07-23T07:30:03","slug":"immergersi-nelloceano-di-tethys","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/immergersi-nelloceano-di-tethys\/","title":{"rendered":"Immergersi “Nell\u2019Oceano di Tethys”"},"content":{"rendered":"
<\/span><\/b><\/span><\/span>Milano – Nell\u2019Oceano di Tethys<\/strong><\/em> si muovono creature fantastiche che si possono ammirare visitando la mostra in corso all\u2019Acquario Civico. Sono le opere realizzate da Louise Manzon,<\/strong> scultrice brasiliana che da vent\u2019anni vive nel capoluogo lombardo.<\/p>\n Scolpite in ampie spirali nel marmo bianco statuario o modellate in guizzi vibranti nella terracotta dipinta, queste creature marine accompagnano la dea greca che gener\u00f2 migliaia di divinit\u00e0, personificazioni di mari, fiumi e sorgenti di tutto il mondo.<\/p>\n \u00abNella visione poetica proposta dall\u2019artista Manzon per gli spazi dell\u2019Acquario Civico di \u2013 sottolinea la curatrice Marina Mojana – la Titana Tethys diventa un\u2019installazione scultorea site specific, in cui la figura femminile, dalla grande forza purificatrice, \u00e8 in grado metaforicamente di attrarre a s\u00e9 la plastica inquinante (che sta soffocando e distruggendo il suo mondo acquatico) per trasformarla in alghe, spuma del mare e acqua pura\u00bb .<\/p>\n La tecnica utilizzata dall\u2019artista nel realizzare la monumentale installazione, creata con una fusione audace di materiali (fili di ottone, rete metallica, ceramica, stucco, pigmenti naturali, quadranti di orologi in ottone e plastica abilmente cuciti a mano), vuole sottolineare l\u2019importanza del riciclo di sostanze inquinanti e dell\u2019uso sostenibile delle risorse anche nella pratica artistica.<\/p>\n Il percorso della mostra presenta 20 opere tra sculture e tele estroflesse che raccontano di un mondo puro e incontaminato. Accanto a otto pesci in ceramica smaltata e a due in marmo bianco statuario sono esposte per la prima volta dieci inedite estroflessioni create dall\u2019artista con una tecnica sperimentale che ne mette in evidenza la tridimensionalit\u00e0.<\/p>\n Louise Manzon manipola la superficie della tela in modo da aggettare verso l\u2019esterno la forma di un pesce dalle ampie spire; su ogni forma estroflessa l\u2019artista sovrappone poi diversi tipi di tessuti sui quali \u00e8 stata stampata l\u2019immagine della stessa creatura marina. Le estroflessioni sono quadri in bilico tra fotografia e scultura; le immagini dei pesci, sempre diverse, si dilatano nello spazio tridimensionale, tramite specifici accorgimenti tecnici, dando vita a un dinamico gioco di luci e ombre. I confini della tela tendono a scomparire per esaltare l\u2019illusione cinetica di quanto in essa sta accadendo, trascinando lo spettatore in un mondo acquatico \u201cnuovo<\/em>\u201d, puro e incontaminato.<\/p>\n \u00abL’estroflessione delle mie tele<\/em> \u2013 precisa l\u2019artista – \u00e8 una tecnica sperimentale che ho messo a punto di recente nel realizzare i quadri per l\u2019Acquario. In occasione dell\u2019One Ocean Week ho avuto l\u2019opportunit\u00e0 di esplorare nuove vie e dimensioni, anche filosofiche. Durante questa fase di ricerca ho trovato un punto di incontro tra la scultura e il supporto bidimensionale della tela. Con questo processo creativo riesco a fare respirare le foto dei miei pesci scolpiti, donando all\u2019immagine stampata sulla tela una boccata d’ossigeno e liberandola dai suoi confini. In un certo senso anche i miei ultimi lavori sono sculture; sul tessuto traslucido e cangiante i miei pesci a bassorilievo non poggiano ma scorrono, s’inseguono, s’avventano<\/em>\u00bb.<\/p>\n La mostra \u00e8 visitabile sino al 29 settembre da marted\u00ec a domenica dalle 10 alle 17.30<\/em><\/p>\n Cenni biografici<\/strong><\/p>\n Louise Manzon \u00e8 nata a San Paolo in Brasile da genitori francesi. Sin da bambina assimila il lato artistico della famiglia paterna. La nonna polacca Sophie, giunta a Parigi all\u2019inizio Novecento, frequenta gli artisti russi dell\u2019\u00c9cole de Paris come Marc Chagall, Sonya Delaunay e Oleksandr Archipenko; il padre Jean, nel Brasile degli anni Settanta del secolo scorso, \u00e8 un affermato fotogiornalista, pioniere del documentario naturalistico e importante produttore cinematografico. L\u2019ambiente del cinema \u00e8, dunque, un contesto familiare per Louise che, dopo la laurea in Disegno Industriale presso la Fondazione \u201cArmando Alvares Penteado<\/strong><\/em>\u201d di San Paolo del Brasile, amplia la sua formazione artistica conseguendo il doppio Master in Packaging Design e Graphic Design al Pratt Institute di New York. Lavora come designer presso l\u2019agenzia Young & Rubicam di New York e nel 2004 decide di dedicarsi completamente all\u2019arte della scultura. Perfeziona le sue tecniche pittoriche e scultoree presso la Art Students League e la National Academy of Design di New York e, a partire dal 2012, inizia una ponderata e feconda attivit\u00e0 espositiva in sedi pubbliche e istituzionali di Stati Uniti, Svizzera, Belgio, Francia e Italia, dove vive e lavora dai primi anni 2000. Personalit\u00e0 autentica, Louise Manzon attira l\u2019attenzione di critici d\u2019arte e scrittori di fama internazionale, da Philippe Daverio ad Achille Bonito Oliva, da Alain Elkann a Paul Laster e Luca Beatrice, che elogiano il suo talento e l\u2019originalit\u00e0 del suo lavoro, in cui manualit\u00e0, ricerca dei materiali di scarto e rimandi alla mitologia classica danno vita a un personale mondo fantastico, sempre in dialogo col tempo presente.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Milano – Nell\u2019Oceano di Tethys si muovono creature fantastiche che si possono ammirare visitando la mostra in corso all\u2019Acquario Civico. Sono le opere realizzate da Louise Manzon, scultrice brasiliana che da vent\u2019anni vive nel capoluogo lombardo. 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